A cura di Silvana Meloni
È un film del 2022, diretto da Marco Bellocchio. La pellicola, con protagonista Fabrizio Gifuni nei panni dello statista democristiano Aldo Moro, rappresenta il secondo lungometraggio del regista basato sul rapimento di Aldo Moro avvenuto nel 1978, dopo Buongiorno, notte del 2003. Il film è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes 2022. La prima parte è stata distribuita nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 18 maggio 2022, mentre la seconda parte ha debuttato il 9 giugno successivo. Il film è diventato una miniserie televisiva in 6 puntate, trasmessa sulla RAI il 14, 15 e 17 novembre. Visibile ora su RaiPlay.
Trama
Il 16 marzo 1978, l’auto di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, è intercettata e bloccata in via M.Fani a Roma da un nucleo armato. Uccisi tutti gli uomini della scorta, Aldo Moro viene rapito. L’agguato e il rapimento vengono rivendicati dalle Brigate Rosse.
l racconto dei tragici giorni del rapimento di Aldo Moro, visti attraverso i molteplici punti di vista dei personaggi che di quella tragedia furono protagonisti e vittime: lo propone “Esterno Notte” di Marco Bellocchio che – dopo “Buongiorno, notte” – torna su quelle drammatiche pagine della nostra storia con un nuovo originale sguardo: ‘Ho voluto stavolta farne una serie – dice il regista – per raccontare l’Esterno di quei 55 giorni italiani stando però fuori dalla prigione tranne che alla fine, all’epilogo tragico. Esterno notte perché stavolta i protagonisti sono gli uomini e le donne che agirono fuori della prigione, coinvolti a vario titolo nel sequestro: la famiglia, i politici, i preti, il Papa, i professori, i maghi, le forze dell’ordine, i servizi segreti, i brigatisti in libertà e in galera, persino i mafiosi, gli infiltrati”. Esaltato dalla stampa internazionale alla premiere al Festival di Cannes, dove è stato accolto con dieci minuti di applausi, “Esterno Notte” è stato definito “Un dramma shakespeariano in sei atti” da Le Monde, “Una grande serie che è anche grande cinema. Senza dubbio uno degli eventi della nuova stagione” da Le Nouvel Observateur; mentre del regista, Liberation ha scritto: “Marco Bellocchio trasforma il piombo in oro rivisitando un trauma nazionale grazie a una serie magistrale e feroce che somiglia soprattutto a un film fiume in sei atti”. “Esterno Notte” (Exterior Night) prosegue il suo cammino internazionale al New York Film Festival e al BFI London Film Festival.
Scritta da Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino, e diretta da Marco Bellocchio, “Esterno Notte” è una serie Rai prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle, con Simone Gattoni per Kavac Film, in collaborazione con Rai Fiction, in coproduzione con Arte France.
Personaggi principali (cast)
- Aldo Moro (Fabrizio Gifuni)
- Eleonora Moro (Margherita Buy)
- Papa Paolo VI (Toni Servillo)
- Francesco Cossiga (Fausto Russo Alesi)
- Adriana Faranda (Daniela Marra)
- Valerio Morucci (Gabriel Montesi)
- Giulio Andreotti (Fabrizio Contri)
- Benigno Zaccagnini (Gigio Alberti)
- Domenico Spinella (Pier Giorgio Bellocchio
- Pasquale Macchi (Antonio Piovanelli)
Recensione
Trasmessa dalla Rai nella seconda settimana di novembre 2022, la miniserie di Marco Bellocchio Esterno Notte ha fatto discutere. È la seconda volta che il regista racconta gli avvenimenti legati al rapimento di Aldo Moro, ma questa volta, come da sue dichiarazioni, l’occhio della telecamera non indulge sui fatti ma sulle emozioni dei personaggi coinvolti.
Infatti, ciascuno dei sei episodi è dedicato a un protagonista della vicenda (nell’ordine: Aldo Moro, Francesco Cossiga, Paolo VI, Adriana Faranda, Eleonora Moro, Andreotti e il gruppo dei politici democristiani), ma se vi aspettate una lettura tradizionale temo che resterete delusi.
Non a caso parlo di personaggi, perché lo sguardo di Bellocchio ci mostra le maschere grottesche di coloro che furono gli uomini e le donne reali che vissero quei giorni.
La prima scena ci sconvolge con un’ucronia: Moro vivo, rilasciato dalle BR, che riceve in ospedale la visita dei magnifici tre (Andreotti, Cossiga e Zaccagnini) ex compagni di partito e un tempo amici, ora da lui rinnegati, così come il partito stesso, per incompatibilità nelle idee e nelle azioni atte a perseguirle. Poi Aldo Moro ci viene raccontato: il sovrano solitario e triste che persegue con pazienza distaccata un percorso di lungimiranza politica che nessuno intorno a lui comprende, né i compagni di partito, né gli avversari politici. Non è mai insieme agli altri, incompreso anche in famiglia. Emblematica la scena in cui lo si vede cenare in solitudine, in maniera spartana, mentre si prepara due uova al tegamino in cucina. La sua percezione è quella di un mondo contro, contro qualsiasi ragionevolezza politica e sociale.
Il secondo episodio ci presenta il suo pupillo Cossiga, allora Ministro dell’Interno, una figura grottesca, compulsivo nelle sue passioni di collezionista di soldatini e bandiere, maniacale, bipolare (secondo la definizione che di lui da lo stesso personaggio Moro), meteopatico e ipocondriaco. A mio avviso la figura meglio riuscita nella sua descrizione paradossale, la sua percezione è quella del complottista.
Abbiamo poi il Papa, che attraverso questa vicenda comprende quanto il suo Santo Uffizio lo ha allontanato dal popolo e dal mondo dei fedeli, ma non è in grado di far altro che martoriarsi col cilicio e offrire montagne di denari a chi li voglia accettare per liberare colui a cui è legato da affetto profondo. La sua percezione è quella di perdere la fede.
I brigatisti, sempre in bilico tra essere e dover essere. Si sono mossi nell’entusiasmo di sentirsi avanguardia, ma, pur avendo il coraggio di girarsi indietro per scoprire di essere un’avanguardia senza seguaci, non sono in grado di scegliersi un destino diverso che non sia l’autodistruzione. La loro percezione è la caduta a velocità folle verso il baratro.
Eleonora, la moglie, la madre, la donna di ferro, combattuta e battuta, ma l’unica che vuol combattere, l’unica che riesce a comprendere che Aldo è ormai solo un uomo che chiede di vivere. La sua percezione è il distacco da tutti i falsi amici.
Insomma un parco di maschere bizzarre, testimoni loro di una svolta epocale della nostra storia, testimoni noi di quello che è stato e che non avremmo voluto che fosse. Come Bellocchio avremmo voluto un finale storico diverso. Le ultime immagini, fuor di rappresentazione, ci riportano alla realtà.
La famiglia dello statista non ha gradito questo lavoro, io ho dovuto riflettere molto su ciò che ho visto prima di trarre una conclusione. Diciamo che dopo lo sconcerto della prima puntata, ho assaporato lo straniamento e sono riuscita ad apprezzare.
Il regista è abbastanza visionario da strizzare l’occhio a Fellini e a Tarantino, forse poteva calcare la mano un tantino di più, avrei ammirato il coraggio. Comunque ottima la prova degli attori, in particolare Fabrizio Gifuni che, come qualcuno ha detto, è stato più Aldo Moro lui di quanto non fosse l’originale.