Annabelle




Recensione di Fiorella Carta


 Autore: Lina Bengtsdotter

Traduzione: Barbara Fagnoni

Editore: DeA Planeta

Genere: thriller

Pagine: 320

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Avere diciassette anni. Rubare il vestito celeste alla mamma per andare a una festa. E poi, sparire nel nulla. Annabelle svanisce così, senza un motivo e in apparenza senza lasciare traccia. La famiglia, gli amici, i vicini: nessuno nella piccola comunità di Gullspång, sprofondata tra le fitte foreste di Svezia, sembra in grado di fornire elementi su quanto accaduto quel venerdì notte. Al padre, che invano esce a cercarla per la campagna, e alla madre, consumata dall’angoscia e dal senso di colpa, non resta che affidarsi agli agenti della Polizia Criminale che da Stoccolma giungono a prendere in mano le indagini. Per l’agente Charline Lager – per tutti Charlie –, però, scoprire chi era Annabelle e cosa le è successo non significa solo affrontare un caso tra i più delicati e complessi di sempre. Perché un passato come il suo non si cancella. E perché Gullspång – le casette uguali, le acque fredde del lago, l’emporio abbandonato e i segreti che nasconde – non è un posto qualunque, ma il suo posto, quello che si porta scolpito dentro e dal quale fuggire è semplicemente impossibile.

Recensione

La mia fortuna nel leggere autori d’esordio non mi ha abbandonata neanche questa volta.

Ragazzi che thriller! Ogni tanto passavo le mani sul viso, incredula.

Di solito non traggo mai conclusioni, al massimo avanzo qualche sospetto, ma nulla più, le lascio indietro insieme allo scorrere delle pagine.

Stavolta ogni singolo personaggio, dalla protagonista Charlie agli indagati, fino ai semplici cittadini, era delineato talmente bene da suscitare curiosità.

La scomparsa di Annabelle è solo la miccia, insieme al ritorno di Charlie nella cittadina in cui ha vissuto da piccola.

Questo è il motore di vicende, presenti e passate, che riportano a galla azioni atroci, bugie e fughe da verità scomode e tristi.

Un’indagine che non lascia molti innocenti alle spalle.

Le colpe dei padri ricadono sui figli?

In questo thriller rinchiuso nelle mura di una cittadina sbandata, le colpe di figli, padri, amici e parenti ricadono sull’esistenza di ognuno, come a far capire che siamo sempre responsabili delle nostre azioni, anche di quelle mancate e che ogni passo che facciamo, scegliendo una strada anziché un’altra, scegliendo l’inerzia davanti a un’ingiustizia ad esempio, provoca conseguenze anche sulla vita di chi mai avremmo immaginato.

Un nordico che, in realtà, lascia un pò dietro i paesaggi che ben si amalgamano a persone e vicende in altri romanzi.

Unico neo, questo, che non rovina comunque una storia affascinante, trascinante e che, a prescindere dal finale che oramai conosco, rileggerò fra qualche tempo, perché il viaggio fino all’ultima pagina mi ha veramente coinvolta.

Lina Bengtsdotter


Lina Bengtsdotter è cresciuta a Gullspång e, dopo aver vissuto nel Regno Unito e in Italia, attualmente risiede a Stoccolma con il marito e i tre figli.