Recensione di Laura Salvadori
Autore: Riccardo Bruni
Editore: Amazon Publishing
Genere: thriller
Pagine: 314
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Una sedicenne volata giù da un ponte e un’indagine chiusa con troppa fretta. L’avvocato Leo Berni ha il compito di far riaprire il caso alla procura e rendere così giustizia alla giovane Arianna, la cui madre non riesce a credere che si tratti davvero di suicidio. C’è infatti una lettera anonima in cui si parla di strani intrighi nella scuola della ragazza, un esclusivo istituto privato sulle colline tra Siena e Firenze. E un quaderno con dei racconti fantasy che pare contenere indizi importanti. E poi c’è Berni: la solita vita sregolata, l’ironia tagliente e la nostalgia, la banda di improbabili personaggi e quasi delinquenti che lo affianca fedelmente. Sulle tracce di testimoni nascosti e trame segrete di poteri occulti, tra rocamboleschi inseguimenti ed esilaranti colpi di scena, Berni percorre la Toscana per risolvere il caso e… perché no, per recuperare anche un po’ di quell’erba portentosa del mitico Botanico di Livorno. E un nuovo viaggio lisergico, tra Pink Floyd, Guerre stellari, giochi di ruolo e un passato doloroso e dimenticato, sarà forse il passo decisivo per scoprire la verità su Arianna e su sé stesso.
Recensione. “Sa cos’è la teoria dei multi versi, Lidia?” (…) “E’ l’idea che esistano tante realtà diverse, come se fossero mondi separati, ma vicini, in alcuni casi. Tanto che possono toccarsi, come anelli. E nel punto in cui si toccano, è possibile passare da un mondo all’altro” (…) E’che a volte abbiamo bisogno di un altro mondo, per capire il senso di questo”
La scintilla che è scoccata tra l’Avvocato Leonardo Berni e la sottoscritta assomiglia ormai più ad un incendio che ad una fugace fiamma, che, ardente e infuocata che sia, è destinata a spegnersi con il tempo. Un incendio spontaneo, un fuoco impetuoso che si trasforma in una lenta combustione, che illumina e scalda per tutto l’inverno. Un fuoco che non porta in sé il seme della colpa, eccezion fatta, forse, per la talentuosa penna di Riccardo Berni, rea di avermi rapito, fatto sorridere e illuminato durante le mie recenti serate, troppo poche, in verità, perché “Di questo e altri mondi” si legge senza quasi accorgersene.
Leo Berni torna ad allietare i suoi lettori e lo fa in grande spolvero e anche con umiltà, dato che si può leggere questo secondo volume anche senza aver letto il primo. Perché, sappiatelo, bastano poche battute per inquadrare Leo, per conoscerlo così com’è, bislacco, un po’ cialtrone, disordinato, disorganizzato, incline ad idilli alcolici, sfigato, disilluso. E per apprezzare le sue qualità fatte di grande umanità, integrità e onestà, il tutto condito da uno spiccato senso dell’umorismo. Leo si può solo amare. Leo non ammette sentimenti negativi; uno così, genuino, a cui non interessa apparire, che non si vergogna di mostrarsi com’è, si fa ben volere da tutti! Uno con gli abiti spiegazzati, la barba lunga, le calze di diverso colore. Uno col frigo perennemente vuoto, che spalma la maionese sulle fette biscottate, che vive nel disordine. Uno però del quale ti puoi fidare, che senti a pelle, subito. Uno che ha deciso di cercare di essere una brava persona, anche a costo di passare da pessimo avvocato.
Leonardo ha rinunciato ad una carriera di spicco come avvocato di un importante studio legale per difendere la sua integrità di uomo. Nella sua vita c’è stato un “Caso Sbagliato” che gli ha aperto gli occhi o lo ha allontanato da un ambiente in cui il denaro è in grado di comprare tutto. Leonardo non si è mai pentito del suo gesto e ha accettato di vivere ritagliandosi un angolo, angusto e lontano dai riflettori, dal quale difende i derelitti e i poveracci, senza indossare una cravatta e ricevendo i suoi clienti nella “Bat-caverna”, un bar multietnico nascosto anch’esso in un angolo di Siena.
I suoi consulenti sono una banda male assortita di amici strampalati. Sandrone, Vespa, Giulio, Marco accompagnano Leo in improbabili scorribande; tutti amanti dei giochi di ruolo, abituati a cene ipercaloriche a base di “arrosto di cinghiale morto” cucinate da Zerlina, e a leggendarie bevute al “Bar Collo”, dove l’ormai poco sobrio gruppetto finisce le sue serate. Ma su questi colorati personaggi Leo sa di poter contare e ognuno di loro finisce per aver un ruolo nelle sue indagini.
La cornice in cui Leo si muove non è da meno. Leo vive a Siena, città che anch’io ho vissuto diversi anni fa. In questo secondo volume la scena si sposta anche in altri luoghi della Toscana, in un vortice di piccoli paesi, colline e boschi che non mi hanno lasciata indifferente. E mentre la lettura scorre, il lettore increspa le labbra in un sorriso, a volte impercettibile, spesso insopprimibile e comunque sempre presente. L’ironia è una dote che certo non manca a Riccardo Bruni, un aspetto che apprezzo in modo particolare. Non si sorride mai abbastanza, a parer mio e Leo sembra proprio aver fatto suo questo pensiero. L’ironia, il saper ridere di se stessi, l’arte di sdrammatizzare e di non prendersi troppo sul serio sono qualità che apprezzo moltissimo nelle persone.
Spendo una parola anche per la trama di questa seconda storia, che è davvero ben costruita.
L’espediente di inserire la storia di Erielin interrompe il flusso dei pensieri di Leo e getta al lettore degli appigli per formulare congetture e stabilire connessioni. Leo si avventurerà in una vera e propria indagine ricca di colpi di scena e intrisa dall’urgente bisogno di far chiarezza e di render giustizia ad una giovane vita spezzata. Ma diciamolo, con un protagonista così, la storia passa in secondo piano! Da parte mia, starei ore a parlare di Leo, tanto mi piace! Quello che fa, alla fine, è importante ma mai quanto lo è il personaggio che alla storia dà vita e mordente.
Insomma “Di questo e altri mondi” è una lettura piacevolissima e ben scritta. E se consideriamo che Leo Berni vi ammalierà e vi conquisterà dopo pochissime pagine e che non mancherete di sorridere alle sagaci battute dei poliedrici e buffi personaggi che incontrerete nella lettura, possiamo azzardarci a dire che Leo Berni vi mancherà subito, non appena avrete letto l’ultima pagina e riposto il libro in libreria. A me infatti manca già.
Riccardo Bruni
Riccardo Bruni è nato a Orbetello nel 1973. Giornalista e scrittore, è considerato un pioniere del self-publishing. Nel 2010 con “nessun dolore” ha vinto la prima edizione del torneo letterario “IoScrittore”. Nel 2013 il suo romanzo auto pubblicato “zona d’ombra” è diventato un importante caso letterario, scalando le classifiche di Amazon per alcune settimane, senza soffrire la concorrenza dei bestsellers internazionali. Nel 2016 ha pubblicato “la notte delle falene” candidato al premio strega e nel 2017 “la stagione del biancospino”, entrambi con amazon publishing. Nel 2018 esce “La promessa del buio”. I suoi romanzi sono stati tradotti in inglese e tedesco. Nel 2019 esce il primo volume dei casi dell’Avvocato Berni “Una sera di foglie rosse” a cui fa seguito “Di questo e altri mondi”.
Acquista su Amazon.it: