Gente alla buona




Mattia Grigolo


DETTAGLI:

Editore: Fandango libri

Genere: narrativa

Pagine: 208

Anno edizione: 2024

Sinossi. Nella provincia rurale del Nord Italia, le vite e i destini di tre ragazzi e dei loro padri si interrompono davanti a due omicidi. Nel corso del tempo che inciampa davanti all’imprevisto, tre famiglie e il nuovo prete del paese, don Maurizio, cercheranno di ridare corso al futuro dopo un evento che li sconvolge. Con una scrittura che evoca i grandi narratori italiani del Novecento e una struttura che ricorda il cinema contemporaneo, Mattia Grigolo racconta la provincia italiana, una provincia rurale di lavoro e segreti, di padri legati alla terra e figli che la lasciano, di ferocia e nostalgia.

 Recensione di Giuseppe Tursi

A distanza di un anno dalla raccolta di racconti “Temevo dicessi l’amore”, edito da Terrarossa edizioni, Mattia Grigolo torna in libreria con “Gente alla buona”, romanzo ambientato in un paese della bassa Padana: terra ostile, abitata da poche anime, perlopiù abituate a una vita fatta di sacrifici e poche pretese.

La storia si dipana in un arco temporale che va dal 1965 fino ad arrivare al 2019, con una struttura narrativa che assomiglia, per certi versi, al primo libro sempre dello stesso autore: “La raggia”, edito da Pidgin edizioni.

La struttura temporale di Gente alla buona, infatti, anche in questo caso, non è lineare, ma vengono effettuati salti temporali che ci svelano la storia un pezzo alla volta, come un puzzle da completare inserendo i tasselli mancanti, fino ad arrivare alla fatidica notte del 1995, anno in cui la vita di quattro ragazzi cambia per sempre.

Una storia che lascia con il fiato sospeso a ogni pagina, questo dovuto alla abilità dell’autore nel costruire dialoghi veritieri, tutti perfettamente riusciti, dote che avevo apprezzato anche in “Temevo dicessi l’amore”. Grigolo ha la capacità, per nulla scontata, di scrivere dialoghi brevi, quasi lapidari, che riescono a imprimere alla storia un ottimo ritmo narrativo, e anche a caratterizzare in maniera perfetta ogni personaggio, facendoci empatizzare con ognuno di loro.

Per questo motivo, tutti i protagonisti del romanzo diventano quasi come dei nostri conoscenti, o amici, che potremmo incontrare al bar o per strada. In questo modo ho potuto percepire l’orrore, la paura e la rabbia che Brando, Sara e Larcher hanno provato quando la loro vita è cambiata, la loro spensieratezza di ragazzi svanita improvvisamente.

Dal mio punto di vista, Mattia Grigolo con Gente alla buona compie un passo in avanti rispetto ai suoi precedenti lavori: l’asticella qui si alza, siamo a un livello superiore di scrittura e solidità narrativa.

Gente alla buona è stata per me la conferma che Grigolo è un ottimo autore, bravo sia nella forma breve che quella più lunga del romanzo.

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Mattia Grigolo


Cresciuto nella provincia di Milano. Ha fondato la rivista letteraria «Eterna», il magazine di approfondimento «Yanez» e cura laboratori di scrittura con l’hub creativo Le Balene Possono Volare. Suoi contributi sono apparsi su diversi periodici e siti online e nel 2022 ha esordito con il romanzo breve La raggia (Pidgin). Temevo dicessi l’amore (TerraRossa 2023) è la sua prima raccolta di short stories e include molti inediti, un testo pubblicato su «Crack», uno su «inutile» e due racconti vincitori del Premio Zeno 2022. Nel 2024 esce per Fandango Libri Gente alla buona. Cura la collana Stormo di Pidgin Edizioni, di cui è anche editor. Vive a Berlino.