Un amico nei guai




Un amico nei guai per Jack Rubino


Recensione di Marina Toniolo


Autore: Andrea Raguzzino

Editore: Amazon Media

Genere: giallo

Pagine: 103

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. New York, Hell’s Kitchen, primavera del 1982. Jack Rubino ha finalmente avviato la sua agenzia di investigazioni private, ma le cose non sono facili come si aspettava, tra squallidi incarichi a caccia di mariti fedifraghi e sensi di colpa per come è finito il rapporto con il suo mentore Pietro CamaleoneMa quando proprio Pietro viene arrestato per l’omicidio del rampollo di una delle più importanti famiglie di Manhattan, un omicidio che ha effettivamente commesso, solo Jack potrà aiutarlo ad uscire dai guai. Cominciano così due giorni di serrate indagini, in cui Jack, suo malgrado, si troverà incastrato in un gioco più grande di lui, tra gangster troppo potenti per essere incriminati, poliziotti corrotti, procuratori ambiziosi e avvocati senza scrupoli. Per pagare un debito di riconoscenza che sente di non avere ed armato solo della sua strafottenza, Jack rischierà il collo per sfidare i potenti di New York; con dalla sua parte solo un gigante tanto buono quanto violento e una giovanissima avvocata, Rubino sarà costretto a lottare per la salvezza di un vecchio amico e per l’anima di una femme fatale in un mondo corrotto e pericoloso dove i buoni non vincono mai.

Recensione

Forse il mondo non è tutto uno schifo, pensò. Forse c’è ancora qualcosa per cui vale la pena di svegliarsi domani mattina”.

Non mi ero mai avventurata nella lettura di un genere tanto particolare quale è l’hardboiled e, se sulle prime battute sono rimasta un tantino spiazzata, ma una volta compreso il genere è stato facile addentrarsi nel mondo cupo di Jack Rubino. Infatti il classico detective ‘hardboiled(sodo/duro) non si limita a risolvere i casi, ma affronta il pericolo e rimane coinvolto in scontri violenti; così, leggendo, vediamo come passa Rubino le sue due giornate più importanti per la carriera. Verrà coinvolto nella ricerca della ‘femme fatale’ destinata a testimoniare contro un potente boss mafioso, collegato ad un famoso avvocato e al poliziotto accusato di omicidio.

La scrittura è semplice e lineare ma nel contempo strutturata, anche se non offre grossi spunti di riflessione. Molto interessanti e ben sviluppati i racconti retrospettivi.

Seguiamo quindi Giacomo Rubino, uomo indolente pronto ad alzare la cresta come un galletto in ogni occasione, attaccato al denaro e con una misoginia neanche tanto latente tra bar, uffici del procuratore e uffici in attici. Nel cammino incontreremo le denuncie sociali che caratterizzano questo tipologia di romanzo: la corruzione degli ambienti politici e della polizia e i crimini compiuti verso le minoranze afroamericane.

In definitiva lo trovo un omaggio a scrittori del passato molto ben scritto e da qui parte il mio plauso perché come primo romanzo non è niente male: mi aspetto di vedere il seguito.

INTERVISTA

Ciao Andrea, è stato un piacere leggere il tuo primo romanzo. Mi hai trasportata nel mondo a me sconosciuto dell’hardboiled da cui deriva il pulp fiction. In effetti, amando il genere di Tarantino ho compreso il genere di scrittura. Ti sei ispirato solo ai grandi autori oppure anche a qualche film?

 Marina buongiorno, sono lieto che il libro ti sia piaciuto. In effetti, l’immaginario cinematografico ha molto influenzato il mio scritto, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione, anche fisica, dei personaggi. Faccio riferimento soprattutto ai classici dell’hard boiled, quelli con Humphrey Bogart che negli anni ’40 interpretò sia Sam Spade che Philip Marlowe, creando l’iconografia classica (impermeabile, cappello e sigaretta in bocca) di quel tipo di investigatore privato.

Nel libro però ci sono riferimenti, impliciti o espliciti, a altri classici gangster film, come Il Padrino e Gli Intoccabili.

Il personaggio di Jack Rubino deve il suo nome a Sam Diamante, l’investigatore privato, ispirato a Sam Spade, interpretato dal grandissimo Peter Falk in quel capolavoro della parodia che è Invito a cena con delitto del 1976.

Infine, non posso non dire che la New York in cui si muovono i personaggi del romanzo deve tutto a due fonti principali: ai fumetti di Devil scritti e disegnati da Frank Miller e David Mazzucchelli e alla Manhattan di quel caposaldo della serialità televisiva che è Law & Order.

Non è stato facile confrontarmi con la misoginia che aleggia nelle pagine, per te che sei marito e padre di due figlie come hai elaborato questa situazione?

Vedo che siamo passati alle domande difficili! Bene, per prima cosa ci tengo a precisare che la misoginia e il maschilismo che indubbiamente traspaiono dalla storia e da alcuni dei personaggi (forse tutti i personaggi maschili) non rispecchiano il mio modo di essere e di pensare; non consciamente, per lo meno. Per quanto riguarda l’inconscio, non posso negare con certezza di non avere in me nessuna traccia di preconcetto verso il genere femminile, sono sempre un maschio dopotutto, ma ti garantisco che faccio il possibile per combattere quotidianamente ogni minima pulsione di questo tipo.

Nel libro ho cercato di inserire personaggi femminili intensi e sfaccettati, tutti dotati di quella che considero la principale caratteristica delle donne: quella forte, incrollabile determinazione che rende le “ragazze” capaci di fare tutto quel che facciamo noi uomini, e molto di più, benché siano sottoposte a pressioni, preconcetti e difficoltà spesso molto maggiori.

Rileggendo il libro, poi, mi sono reso conto del fatto che gli unici protagonisti veramente positivi della storia, nonostante le difficoltà affrontate e il modo in cui vengono trattate dai personaggi maschili, sono due donne; mi riferisco a Mary Jane Montgomery e a Carla Potter, in assoluto i miei characters preferiti.

Ho trovato particolare l’ambientazione negli anni 80: c’è un motivo?

 La scelta di il romanzo nella primavera del 1982 è legata soprattutto a una specifica necessità narrativa.

Ho infatti ritenuto che la storia Jack dovesse svolgersi in un contesto sostanzialmente pre-digitale, così da non offrire al mio protagonista la possibilità, attualmente largamente utilizzata nelle investigazioni, di assumere le informazioni tramite la rete informatica. Volevo che Jack dovesse “consumare le suole delle scarpe” nelle sue indagini, senza avere la possibilità di trarre informazioni semplicemente “chiedendole a Google”.

Mi piaceva anche l’idea, legata alla mia infanzia e giovinezza, di non essere sempre raggiungibile. Quando racconto alle mie figlie che è esistito un tempo in cui, per incontrare un amico, ci si dava un appuntamento in un determinato posto a una certa ora, e che quell’appuntamento andava rispettato perché non sarebbe stato possibile sentirsi al cellulare per l’ormai abituale “io sono qui, tu dove sei?”, loro non mi credono. Così come gli sembra strana l’idea che, per vedere una persona, fosse necessario incontrarla. Ebbene, con il libro ho provato a dimostrare loro che, in un tempo non così lontano, siamo riusciti a sopravvivere anche senza smartphone.

Mi è poi sembrato necessario ambientare la storia in un’epoca in cui fosse possibile fumare all’interno dei locali e degli uffici pubblici. Jack, da bravo detective privato, ha sempre una “bionda” in bocca o a portata di mano, e sia lui che gli altri personaggi fumano in ogni dove e in ogni situazione. Nel ventunesimo secolo chi mai entrerebbe in un bar o al cinema con la sigaretta accesa?

A cura di Marina Toniolo

https://ilprologomarina.blogspot.com/

Andrea Raguzzino


Andrea Raguzzino, avvocato, è nato nel 1975 a Napoli, dove lavora e vive con la moglie Arianna e due figlie. Appassionato di letteratura di genere e fumetti, si diletta con la scrittura fin da quando ha impugnato la sua prima penna. Autore di molti incompiuti, ha pubblicato il racconto “Buon Compleanno” sul numero 1 della rivista Strane Storie (anno 2000 edizioni Lo Stregatto Editore) e il racconto “La grande occasione di Jack Rubino” nell’ambito della raccolta La cattiva strada. Antologia di racconti noir (anno 2020 edizioni Filigrana). Dal 1997, scrive e pubblica canzoni con i Liberi Su Cauzione. Ha inventato il personaggio di Jack Rubino come omaggio ai grandi autori americani del genere noir classico, da Dashiell Hammet a Raymond Chandler, aspirando a fare tesoro della loro imprescindibile lezione miscelandola con un po’ di sana ironia mediterranea. Un amico nei guai per Jack Rubino è il suo primo romanzo.

 

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