Balfolk killer




Recensione di Sara Ferri


Autore: Franco Busato

Editore: Eclissi Editrice, Collana I Dingo

Genere: giallo

Pagine: 240

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. Capodanno duemila diciotto. Allo scoccare della mezzanotte, sotto il bagliore dei fuochi d’artificio, una donna viene uccisa nel parcheggio della stazione ferroviaria della Bovisa a Milano. Solo Molina, l’ex bibliotecario protagonista del caso del Delitto a Villa Arconati, si trova suo malgrado coinvolto: la vittima era una sua amica.  Molina promette a sé stesso che scoprirà chi l’ha uccisa. Con le sue intuizioni, le sue amicizie improbabili e i suoi estrosi suggerimenti anonimi, anche questa volta aiuterà la polizia a dipanare la matassa di questa storia ambientata nel mondo del ballo folk milanese, tra locali da ballo, corsi di danza, musicisti e canzoni folk: una colonna sonora reale coinvolgente come il romanzo. Un libro da leggere e danzare.

Recensione

Il suono delle parole è una musica dolce per chi la sa ascoltare. E questo libro, con le sue canzoni, è tutto da sentire, con la mente e con il cuore. La storia che viene raccontata andrebbe vissuta con un sottofondo musicale, quello delle canzoni Folk presenti in questo libro.

Canzoni suonate con strumenti antichi i cui nomi hanno un sapore particolare, a volte quasi esotico… clarinetto, fisarmonica, filicorno.

L’autore, che ho avuto il piacere di conoscere di persona, ha definito questo libro un giallo classico, classificandolo, con questo termine, tra i gialli in cui i crimini descritti al suo interno non possiedono quella crudeltà che caratterizza i thriller di oggi.ù Eppure in Balfolk Killer i delitti sono efferati, senza, tuttavia quella brutalità a cui siamo avvezzi ultimamente.

È il ritmo delle musiche a trascinare il lettore attraverso la storia. Una storia che proviene dal passato, dove il protagonista del primo libro di questo autore, l’ex bibliotecario Molina, si ritroverà, suo malgrado coinvolto nella spietata caccia all’assassino.

Una scia di sangue lega la prima vittima Maja, alle altre che si succederanno lungo le pagine… nonché a Molina. Il legame che li lega è saldo e ha origini antiche. Un legame che porterà l’ex bibliotecario a mettersi di nuovo in gioco, tutto per fare luce su quanto accaduto alla sua amica.

I personaggi di Balfolk Killer sono, per usare una similitudine, folcloristici. I lori nomi, particolari e atipici, richiamano alla mente gli ambienti tipici dei piccoli paesi, in cui tutti si conoscono, e il vero nome spesso è sostituito da un nomignolo. Lo stesso Molina, caratterizzato da una particolare tendenza alla solitudine e che di nome fa Solo, viene delineato con precisione. Il carattere schivo dell’uomo ben si miscela con i personaggi che fanno da contorno a questa storia: Vetrino, Pascal, Delia.

Personaggi che sembrano usciti da un altro tempo, e da una Milano che ci è del tutto sconosciuta, per lo meno ai profani del ballo Folk, come me. È, infatti questo ballo, che lega ciò che accade nel libro. questo ballo così allegro, carico di tradizione sarà la base di partenza per una lunga scia di sangue da cui nessuno si salva.

Ed è in mezzo alla “Scighera” lombarda che il killer si muove, nascosto tra questa nebbia fumosa che ammanta ogni cosa e ovatta i sensi.

Una nota dolente, a mio avviso: non so se sia corretto l’utilizzo del termine “commissario” al femminile. In ogni caso, questo termine suona male, in un contesto in cui la musicalità della storia la fa da padrone, avrei sostituito il Commissaria, usato dall’autore, con il noto e classico Commissario!

Franco Busato


Franco Busato, nasce a Milano nel 1957, vive a Bollate. È stato direttore responsabile di due piccole testate giornalistiche di carattere naturalistico e sindacale e presidente di un circolo culturale. Ha ricevuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti: L’insegnante di Italiano (concorso The social book), Per un brevissimo tempo infinito (concorso Fuori dal tempo), L’anello ateo di Dio (Premio Letterario Internazionale Montefiore). Con il suo romanzo Delitto a Villa Arconati entra tra i finalisti del Premio Giallo Indipendente 2017 ottenendo anche una menzione speciale dalla giuria popolare “Per aver unito narrativa e arte”.