Sinossi. Quando Penny Dahl chiama l’agenzia Finders Keepers nella speranza che possano aiutarla a ritrovare la sua figlia scomparsa, Holly Gibney è restia ad accettare il caso. Il suo socio, Pete, ha il Covid. Sua madre, con cui ha sempre avuto una relazione complicata, è appena morta. E Holly dovrebbe essere in ferie. Ma c’è qualcosa nella voce della signora Dahl che le impedisce di dirle di no. A pochi isolati di distanza dal punto in cui è scomparsa Bonnie Dahl, vivono Rodney ed Emily Harris. Sono il ritratto della rispettabilità borghese: ottuagenari, sposati da una vita, professori universitari emeriti. Ma nello scantinato della loro casetta ordinata e piena di libri nascondono un orrendo segreto, che potrebbe avere a che fare con la scomparsa di Bonnie. È quasi impossibile smascherare il loro piano criminale: i due vecchietti sono scaltri, sono pazienti. E sono spietati. Holly dovrà fare appello a tutto il suo talento per superare in velocità e astuzia i due professori e le loro menti perversamente contorte.
HOLLY
di Stephen King
Sperling & Kupfler 2023
Luca Briasco ( Traduttore )
Thriller e Horror, pag.590
Recensione di Kate Ducci
King non ha mai nascosto la propria predilezione per i personaggi femminili a cui ha dato maestralmente vita in anni di romanzi eccelsi.
Le donne, soprattutto quelle che hanno dovuto tirare fuori un coraggio straordinario per salvarsi da situazioni complicate, occupano da sempre un posto d’onore tra le sue preferenze, ma Holly, che non ha voluto o potuto abbandonare dopo un unico romanzo (perché lo sappiamo: uno scrittore non sceglie dove lo condurrà ciò che sta scrivendo), è dichiaratamente la sua prediletta.
Per chi conosce e ama questo prolifico e geniale scrittore, la ragione è ben evidente.
C’è molto di King nella timida e silenziosa Holly: i suoi pensieri; la sua predilezione per la solitudine; la sua ipocondria; l’impossibilità di liberarsi di un passato che condanna e ferisce, ma riscatta e impone di trovare la forza per andare avanti.
Ma nella riservata Holly ci sono anche la sua curiosità caparbia, la sua voglia di riscatto, il suo coraggio e la sua capacità di affezionarsi davvero malgrado la difficoltà a dimostrarlo.
In questo romanzo, Holly ci mostra tutto ciò, all’interno di una storia avvincente e singolare.
Chi legge abitualmente thriller sa quanto il riuscire a nascondere l’identità del colpevole fino alle ultime battute sia la prerogativa di ogni abile scrittore del genere, ma King non lo fa.
Tiene incollati alle pagine nonostante l’identità dei colpevoli venga svelata fin dalle prime pagine e riesce a terrorizzarci nonostante si tratti di due anziani e apparentemente innocui professori di liceo, amanti della scienza e dell’ottima poesia, educati e silenziosi, ben inseriti e impegnati nel sociale.
A renderli folli e spietati è una paura da tutti condivisa, un timore umano comprensibile: quello di invecchiare, ammalarsi, morire e il desiderio altrettanto umano di fronteggiare queste eventualità. Ma i coniugi Harris sono disposti a farlo a ogni costo, con ogni mezzo, a discapito di chiunque.
Ambientato in un periodo storico unico, in cui gli Stati Uniti e l’intero pianeta stanno combattendo un’epidemia la cui gestione non ha precedenti, i due anziani coniugi non sembrano preoccuparsi di ciò che avviene intorno a loro. Non temono di contrarre un’influenza, ma di manifestare i sintomi della naturale e inevitabile vecchiaia.
Un bel romanzo, la cui unica e, a mio avviso, spiacevole pecca è l’aver posto troppo l’accento sulla questione Covid, trasformando alcune pagine di questa avvincente storia in lunghe argomentazioni che spezzano il ritmo e risultano a tratti eccessive. Probabilmente, King direbbe che ciò era necessario, sia per contestualizzare la storia, sia per rendere la misura di quanto Holly si sentisse turbata, di quanto Holly gli sia affine intellettualmente, personalmente e politicamente.
Ma questo aspetto, purtroppo, costituisce un elemento di distrazione evidente, che interrompe il ritmo, lo appesantisce e dispiace. A tratti, ha i contorni di una netta e dichiarata propaganda, creando un fastidio che prescinde dalla posizione, condivisa o meno da chi legge.
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Stephen King
(Portland, 21 settembre 1947) è uno scrittore e sceneggiatore statunitense, uno dei più celebri autori di letteratura fantastica, in particolare horror, del XX e XXI secolo. Scrittore prolifico, nel corso della sua carriera, iniziata nel 1974 con Carrie, ha pubblicato oltre ottanta opere, anche con lo pseudonimo di Richard Bachman fra romanzi e antologie di racconti, entrate regolarmente nella classifica dei best seller, vendendo complessivamente più di 500 milioni di copie. Buona parte dei suoi racconti ha avuto trasposizioni cinematografiche o televisive, anche per mano di autori importanti quali Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma, J. J. Abrams, David Cronenberg, Rob Reiner, Lawrence Kasdan, Frank Darabont, Taylor Hackford e George A. Romero. Pochi autori letterari, a parte William Shakespeare, Agatha Christie e Arthur Conan Doyle, hanno ottenuto un numero paragonabile di adattamenti. A lungo sottostimato dalla critica letteraria, tanto da essere definito in maniera dispregiativa su Time “maestro della prosa post-alfabetizzata”, a partire dagli anni novanta è iniziata una progressiva rivalutazione nei suoi confronti. Grazie al suo enorme successo popolare e per la straordinaria capacità di raccontare l’infanzia nei propri romanzi è stato paragonato a Charles Dickens, paragone che lui stesso, nella prefazione a ‘Il miglio verde’, pubblicato a puntate nello stile di Dickens, ha sostenuto essere più adeguato per autori come John Irving o Salman Rushdie.