Recensione di Ilaria Bagnati
Autore: Inès Cagnati
Traduzione: Ena Marchi
Editore: Adelphi
Genere: Romanzo
Pagine: 184
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Questo romanzo è la storia dell’amore, lancinante e assoluto, di una figlia, Marie, nata da uno stupro, per la madre, Eugénie detta Génie, che, ripudiata dalla famiglia e respinta dalla comunità dopo che ha generato una bastarda, si è murata nel silenzio e nella lontananza. Una madre che sa dirle soltanto: «Non starmi sempre tra i piedi», che raramente la abbraccia; una che tutti, in paese, bollano come matta e sfruttano facendola lavorare nei campi e nelle fattorie in cambio di un po’ di frutta, di un pezzo di carne. Ma l’amore di Marie è impavido, indefettibile – va oltre il tempo. Con una scrittura di assoluto nitore, laconica e bruciante, a tratti intensamente lirica, Cagnati ci racconta una vicenda in cui, sullo sfondo di una terra aspra e inclemente, si intrecciano brutalità e tenerezza, strazio e rancore, lutto e incantamento, riuscendo a raggiungere un’essenzialità trasognata che sembra dissolvere la tragicità degli eventi.
Recensione
«Non starmi sempre tra i piedi»
è il leitmotiv della vita di Marie, ciò che si sente dire più spesso dalla madre Eugénie. “Génie la matta” è come la chiamano tutti perché dopo lo stupro subito si è chiusa nel mutismo e parla a monosillabi.
Da quello stupro è nata Marie, la bastarda Marie, figlia di quella matta di Génie. Un marchio che si portano cucito al petto, che non si scolla, marchiato a fuoco. Marie passa le sue giornate insieme alla madre che si spacca la schiena e si consuma per i lavori nei campi, nelle fattorie e nelle case limitrofe.
Marie è piccola e le sue gambette devono correre per stare dietro alla madre quando si reca al lavoro, la bambina ha paura di perdere di vista la madre, di non ritrovarla e così ogni volta si affanna e quando la raggiunge lei le dice di non starle tra i piedi. Le manifestazioni di affetto di Génie nei confronti della figlia sono rare, poche volte la abbraccia, si prende cura di lei ma l’amore di Marie basta per entrambe.
Per Marie, Génie è tutto il suo mondo, la ama in modo sconfinato, assoluto, indipendentemente dal suo comportamento schivo e anaffettivo.
Le pagine dedicate alla madre si intrecciano con quelle dedicate a Pierre, l’unico che sembra amarla e che voglia davvero il suo bene e la sua vicinanza.
La brutalità così cozza con l’amore, il brutto si scontra con il bello, l’aridità con l’amore. Génie la matta è un inno all’amore filiale, il racconto di una ragazza che si ricorda bambina alla quale bastava la vista della madre per sentire il cuore battere, “che fa il matto” come dice lei.
Génie la matta è un racconto straziante, delicato e brutale allo stesso tempo, che va letto lentamente anche se il lettore sentirà la necessità di correre come le gambette della piccola Marie.
Diceva: «Non ho avuto niente, io».
Io dicevo: «Hai me».
Ma lei continuava a piangere. Allora credevo che non mi volesse. Volevo amarla ogni minuto della mia vita perchè mi volesse, la seguivo dappertutto. Lei diceva: «Non starmi tra i piedi».
Ma io volevo amarla, starle sempre accanto.
A cura di Ilaria Bagnati
ilariaticonsigliaunlibro.blogspot.com
Inès Cagnati
(21 febbraio 1937-9 ottobre 2007) è stata una scrittrice italo-francese che visse nella Francia rurale. I suoi romanzi trattano dell’esperienza di essere un outsider, di crescere poveri nella Francia rurale e del silenzio che accompagna l’incapacità di comunicare. È stata anche insegnante di letteratura francese al Lycée Carnot di Parigi.
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