Recensione di Laura Salvadori
Autore: Marco Peano
Editore: Bompiani
Genere: narrativa
Pagine: 192
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Tutto ha inizio con una ragazzina che gioca nella neve. Si chiama Sonia, sono le vacanze di Natale del 1996 – quelle della grande nevicata – e lei deve passarle suo malgrado a casa della nonna. Siamo a Lanzo Torinese, un paesino di mezza montagna dove ogni cosa sembra rimasta ferma a cinquant’anni prima. Compresa la casa cigolante e ingombra di mobili in cui vive nonna Ada, schiva, severa vecchia che nella zona ha fama di guaritrice (ma chissà, forse è altro), per la quale Sonia prova un affetto distante. La scuola ha chiuso prima del previsto a causa di quello che tutti chiamano “l’incidente”: la professoressa Cardone, acida insegnante di italiano, si è trincerata nella sua aula e durante una lezione – di fronte a una classe segregata e terrorizzata – ha fatto qualcosa di indicibile. Qualcosa che adesso, mentre Lanzo un po’ alla volta si svuota per via delle feste e dell’incessante vento ghiacciato, sembra riguardare tutti gli abitanti. Toccherà a Sonia, insieme al suo amico Teo, ragazzino di famiglia contadina educato alla voracità, affrontare l’incubo in cui sono precipitati. Complici per forza, Sonia e Teo si avventurano nel biancore accecante della neve col distacco curioso di chi non ha pregiudizi e forse proprio per questo può sperare nella salvezza. Ma che cos’è la salvezza? Andar via, cambiare vita? O restare e tentare di resistere? Un romanzo lucido e terribile, divertito e tagliente, che si misura con i grandi temi – la paura, la crescita – e reinventa le regole del gioco. Una storia sulla fatica di cavarsela in un mondo a misura di adulti, quando gli adulti escono di scena e ti lasciano solo.
Recensione
Tutto in questo romanzo parla di contrasti. Tra il nuovo e il vecchio, tra credenza e obiettività, tra candore e calcolo. E soprattutto tra infanzia e maturità. Tra il mondo della fanciullezza, dove tutto ha un sapore magico e modificabile attraverso la fantasia, e il mondo degli adulti, senza sogni, freddo nella sua distante visione delle cose, che sono, inevitabilmente, come sono e non come vorremmo che fossero.
Ed è contrasto anche tra il contenuto del romanzo e i toni attraverso cui si esprime e si racconta, Marco Peano utilizza un linguaggio soave, quasi fiabesco. Assolutamente distante dal registro cupo e ammiccante che ci si aspetta da un romanzo che parla di mostri, immaginati, immaginari ma assolutamente percepiti come tali. Mostri che si palesano in mezzo alla serenità di una infanzia cheprocede lenta, con i suoi alti e bassi e le sue sempre più frequenti incursioni nel mondo dei grandi, del quale si percepiscono, sempre più chiaramente, gli stridori, gli aghi e le contraddizioni.
L’infanzia di Sonia è un lago fermo sotto la cui superficie si intuiscono le prime increspature, che si formano con le prime consapevolezze. Sonia, che si affaccia ai primi sogni, che guarda la sua famiglia con occhi disincantati, a scoprire le debolezze del padre e i misteri che ammorbano la quotidianità di nonna Ada, una figura distante, che nasconde una saggezza che sconfina con oscuri poteri e antiche tradizioni. Sonia, che nasconde in se stessa sensazioni che la spaventano e la affascinano al tempo stesso. Sonia, che è pur sempre una bambina, che indugia nell’infanzia e spia da lontano il mondo che la aspetta dietro l’angolo. Un’età ingrata, che ti spinge verso le prime scoperte e al contempo ti trattiene per le braccia come per difenderti da un mondo insidioso e sconosciuto.
I mostri di Sonia e del suo amico Matteo sono reali. Si vedono, si toccano con mano. E sono spaventosi, abbacinanti e incredibili. Un incubo al quale i due ragazzini guardano con raccapriccio ma privi di stupore, come se si aspettassero solo orrore e spavento dagli adulti. Sono mostruosità che fanno precipitare la realtà in qualcosa di innominabile, che si contrasta tuttavia semplicemente con la volontà di scoperta. Con la coesione, il coraggio e la volontà di cambiare le cose.
In fondo c’è sempre una spiegazione a tutto e anche la vicenda che prenderà in scacco il paesino dove vive Sonia avrà il suo triste epilogo, che si spiega sia con la logica che con la magia. Sarà il lettore, come del resto Sonia, a scegliere a cosa credere. Se credere alla razionalità o all’incantesimo.
Crescere in fondo è davvero la cosa più difficile. A Lanzo come nelle grandi città. Ed è il passaggio topico dall’infanzia alla maturità che segna le nostre vite. Aprire gli occhi per vedere e non solo per guardare è l’atto più eversivo che si possa immaginare. E anche quello più spaventoso ed eccitante.
Marco Peano
è nato a Torino nel 1979, ed è editor di narrativa italiana per la casa editrice Einaudi. Ha pubblicato nel 2015 il suo primo romanzo, L’invenzione della madre (minimum fax), un successo di critica e di pubblico, Premio Volponi opera prima e Premio Libro dell’anno di Fahrenheit.
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