Delitto di benvenuto




Un’indagine di

Scipione Macchiavelli


Autore: Cristina Cassar Scalia

Editore: Einaudi

Collana: Stile libero big

Genere: Giallo

Pagine: 314

Anno edizione: 2025


Sinossi. Dalla Roma della «dolce vita» alla quieta provincia siciliana degli anni Sessanta, un salto che il commissario Scipione Macchiavelli avrebbe evitato volentieri. Ma il trasferimento è stato imposto dall’alto, e lui sa bene il perché. Peccato non abbia nemmeno il tempo di ambientarsi: subito si trova per le mani una vicenda intricata, che lo mette alla prova come mai era successo. Con Delitto di benvenuto Cristina Cassar Scalia ci regala un nuovo, irresistibile personaggio. Dicembre 1964. Scipione Macchiavelli, giovane funzionario di Pubblica sicurezza, viene trasferito dal commissariato romano «Via Veneto» a Noto, in Sicilia. Ad accoglierlo, oltre a un ambiente per lui quantomeno inusuale, c’è un’indagine assai più complessa di quelle a cui era abituato. Nella capitale ha avuto a che fare con casi non troppo impegnativi; appena arrivato nell’estremo Sud della penisola gli tocca occuparsi della misteriosa scomparsa di un notabile del luogo. Per fortuna può contare su una squadra di ottimi elementi, come il maresciallo Calogero Catalano e il brigadiere Francesco Mantuso. E sull’intuito di un’affascinante farmacista, Giulia Marineo, che raccoglie le confidenze dell’intera città e dalla quale Scipione è attratto sin dal primo momento.

 Recensione

di

Antonella Di Fabio


Un nuovo libro è sempre una nuova avventura, non priva di incognite.

Così commenta l’autrice nelle note finali ed effettivamente “Delitto di benvenuto. Un’indagine di Scipione Macchiavelli” è un nuovo capitolo nella prolifica produzione letteraria di Cristina Cassar Scalia.

La vicenda è ambientata negli anni ’60, ben descritti dall’autrice.

Appare per la prima volta il commissario Scipione Macchiavelli, trenta anni, romano, ricco di fascino. Figlio del principe del foro avvocato Cesare Macchiavelli segue negli studi le orme del padre ma il codice penale gli sarebbe servito per perseguire i delinquenti, non per ritrovarsi un giorno a capire come fare a difenderne uno. Per questo sceglie di intraprendere la carriera di commissario di Pubblica sicurezza nella costernazione della famiglia. 

Scipione per quattro anni si limita a dirigere “la dolce vita” del commissariato Via Veneto. A forza di bighellonare su e giú per via Veneto, gli occhi aperti su ogni opportunità di incontro che gli si presentava, sera dopo sera, festa dopo festa, l’appellativo di Paparazzo se l’era proprio chiamato.

Il suo comportamento da vanesio vitellone, sciupafemmine impunito, assiduo frequentatore della dolce vita romana celebrata dal cinema e dai rotocalchi, lo vede attore di uno degli scandali più bollenti mai consumatisi nel perimetro di quella via Veneto della quale la sua carica, invece, gli avrebbe imposto di tutelare l’ordine.

A causa di questo il 16 dicembre 1964 gli viene notificato il trasferimento “con effetto immediato” al commissariato di Pubblica sicurezza di Noto, provincia di Siracusa.

Il 21 dicembre, a ridosso delle feste di Natale, Scipione Macchiavelli sbarca in Sicilia e raggiunge la nuova sede.

Noto e la sua gente lo accolgono con curiosità e calore e ben presto il commissario si sentirà a casa.

Il suo arrivo è però funestato dalla scomparsa di un uomo che verrà poco dopo trovato cadavere. Questo “delitto di benvenuto” lo travolge e lo porta a dover farsi carico, per la prima volta, di una reale indagine.

Il maresciallo Catalano, il brigadiere Mantuso, il vicebrigadiere Giordano e l’appuntato Baiunco formano la squadra operativa, tutta siciliana, che affianca Scipione.

Saranno loro ad introdurlo nella vita di provincia e a fargli scoprire tutti i suoi pregi e difetti.

La loro stima e fiducia incondizionata spinge il commissario ad appassionarsi sempre di più all’indagine e alla sorte di quelli che comincia a sentire suoi concittadini, tra cui la bella farmacista Giulia Marineo.

Noto con le sue strade, salite, palazzi e chiese, la sua storia accoglie Scipione e gli dà le motivazioni giuste per far emergere le sue qualità investigative e di intuito finora sopite.

La trama semplice permette all’autrice di porre l’attenzione sui personaggi e i luoghi che sono i veri protagonisti.

Mi è sembrato infatti un romanzo teso a far conoscere il commissario Scipione Macchiavelli, la sua squadra e il variegato popolo di Noto, a renderli familiari, a farli amare dal pubblico in attesa di storie sempre più avvincenti e profonde che credo non tarderanno.

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Cristina Cassar Scalia


è originaria di Noto. Medico oftalmologo, vive e lavora a Catania. Ha raggiunto il successo con i romanzi Sabbia nera (2018), La logica della lampara (2019), La Salita dei Saponari (2020), L’uomo del porto (2021), Il talento del cappellano (2021), La carrozza della Santa (2022), La banda dei carusi (2023), Il Castagno dei cento cavalli (2024) – tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero – che hanno come protagonista il vicequestore Vanina Guarrasi; da questi libri, venduti anche all’estero, è in progetto la realizzazione di una serie tv. Con Giancarlo De Cataldo e Maurizio de Giovanni ha scritto il romanzo a sei mani Tre passi per un delitto (Einaudi Stile Libero 2020).