E’ solo una partita




Recensione di François Morlupi


Autore: Daniele Cavagna

Editore: Il Seme Bianco

Genere: Poliziesco

Pagine: 151

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Bergamo, primavera 2016. Bruno è un ragazzo di diciassette anni che potrebbe sfondare nel mondo del calcio, ma il suo rapporto difficile con il padre e un tragico incidente mandano in frantumi il suo sogno. Quattro anni dopo Bruno ha la sua occasione di rivincita. Allenatore di una squadra di calcio giovanile, raggiunge una finale nazionale contro ogni pronostico. Pochi giorni prima della partita, però, il giocatore più forte della sua squadra scompare nel nulla e Bruno viene arrestato per omicidio.

Recensione

Quando ho letto la sinossi dell’ultima fatica di Daniele Cavagna, non ho potuto resistere al fascino del connubio calcio/genere giallo. Cosa pretendere infatti di più, per un amante sfegatato dello sport nazionale italiano e del genere poliziesco?

Le aspettative erano dunque alte e devo ammettere di non essere rimasto deluso, anzi.

I protagonisti sono presentati in maniera scorrevole, ricercata e piacevole. Cavagna, soprattutto all’inizio del romanzo, decide di introdurli tramite sbalzi temporali che possono confondere ma intrigano e invogliano a proseguire. Il lettore si ritroverà con tanta carne al fuoco. Le situazioni e l’introspezione dei protagonisti risultano buone,  non scadendo mai nel banale né nel pesante. E’ questo, a mio avviso, il grande punto di forza del romanzo: la profondità e l’analisi psicologica degli attori principali di una vicenda in cui nessuno è innocente e in fondo, sono tutti colpevoli.

Vincente è la strategia dei capitoli brevi con l’alternarsi di punti di vista dei protagonisti. Conosceremo in maniera approfondita soprattutto due personaggi: Bruno e Agata. Diversi sicuramente per passioni e background, ma identici nel rispettare alcuni principi di professionalità, trasparenza e morali.

La storia risulta gradevole e lo stile di scrittura, moderno e con molti dialoghi, aiuta sicuramente a immedesimarsi nella testa dei protagonisti e a capire il perché delle loro intenzioni. Sono reali, con pregi e difetti e assolutamente plausibili.

Unico neo: cento pagine in più sarebbero state accolte con gioia; anche per approfondire alcune dinamiche e risaltare la cornice di un quadro che, in soli 150 pagine, risulta incompleta. E’ un peccato poiché il dipinto c’è ed è indubbiamente egregio. Avremmo voluto saperne di più!

Un altro punto positivo del romanzo è l’ambientazione della provincia di Bergamo che viene risaltata nel libro, in maniera precisa e dettagliata. Si può leggere, tra le righe, l’amore che l’autore possiede nei confronti del suo territorio e la sua relativa conoscenza dovuta al fatto che vive nella regione. Finalmente ci si allontana dalle stereotipate trame ambientate in America, infarcite di FBI, sceriffi e chi più ne ha più ne metta.

Il finale, adrenalinico e in crescendo si divora e, malgrado alcuni piccoli dettagli forzati, risulta convincente. L’ingranaggio tiene botta e regala anche un paio di colpi di scena degni di nota.

In conclusione, “è solo una partita” risulta buon poliziesco che lascia ben sperare per il futuro dello scrittore.

Daniele Cavagna


nato nel 1983 a Bergamo e da allora viv e a Oltre il Colle, un paese in Val Serina, diramazione della più nota Val Brembana. Il territorio, per lui, è importantissimo. Lo è tanto che pur essendo laureato in Scienze delle arti figurative, musica e spettacolo ha deciso di rimanere qui, per arricchire il suo territorio con diverse attività. Gestisce con i suoi famigliari il negozio di formaggi e prodotti tipici “Paganì Antichi Sapori”, un e-commerce dedicato agli stessi prodotti, il Parco Avventura Monte Alben, il B&B Casa Dolce Casa.

 

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