Il libro di ricette di Alice





Recensione di Patrizia Argenziano

Autore: Karina Urbach

Traduzione: Silvia Albesano

Editore: Mondadori

Genere: Narrativa

Pagine: 372

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Vienna, anni Venti: Alice Urbach è la figlia di una facoltosa famiglia ebraica, con una irrefrenabile passione per la cucina che né suo padre né un matrimonio imposto riescono ad arginare. Gli anni tra il primo e il secondo conflitto mondiale sono un momento di risveglio e liberazione per le donne austriache, che iniziano a frequentare i caffè fino ad allora riservati agli uomini e organizzano le proprie serate in società: grazie al suo enorme talento comunicativo, Alice si inserisce alla perfezione in questo clima effervescente, diventando in breve la ristoratrice di Vienna per eccellenza. I suoi corsi di cucina insegnano a preparare antipasti, piatti di carne e pasticceria, offrendo ricette veloci e moderne che strizzano l’occhio alle donne lavoratrici. Il suo libro di ricette “So kocht man in Wien!” (“Così si cucina a Vienna!”), pubblicato alla fine del 1935, diventa in breve tempo la bibbia della cucina viennese: un compendio culinario di una capitale austriaca cosmopolita, con un tocco femminista e un’attenzione particolare alle esigenze della moderna economia domestica. Da quel momento in poi, però, le cose peggiorano rapidamente anche per la sua famiglia: a causa delle persecuzioni naziste, Alice è costretta a fuggire prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti. È solo molti anni dopo che, in una libreria viennese, ritrova il suo libro di ricette. Con enorme sorpresa, però, il nome in copertina non è più il suo, bensì quello di Rudolf Rösch: autore a lei sconosciuto, probabilmente mai esistito, ma che rispetta alla perfezione i canoni ariani. Grazie alla documentata ricostruzione di sua nipote Karina Urbach, stimata storica tedesca, questo libro narra la vicenda inedita di una donna straordinaria, testimone di un’epoca di splendore e grandezza, e vittima di un capitolo poco noto nella storia dei crimini nazisti, quello dell’arianizzazione di opere di autori ebrei. Un racconto di resistenza e riscatto, una preziosa lezione su come sopravvivere alla violenza con dignità e orgoglio.

Recensione

Crediamo di sapere tutto e invece non sappiamo proprio niente.

Crediamo che racconti, immagini e vecchi documentari possano farci comprendere tutto ciò che è stato. Ogni volta ci illudiamo di averlo capito, assorbito, fatto nostro e ogni volta cadiamo in errore.

In queste pagine, frutto di un lavoro certosino e sicuramente sofferto, emergono pian piano aspetti meno evidenti di anni tragici e indimenticabili. Anni in cui la morte di corpi martoriati si affianca alla desolazione di anime che, per quanto scorticate dagli eventi, non hanno intenzione di spegnersi, non hanno intenzione di chinare la testa. Vogliono semplicemente credere che ci sia ancora la possibilità di vivere dignitosamente in qualunque angolo del mondo per riscattare ogni principio di libertà e uguaglianza.

E’ la storia di Alice e della sua famiglia, una storia che parte dalla sua amatissima Vienna ma che, in un attimo, si apre al mondo intero grazie anche allo spirito libero che ha sempre animato il figlio Otto, figlio che sarà una delle ancore di salvezza nei periodi più bui per i trasferimenti da un continente all’altro. Lo spirito libero però caratterizza anche Alice: volitiva, intraprendente, pronta alasciarsi alle spalle la città amata e ricominciare una nuova vita, affezionarsi a nuovi affetti e nuovi mondi.

In questo girovagare dall’Europa all’America e dall’America alla Cina, la guerra continua a mietere vittime e spargere semi di antisemitismo ovunque. Molto interessante il quadro della posizioneamericana rispetto alla situazione europea e che emerge da quanto racconta, e non racconta, Otto nelle sue lettere e da come ne parlano i suoi cari amici Dodson. Ugualmente intrigante è conoscere i pensieri di personaggi famosi del tempo che non sono rimasti illesi di fronte alle angherie naziste. Nessuno è escluso.

Abbiamo tra le mani una bellissima storia di coraggio e di vita inserita nella Storia.

Alice, i suoi figli Otto e Karl, i loro amici vivono e cercano di sopravvivere alla Storia. Alice ama la cucina, il libro di ricette è il suo terzo figlio, i suoi piatti le sono stati d’aiuto nei momenti difficili in  Paesi stranieri, hanno scaldato il cuore non solo a lei ma anche a un gruppo di ragazzine infelici. La triste scoperta di aver perso la maternità del libro la getta nello sconforto ma, dopo tutto quello che è successo e per tutto ciò che è successo, non intende far cadere il fatto nel dimenticatoio.

Un romanzo storico che si legge con avidità, che ci riempie di dettagli preziosi che arrivano direttamente da lettere scritte a mano, quelle che io tanto amo, che ci offre vari spunti su cui riflettere, che apre nuovi mondi e ne chiude altri. Un romanzo che ti chiede di non smettere mai di lottare per la vita e soprattutto ti chiede di non dimenticare.

Anche un libro di ricette può fare miracoli.

A cura di Patrizia Argenziano

instagram.com/patrizia.arge

 

Karina Urbach


Karina Urbach ha conseguito il dottorato presso l’università di Cambridge e ha lavorato presso il German Historical Institute di Londra e la University of London. Dal 2015 svolgeattività di ricerca presso l’Institute for Advanced Study di Princeton. Ha partecipato a numerosidocumentari storici e, oltre a vari saggi, ha pubblicato il romanzo Cambridge 5, che è statoselezionato per diversi premi.

 

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