Il caso dell’abominevole
pupazzo di neve
Recensione di Fiorella Carta
Autore: Nicholas Blake
Traduttore: Roberto Serra
Genere: Giallo classico
Pagine: 332
Editore: Giunti
Anno: 2020
Sinossi. Mancano pochi giorni a Natale, le campagne di Easterham Manor sono imbiancate da un folto strato di neve, le strade sono completamente ghiacciate e la famiglia Restorick è riunita a Dower House con alcuni amici. Mentre i bambini giocano a costruire pupazzi di neve, gli adulti si intrattengono nella grande casa tra pettegolezzi, cene e… sedute spiritiche. Il detective Nigel Strangeways è arrivato in città proprio per indagare sugli strani risvolti di una seduta spiritica che, a quanto pare, invece di evocare lo spirito di un vescovo, ha fatto impazzire il gatto di famiglia. Ma, la mattina dopo il suo arrivo, Elizabeth Restorick viene trovata impiccata nella sua stanza: il corpo nudo, le labbra dipinte di rosso, bella nella morte quanto nella vita. Suicidio? Strangeways capisce subito che c’è qualcosa che non va: la porta era chiusa dall’interno, ma la luce era spenta e la giovane donna sembrava tutt’altro che depressa… Sono molti gli indizi discordanti e tanti i moventi – tanti quanti gli ospiti della casa: lo scrittore innamorato, il medico che l’aveva in cura, il fratello devoto, l’amica gelosa. L’ unica cosa chiara è che qualcuno sta cercando in tutti i modi di depistare le indagini, ma è difficile ingannare l’affascinante e incredibilmente colto Strangeways. Un piccolo grande capolavoro, la riscoperta di un classico del periodo d’oro del romanzo giallo.
Recensione
Nei periodi bui cerchiamo sempre di rifugiarci nella nostra zona di comfort, uno spazio inviolato e inviolabile in cui tutto ruota intorno al silenzio che richiama la pace, anche se quest’ultima altalena fra i pensieri.
La neve mi rende felice, serena e così prendo questo classico come un the caldo per la mia triste anima e ne faccio terapia.
Un giallo semplice, scorrevole e divertente. Se poi aggiungo il fatto che tutto avviene all’interno di una dimora ferma nel tempo, allora mi sento dentro una bolla e fuori lascio il resto del mondo.
Una famiglia per bene, un cadavere dentro casa e un improvvisato investigatore caparbio e serafico che intorno a questa impiccagione vede gli spettri dell’omicidio travestito da suicidio.
Spettri che spaventano ospiti, abitanti e bambini e che, in realtà, smascherano malesseri e affetti che degenerano.
Una riunione di famiglia con imbucati dell’ultimo minuto si trasforma in una caccia all’assassino pacata e analitica con un finale logico che chiude un romanzo piacevole.
Quest’anno la Giunti ha pubblicato un nuovo caso per Strangeways dal titolo ” La belva deve morire”
Non sarebbe male collezionare queste belle storie e tenerle per momenti come questi.
Nicholas Blake
è lo pseudonimo del poeta laureato Cecil Day-Lewis, nato in Irlanda nel 1904 e padre dell’attore Daniel Day-Lewis. All’inizio della sua carriera affiancò il lavoro di insegnante alla scrittura poetica. Pubblicò il primo romanzo della serie di Nigel Strangeways nel 1935, a cui seguirono altri 19 romanzi, numerose sillogi poetiche e traduzioni. Alla fine della Seconda guerra mondiale, diresse la casa editrice Chatto & Windus. Morì nel 1972 a casa dell’amico Kingsley Amis. Nel 2020 Giunti ha ripubblicato Il caso dell’abominevole pupazzo di neve.
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