Il mistero di Gravina
di Luciano Garofano, Mauro Valentini
Armando Editore 2022
Società e scienze sociali pag.136
Sinossi. Francesco Pappalardi detto Ciccio, di tredici anni e suo fratello Salvatore detto Tore, due anni più piccolo, scompaiono la sera del 5 giugno 2006 dal centro di Gravina, borgo storico dell’alta Murgia. Per lungo tempo il destino dei due ragazzi rimane avvolto nel mistero fino a che, un anno e mezzo dopo, viene arrestato il padre dei due: Filippo. Secondo l’accusa è stato lui a uccidere i figli e a nasconderne i corpi. Sembra tutto risolto quando qualche mese dopo un ragazzino, coetaneo di Ciccio e Tore, cade in una cisterna scavata nel sottosuolo di un palazzo abbandonato nel centro cittadino e da tutti chiamato La casa delle Cento Stanze. I Vigili del Fuoco che soccorrono il ragazzo, rinvengono così i corpi di Ciccio e Tore, caduti anch’essi nello stesso luogo quella sera di due anni prima. Il ritrovamento consentirà la scarcerazione di Filippo, ingiustamente accusato, disegnando nuovi scenari sui fatti di quella sera. Luciano Garofano e Mauro Valentini ripercorrono questa clamorosa vicenda umana e giudiziaria attraverso documenti, testimonianze e avvalendosi anche della narrazione di Filippo, vittima di un errore giudiziario sventato per puro caso. Un libro che offre percorsi non solo narrativi ma anche indicazioni concrete da destinare agli inquirenti per una possibile riapertura delle indagini e per scoprire finalmente cosa è accaduto a Ciccio e Tore. Per scoprire la verità.
Ciccio e Tore. Il mistero di Gravina
A cura di Chiara Forlani
Recensione di Chiara Forlani
La recensione di questo libro è stata la più difficile tra quelle che ho scritto. Di solito leggo romanzi, ma quanto è narrato in questo testo è la realtà, ed è questo a fare la differenza. Una grossa differenza, che mi ha fatto soffrire come e più che in passato, perché qui quello che è successo è scritto chiaramente, e pensare a due ragazzini morti dissanguati o di fame e freddo nella profonda cisterna di una casa abbandonata è una cosa atroce e profondamente ingiusta.
Penso che molti di noi nel 2006 siano rimasti incollati a lungo allo schermo, in particolare durante la trasmissione “Chi l’ha visto?” per sapere che fine avevano fatto questi due scugnizzi dal viso simpatico, residenti a Gravina di Puglia. Il paesaggio di quelle zone presenta numerose cavità naturali, e il fatto che i due fossero caduti in un pozzo era stato preso in considerazione. Quello che non si era capito è che il pozzo si trovasse nella grande “Casa delle cento stanze”, che sorgeva in pieno centro, sotto gli occhi di tutti. È stato necessario che un altro ragazzo, quasi due anni dopo, cadesse nel medesimo buco, che dava accesso a una grande cisterna sotterranea, per fare sì che i corpi mummificati di Ciccio e Tore venissero alla luce.
Quello che non è chiaro, e forse mai lo sarà, è il motivo per cui gli amici che giocavano con loro quella sera non abbiano dato l’allarme dopo la loro scomparsa.
Si trattava di un gioco solitario dei due fratelli?
Non c’era nessuno con loro?
E allora, perché in seguito hanno raccontato cose non vere su quanto successo quella sera?
Prima del ritrovamento dei due corpi, è stato il padre di Ciccio e Tore, Filippo Pappalardi, a essere incriminato e in seguito incarcerato, nonostante si dichiarasse innocente. È proprio questo lo scopo principale del libro: spiegare al mondo come sono andate realmente le cose e scagionare una volta per tutte da ogni sospetto il padre, che aveva la sola colpa, se di colpa si può trattare, di avere una famiglia allargata e complicata da portare avanti. I figli erano infatti cinque in tutto: uno comune ai due membri della coppia, e due a testa, nati da unioni precedenti.
La costruzione del libro è esemplare, ricca com’è di elementi reali di indagine e rapporti ufficiali, provenienti dalle forze dell’ordine. Del resto, gli autori, un giornalista famoso e un ancora più famoso comandante dei Ris, non possono che essere fedeli alla realtà dei fatti, anche se cruda.
A noi lettori resta la domanda, immancabile: perché?
Ciccio e Tore si sarebbero potuti salvare, se si fosse intervenuti in tempo, ma la verità è stata celata troppo a lungo. Perché? È stata solo una disgrazia o qualcuno ha delle responsabilità che non sono ancora emerse, e probabilmente mai emergeranno? Un dolore grande, leggere questo libro, ma un tributo alla verità.
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Luciano Garofano e Mauro Valentini
Luciano Garofano, nato a Roma nel 1953, è un biologo italiano, generale in congedo dell’Arma dei Carabinieri. Laureato in Biologia all’Università degli Studi di Roma La Sapienza si è specializzato all’Università degli Studi di Napoli Federico II in tossicologia forense. Nel 1978 si arruola nell’Arma dei Carabinieri e fino al 1988 comanda la Sezione Chimico-Biologica del Centro Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma. Dal 1988 al 1995 è comandante della Sezione Biologia dello stesso centro. Dal 1995 fino al 2009 è comandante del R.I.S. di Parma (Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche), chiamato sulla scena di molti casi giudiziari avvenuti negli ultimi decenni nel nord Italia (strage di Erba, il serial killer Bilancia, caso Cogne, ecc.). Dal 2010 è conduttore del programma televisivo L’altra metà del crimine, in onda su LA7d. Fa parte dello staff della trasmissione televisiva Quarto grado (condotta da Gianluigi Nuzzi) in onda su Rete4. Tra le sue opere, si segnalano: Delitti imperfetti. Atto I & atto II, Tropea 2006, Delitti e misteri del passato, Rizzoli 2008, Il processo imperfetto, Rizzoli 2009, Assassini per caso, Rizzoli 2010.
Mauro Valentini è uno scrittore e giornalista romano, che da 25 anni vive a Pomezia. Ha diretto in passato un blog-magazine di grande successo e oggi scrive principalmente di cronaca nera e di cinema collaborando con diverse testate nazionali, tra le quali Settimanale Grandangolare, Giallo e Cronaca & Dossier. Con Sovera ha pubblicato, oltre all’ultimo Mirella Gregori – Cronaca di una scomparsa , Marta Russo – Il Mistero della Sapienza, con cui ha vinto l’undicesima edizione del Premio letterario Costa d’Amalfi letteratura 2017; e poi 40 passi e Cianuro a San Lorenzo, tutti libri che hanno analizzato i misteri insoluti di crimini avvenuti a Roma, contribuendo a riaccenderne l’interesse mediatico e investigativo. È relatore di diversi convegni sul tema della violenza di genere e nel territorio dove vive è riferimento culturale per iniziative culturali e letterarie. È ospite di numerosi programmi di approfondimento radiofonici e televisivi come opinionista. Ama il Cinema francese, il noir e la nouvelle vague i suoi ideali narrativi. Come autore letterario è stato premiato in diverse manifestazioni internazionali, quali il Premio Letterario città di Taranto e il Concorso di scrittura Monte Argentario. Per l’impegno letterario gli è stato conferito nell’estate del 2018 il premio Acquanoir 2018 organizzato dall’associazione letteraria Omicron, con l’alto patrocinio del Comune di Gaeta.