della
Madonna di Fossalto
ALVISE TRISCIUZZI
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Thriller
Pagine: 341
Anno edizione: 2024
Sinossi. Fine anni Sessanta. Arturo Bonomi è un uomo tranquillo, felice di lavorare come maresciallo in un piccolo paese della Bassa. La nebbia, compagna di quei luoghi, non gli dà fastidio, anzi gli piace. Ha le sue abitudini e i suoi riti. Conosce tutti e, soprattutto, non ci sono mai grossi problemi da affrontare. In passato sì, qualcosa è successo. In quelle zone la guerra ha lasciato delle cicatrici, che però col tempo sono guarite e adesso tutto è sereno. Forse a volte movimentato, per colpa della politica e del vino, ma nel complesso sereno. Fino alla mattina in cui viene scoperto lungo l’argine il cadavere di Antonio Bellei, detto il Lambrusco, l’ubriacone del paese, e tutto cambia, perché il Lambrusco era il miglior amico di Arturo Bonomi. Un amico diventato alcolizzato in seguito a una delusione d’amore molti anni prima. Ora, tra truffatori, ricordi di guerra, tesori mai trovati, apparizioni della Madonna, medici geniali, ex partigiani e osterie, Bonomi deve trovare il colpevole. E per lui c’è una sola certezza: è uno del luogo, uno che conosce bene…
Recensione di Giusy Ranzini
Il delitto della Madonna di Fossalto è un romanzo che riesce a trasportare il lettore in una realtà che sembra sospesa nel tempo: un paesino della Bassa, con la sua nebbia avvolgente e i suoi abitanti che vivono di piccole routine e antiche abitudini.
Al centro di tutto c’è Arturo Bonomi, maresciallo di paese, uomo semplice e tranquillo, che ama il suo lavoro e trova nella vita di campagna una serenità che lo riempie. Bonomi è un personaggio profondamente umano, lontano dall’immagine del poliziotto eroico e infallibile; il suo valore risiede nella comprensione delle persone e nella sua capacità di ascoltare, di vivere i ritmi del paese che conosce come le sue tasche.
La trama prende una svolta improvvisa con la scoperta del cadavere di Antonio Bellei, soprannominato “il Lambrusco”, trovato morto lungo un argine. L’uomo, un alcolizzato solitario, è anche il miglior amico di Bonomi, legato a lui da un passato di amicizia e di ferite emotive.
Questa tragedia personale colpisce profondamente il maresciallo, che ora è costretto a trasformare la sua pacifica routine in una ricerca della verità, spinto non solo dal dovere, ma anche da un senso di giustizia e dal dolore per la perdita di un amico caro.
Trisciuzzi crea un’atmosfera avvolgente e malinconica, che sembra riflettere il carattere della nebbia onnipresente: soffusa, inesorabile, che penetra nelle vite dei personaggi e sembra nascondere antichi segreti e vecchie rivalità mai sopite. La nebbia diventa quasi un personaggio, un filtro che separa il mondo esterno dalle dinamiche interne di questo piccolo microcosmo rurale.
Il romanzo non è solo un giallo, ma una riflessione sulla natura umana, sulle ferite che la guerra ha lasciato nella società e su come queste siano ancora presenti, sotto la superficie. Molti dei personaggi portano con sé cicatrici del passato, memorie dolorose legate alla guerra e agli anni difficili che hanno seguito.
Trisciuzzi è abile nel tratteggiare questi uomini e donne che, pur non essendo più giovani, vivono con un peso sul cuore, un segreto o un rimpianto. Il paese, infatti, è un microcosmo animato da individui autentici: ex partigiani, truffatori, sognatori e anime spezzate che cercano conforto nelle osterie o nella fede popolare, come dimostrano le apparizioni della Madonna, leggende locali che aggiungono un tocco di mistero e spiritualità alla vicenda.
Le indagini di Bonomi si muovono tra questi luoghi e personaggi, in un’atmosfera quasi onirica e a tratti surreale. Il maresciallo si ritrova coinvolto in un’indagine che va oltre l’omicidio stesso, portandolo a esplorare le pieghe oscure della sua comunità e a mettere in discussione le sue stesse convinzioni. In fondo, per Bonomi, il delitto non è solo una questione da risolvere; è anche un’occasione per fare i conti con il passato e con i legami che definiscono la sua stessa esistenza.
La narrazione è arricchita da un linguaggio semplice ma evocativo, che rende pienamente l’ambientazione e il vissuto dei personaggi. Trisciuzzi è abile nel costruire una suspense sottile, senza eccessi, basata più sulle atmosfere e sulle relazioni che sull’azione pura.
Il lettore viene lentamente accompagnato nella quotidianità del paese, in un ritmo pacato che rispecchia quello della vita contadina, in cui ogni gesto e ogni parola contano, e dove anche i silenzi hanno un peso.
Il delitto della Madonna di Fossalto riesce a mescolare sapientemente elementi di giallo con riflessioni profonde sul dolore, sulla solitudine e sul legame tra gli individui e il loro passato.
È un libro che parla di memoria, di traumi mai guariti e della difficile ricerca di una verità che, per quanto dolorosa, permette al protagonista di comprendere meglio se stesso e il mondo in cui vive. Il mistero dell’omicidio è solo una parte della storia, che si espande fino a toccare temi universali e senza tempo.
In conclusione, il romanzo di Trisciuzzi è un’opera coinvolgente e malinconica, che porta il lettore a riflettere sulle fragilità dell’animo umano e sulla necessità di trovare pace con il proprio passato.
Un viaggio che, attraverso un’indagine di polizia, diventa anche un percorso interiore e un omaggio alla forza della comunità. Una lettura consigliata per chi ama i gialli d’atmosfera, i personaggi complessi e un’ambientazione che resta impressa a lungo nella memoria.
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Alvise Trisciuzzi
È nato a Padova nel 1974 e adesso vive con la famiglia a Torreglia, ai piedi dei Colli Euganei. È avvocato, un volontario AVIS (ci tiene a ricordare l’importanza delle donazioni di sangue) e un grande appassionato di sport: ciclismo, basket e football americano, ma solo dal divano. Adora le storie, in particolare quelle gialle. Gli piace ascoltarle, leggerle e a volte scriverle. Il delitto della Madonna di Fossalto è il suo primo romanzo pubblicato con la Newton Compton.