GIORGIA LEPORE
ROMANZI
GERRI LA SERIE TV
Gerri sapeva che c’erano delle porte chiuse nella sua memoria che era meglio rimanessero chiuse. Ogni tanto si avvicinava e tastava con circospezione i lucchetti, le serrature. A volte, preso da inspiegabile coraggio, ne aveva fatto saltare qualcuno e aveva aperto la porta. Il buio però lo aveva fermato sulla soglia, aveva tastato con il piede e si era accorto che oltre c’era il vuoto, entrare avrebbe comportato precipitare. Come succedeva quasi regolarmente ogni notte.
“I figli sono pezzi di cuore” (E/O, 2015), “Angelo che sei il mio custode”(E/O, 2016), “Il compimento è la pioggia” (E/O, 2018), “Forse è così che si diventa uomini” (E/O, 2025): quattro romanzi che incidono e lasciano un segno indelebile, dove il male non si nasconde nei vicoli bui, ma nei volti familiari, nelle case eleganti, nei silenzi troppo lunghi.

Quattro romanzi per il poker d’assi che, a oggi, compone la serie con protagonista l’ispettore Gregorio Esposito, Gerri, nato dalla penna e dal grande talento di Giorgia Lepore.
Tanti sono i motivi, il principale, ma non il solo, sta proprio nella figura di Esposito.
Una storia difficile la sua, tormentata. Come tante? Forse sì, ma allo stesso tempo assolutamente diversa da qualunque altra.
Perchè Lepore scardina letteralmente qualsiasi clichè e qualsivoglia possibile déjà-vu dando vita a un personaggio segnato da un grande trauma, eppure portatore di luce, ironico e malinconico, chiuso e capace di tenerezza estrema.
Non è schizofrenia, è la definizione più umana e vivida di una persona colpita a morte, ma chiamata dalla vita e che a quella vita risponde, a modo suo, come può, come riesce. Ma risponde.
Goran è un bambino rom che muore tante volte.
Muore quando viene abbandonato senza una spiegazione dalla madre.
Muore quando entra in casa famiglia. Perchè è proprio lì, in quella casa famiglia, che Goran muore e nasce Gregorio, Gerri.
Muore ogni volta che una ragazzina o un ragazzino subiscono ingiustizie, sevizie, abbandoni.
Muore, ogni volta, l’ispettore Gerri Esposito.
Ma risponde, a modo suo, come può, come riesce.
E rincorre la vita. E vive.
La frase che gli si sente pronunciare più spesso è faccio da solo, se qualcuno oltrepassa la distanza di sicurezza che impone e si impone, lo allontana. Eppure questo suo esserci sempre per gli altri, fa sì che gli altri ci siano per lui.
Un’alchimia meravigliosa, quella tessuta da Lepore, una reinterpretazione potente dell’equazione di Dirac. Una sensibilità e una forza narrativa che fa suoi tutti i registri, che muove al sorriso, alla tenerezza, così come al pianto, all’orrore.
All’amore.
Esiste Gerri, in queste pagine, ma allo stesso modo esistono Coen, esiste il superiore, Marinetti, esiste Annalisa e tanti altri caratteri meravigliosi.
Esiste un protagonista assoluto, ma ve ne sono altrettanti.
Perchè, come si diceva sopra, la forza di questi personaggi, l’uno diverso dagli altri, è che l’uno non sarebbe senza gli altri, e gli altri senza l’uno.
Esiste il nero di omicidi, di violenze che spesso afferiscono a bambini e adolescenti, indagini nelle quali l’ispettore Esposito si getta a capofitto, scavalca rischi e regole, corre contro il tempo, divorato dall’urgenza, perchè ogni minuto vale ore, giorni, mesi, se si tratta di salvare una vita, di salvare un bambino, di lavare la colpa che Goran, quel bambino interrotto, si porta dentro.
Quella di essere venuto al mondo.
Perchè se non fosse stato un errore, se non fosse stato sbagliato, sua madre non lo avrebbe abbandonato, giusto?
Un bellissimo percorso, quello della serie creata e scritta da Giorgia Lepore, un percorso di crescita che si specchia anche nei titoli, “I figli sono pezzi di cuore”, un detto popolare, “Angelo che sei il mio custode”, una preghiera, “Il compimento è la pioggia”, un proverbio arabo che sottolinea l’importanza di rispettare le promesse fatte, specialmente quelle fatte ai bambini.
E poi “Forse è così che si diventa uomini”, senza punto di domanda.
Ma con quel forse, che ci espone ancora una volta all’incertezza.
La certezza è che ti aspettiamo ancora, Gerri

Ti aspettano i lettori e da ora anche i telespettatori che hanno seguito la stupenda trasposizione televisiva Gerri, in onda su Rai 1.
Una serie tv che ha davvero catturato l’essenza dei romanzi originali, il respiro dell’ambientazione, quella Puglia di luce e di ombre, di mare e di muri, mistica e terrena, l’anima dei protagonisti, nelle interpretazioni degli attori, perfetti nel dare corpo a pagine perfette di vite imperfette, ma che hanno in sé la forma più pura del diamante.
GERRI LA SERIE TELEVISIVA
Dai romanzi di Giorgia Lepore
Regia: Giuseppe Bonito
Sceneggiatura: Donatella Diamanti e Sofia Assirelli
Produzione: Cattleya in collaborazione con Rai Fiction
Prima messa in onda: Dal 5 al 26 maggio 2025 su Rai 1
Episodi: 4 puntate da circa 100 minuti ciascuna
Trama
La serie segue le indagini di Gerri su crimini complessi e spesso legati a tematiche sociali delicate. Parallelamente, l’ispettore affronta un percorso personale alla ricerca della verità sulla propria identità e sul passato familiare. Nel corso degli episodi, emergono segreti legati all’abbandono da parte della madre e al legame con l’amico d’infanzia Tano, che custodisce un segreto mai rivelato.
Cast Principale
Gregorio “Gerri” Esposito (interpretato da Giulio Beranek): Ispettore di polizia di origine rom, cresciuto in una casa famiglia dopo l’abbandono da parte della madre a Napoli. Trasferitosi in Puglia, Gerri è un uomo tormentato dal passato, che si dedica con passione alle indagini, spesso coinvolgendosi emotivamente, soprattutto nei casi che riguardano minori e persone fragili.
Valentina Romani: Lea Coen, vice-ispettrice trasferita da Roma, collega e interesse sentimentale di Gerri.
Fabrizio Ferracane: Alfredo Marinetti, superiore di Gerri e figura paterna.
Roberta Caronia: Claudia Marinetti, moglie di Alfredo.
Irene Ferri: Giovanna Aquarica, vicequestore e ex moglie di Alfredo.
Carlotta Natoli: Maddalena Crovace, PM.
Massimo Wertmüller: Nicola Santeramo, capo della Squadra Mobile.
A cura di
Sabrina De Bastiani