Omicidio al Milano Innovation District
Recensione di Sara Zanferrari
Autore: Giovanni Azzone
Editore: Francesco Brioschi Editore
Genere: giallo
Pagine: 208
Pubblicizzazione: 20 maggio 2021
Sinossi. Milano, anno 2030: il Coronavirus è stato sconfitto e nell’area che ha ospitato Expo sorge il quartiere avveniristico Mind. Qui, dove la vita è regolata dai big data e dall’intelligenza artificiale, i palazzi sono cognitive building, le auto sono driverless, e i corrieri sono droni. Una mattina però l’equilibrio al silicio improvvisamente si infrange: Paolo Livoni, architetto di fama mondiale, viene trovato morto nel suo appartamento. Che sia stato ucciso? Impossibile, il livello di sorveglianza e i dispositivi ipertecnologici non l’avrebbero mai permesso. A dirigere le indagini ci sono Giulio Arrigoni, il responsabile del Centro di Controllo di Mind, e la sua squadra di specialisti. Insieme dovranno guardarsi dalle fughe di notizie, schivare le insidie della burocrazia tradizionale, fino a mettere insieme i pezzi di un intrigo internazionale con implicazioni geopolitiche. Giovanni Azzone immagina una realtà non troppo lontana dove scienza e medicina giocheranno un ruolo ancora più pervasivo a discapito di privacy e sicurezza. E ci consegna un giallo dalle atmosfere high-tech.
Recensione
Un esordio incredibile. Un giallo classico inserito in un contesto futuristico che tiene il lettore ancorato saldamente alla storia dall’inizio alla fine. Niente digressioni inutili, chiare e interessanti le spiegazioni tecniche mai noiose, buono l’impianto quasi schematico delle indagini che aiutano anche il lettore più smemorato o distratto a non perdersi nessun dettaglio. Buono il linguaggio, semplice, chiaro, senza fronzoli.
Milano 2030, nell’area che nel 2015 ha ospitato l’Expo è stato costruito il Milano Innovation District (MIND): costruzioni supertecnologiche, dotate di controlli, sicurezze, comfort personalizzati, che si modificano secondo le esigenze di chi le abita, dove vengono anche raccolti dati personali in gran quantità. Si tratta di una creazione dell’archistar Paolo Livoni, che viene improvvisamente trovato morto nel suo appartamento. Peccato che nelle abitazioni di Mind sia impossibile entrare se non “invitati” dai proprietari. Dunque, cosa è successo al famoso architetto? Si è suicidato? Lo hanno ucciso? E quali ragioni potrebbero nascondersi dietro a questa morte?
La caccia al colpevole sarà in mano non alle forze dell’ordine, almeno inizialmente, ma a Giulio Arrigoni, responsabile del centro di controllo del Mind, che dovrà velocemente venire a capo di tutti gli interrogativi che pendono su questa morte illustre, quanto pericolosa per tutto il sistema di Mind: cosa succederebbe se si scoprisse che i sistemi non sono così sicuri come si crede, o peggio?
Il giallo è molto ben architettato, e prende via via corpo fino ad assumere i contorni di un rischioso conflitto geopolitico. Ma è l’ambientazione high-tech ad avermi molto affascinato.
A questo punto vogliamo ancora una storia ambientata in questo meraviglioso, futuristico (ma non troppo, come spiega in una nota finale l’autore) Mind!
A cura di Sara Zanferrari
Giovanni Azzone
ha insegnato Impresa e decisioni strategiche nel Politecnico di Milano, di cui è stato rettore dal 2010 al 2016. Nel 2019 ha curato assieme a Michela Arnaboldi ed Enrico Periti Università sostenibili (Il Mulino). Tra le sue pubblicazioni: L’impresa. Sistemi di governo, valutazione e controllo (Rizzoli Etas, 2011), Sistemi di controllo di gestione. Metodi, strumenti e applicazioni (Rizzoli Etas, 2006), Controllo di gestione nelle amministrazioni pubbliche. Decisioni e accountability per ministeri, enti locali e università (Etas, 2008). Questo è il suo primo romanzo
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