Stefania Crepaldi
Editore: Salani
Genere: Giallo
Pagine: 304 p. R.
Anno edizione: 2025

Sinossi. Chioggia. Mentre la nebbia, con tempismo perfetto, invade la laguna nella notte di Halloween, Fortunata è china su un cadavere. Nessun macabro scherzo però, è soltanto il suo lavoro: sta truccando il viso di un’anziana signora per il funerale che si terrà di lì a poche ore. A dire il vero la ragazza ha sempre desiderato un destino diverso, magari come pasticciera o come cuoca in un grande ristorante, ma suo padre ha bisogno di lei nell’impresa funebre di famiglia e farebbe qualunque cosa pur di rimandare i sogni della figlia. Il giorno dopo, Fortunata riceve una chiamata d’urgenza. Il suo padrino Dante Braghin, colonnello della Guardia di Finanza, deve darle due notizie. La prima: c’è una giovane donna, soffocata nell’incendio di una fabbrica, e vorrebbe che fosse lei a occuparsi del trasporto in ospedale. La seconda, ben peggiore: il loro comune amico, l’agente Vito Sabelli, l’uomo che più volte le ha spezzato il cuore, è di nuovo operativo. Sono i segni inequivocabili che altre disgrazie stanno per scombussolarle la vita, quando il suo unico desiderio sarebbe quello di sfornare pasticcini e rendere felici gli altri. Mescolando le atmosfere cupe del noir con quelle brillanti della commedia, Stefania Crepaldi costruisce un’indagine ricca di sorprese che ha come oggetto i contrasti, le speranze, le insicurezze che accompagnano chiunque cerchi di dare una direzione alla propria esistenza.
“Ringrazia te stessa. Sei tu che hai costruito il tuo futuro.”
Recensione
di
Loredana Cescutti
Ero molto curiosa di conoscere l’evoluzione della serie di Fortunata Tiozzo-Pizzegamorti, poiché avevo letto i libri precedenti in modo invertito rispetto all’ordine di uscita, ed era pure passato molto tempo dal secondo (“Morire ti fa bella” – Salani 2023).
Il finale, infatti, aveva lasciato aperti vari punti e io, come sempre, VOLEVO sapere.
Insomma, complice l’ennesimo sabato piovoso e l’incapacità di dormire quando avrei potuto, il piumone e nessun impegno particolare nella giornata, ho iniziato “Dimmi che non vuoi morire”, terzo capitolo della serie.”
L’ho iniziato e, in meno di ventiquattro ore l’ho finito.
La morte non è mai un affare romantico come lo dipingono nei film. La morte puzza. È un’impronta di paura… consapevolezza di non poter più cambiare le cose. Alla sua presenza mi ritrovo come ogni volta rispettosa e guardinga.”
Crepaldi, in questo lavoro, pur mantenendo alcuni capisaldi delle sue storie come l’ironia e una certa leggerezza, anche nei momenti peggiori, oltre alla cucina salvifica per la sua protagonista che rappresenta la VITA, qui il NOIR è assolutamente presente e potente e, finisce per tenerti sulle spine, sempre.
“Gestire operazioni del genere significa camminare su una linea sottile ogni giorno. E a volte devi prendere decisioni che ti lasciano cicatrici invisibili… Significa che ci sono cose che non posso raccontarti. Non perché non voglia, ma perché penso che alcune verità ti farebbero perdere la fiducia in tutto ciò per cui abbiamo lottato… abbiamo fatto ciò che era necessario, abbiamo dovuto fare tutto ciò che era necessario…”
Sì, perché qui si va oltre, il rischio è alto e le conseguenze non sono certe o, meglio, potrebbero trasformarsi in catastrofi.
Anche per Fortunata.
Legami.
Temi che questa volta andranno soppesati al microscopio.
“… perdonare è più per te che per lui…”
La difficoltà di voler/poter capire, associata all’incapacità di imporre una propria volontà.
Il caos delle emozioni, il bisogno di fare chiarezza e la paura di deludere.
“… non sai mai chi ti sta osservando davvero e fingere è sempre l’unica soluzione…”
Le scelte.
“Odio fare questo lavoro. Eppure, quando un corpo come questo si offre alla mia vista, posso percepire il disordine che la morte porta con sé, e il mio istinto primario è quello di ingannarla. Una volta soltanto, una volta ancora. Riportare la bellezza e l’ordine in un corpo svuotato. Restituire dignità a chi lo saluterà…”
Fortunata, si ritroverà fra capo e collo una responsabilità più grande di lei e mai cercata e, per nulla semplice.
La scrittura di Crepaldi incanta e cattura da subito, ti coccola con piatti dolci e salati goduriosi.
Ti affascina con un’indagine, anzi, con l’indagine più difficile.
Questo lavoro mi ha insegnato a diventare una spugna, ad assorbire le emozioni degli altri senza lasciarle trapelare.”
Poco tempo a disposizione e una tensione che logora la protagonista di giorno in giorno.
Tematiche importanti come l’accettazione dell’assenza, l’usura e le molestie.
Un quadro di argomenti che l’autrice riesce a trattare, rispettando ogni argomento.
“La preparazione di oggi mi ha ricordato che non temo la morte, ma ho paura di ciò che lascia dietro di sé. Le parole non dette gli affetti trascurati, i rimpianti. Ogni corpo che preparo mi fa chiedere: avranno detto tutto quello che volevano dire? Avranno vissuto come volevano vivere? E io, quando inizierò a vivere come desidero?”
Un’introspezione profonda della protagonista che mai come qui si ritroverà messa all’angolo, anche se ferma in talune certezze e, bisognosa di momenti di riflessione per riuscire ad accettare e capire.
Venezia, protagonista indiscussa fra calli e gallerie, fra luce e buio, fra profumi e odori “nature”, che richiama alla memoria una città magica.
Il finale lascia il lettore pago per alcune delle scelte consapevoli della protagonista ma, per sommo divertimento dell’autrice, immagino, secondo me non sarà l’unica ad attendere un seguito, perché non tutto si è definito.
“Non so cosa mi riservi il domani. Non so se troverò il coraggio di fidarmi di nuovo… per la prima volta da settimane, da mesi, sento che posso scegliere. Che la mia vita, imperfetta e piena di cicatrici, è ancora mia.”
A presto, spero, Fortunata!
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Stefania Crepaldi
è da oltre dieci anni editor freelance. Tiene corsi di scrittura e ha pubblicato il manuale Lezioni di narrativa. Regole e tecniche per scrivere un romanzo. Nel 2022 ha vinto il concorso letterario IoScrittore. Nel 2023 è uscito con Salani Morire ti fa bella, prima indagine di Fortunata Tiozzo Pizzegamorti. Di questa serie sono stati venduti i diritti per la realizzazione di una serie tv.