IL DUBBIO DEL DELEGATO
Dario Galimberti
DETTAGLI:
Editore: Indomitus Publishing
Genere: thriller storico
Pagine: 290
Anno edizione: 2024
Sinossi. Lugano, Vigilia di Natale 1941. Su un pendio nelle vicinanze del campo internati di Vico Morcote vengono trovati, sepolti nella neve, tre soldati polacchi morti ammazzati. Il delegato di polizia Ezechiele Beretta si trova tra le mani un nuovo e oscuro caso, ma a complicare maggiormente l’indagine compare la polizia giudiziaria dell’esercito svizzero, la quale ha totale giurisdizione sui campi internati e il relativo compito investigativo. Da una prima constatazione sul posto, sembra che le vittime siano state giustiziate in maniera brutale con un’arma da fuoco. Il Beretta intraprende così da comprimario la nebulosa indagine, aiutato in maniera informale dall’amico ed ex appuntato della gendarmeria Tranquillo Bernasconi, ormai in pensione da qualche anno ma pronto a tornare in azione. Come se non bastasse, nell’intreccio si inserisce a sorpresa anche Sterlina, la compagna del Beretta, la quale svela il suo misterioso passato e cosa l’ha condotta a trasferirsi nel malfamato quartiere Sassello di Lugano. I suoi legami con l’orrendo delitto getteranno però un’ombra sull’intera vicenda: riuscirà il delegato Beretta a risolvere tutti i suoi dubbi e a sbrogliare l’intricato caso?
Recensione di Giusy Ranzini
“Il dubbio del delegato” di Dario Galimberti ci trasporta nel cuore della Svizzera neutrale durante gli anni tumultuosi della Seconda Guerra Mondiale, in un racconto che intreccia magistralmente il mistero di un brutale triplice omicidio con le vicissitudini personali e professionali del delegato Ezechiele Beretta. Galimberti, con maestria narrativa, ricrea l’atmosfera densa di tensione dell’epoca, dove la neutralità elvetica è messa alla prova da eventi interni drammatici che sfidano la sua stessa essenza.
Il romanzo si apre con una scena agghiacciante sulla vigilia di Natale del 1941 a Lugano, dove il ritrovamento di tre soldati polacchi sepolti nella neve diventa il punto di partenza di un intricato mistero che si sviluppa con una serie di colpi di scena e rivelazioni inaspettate. La narrazione è avvincente e coinvolge il lettore fin dalle prime pagine, grazie anche all’eccellente ricostruzione storica e alla profondità psicologica dei personaggi.
Ezechiele Beretta, il delegato di polizia al centro della storia, emerge come una figura complessa e intensamente umana, alle prese non solo con l’indagine, ma anche con i conflitti interni scatenati dalle rivelazioni sul passato della sua compagna Sterlina. La loro relazione aggiunge uno strato emotivo alla narrazione, rendendola non solo un giallo storico ma anche una riflessione sulle scelte personali e sulle conseguenze che queste possono avere.
Tranquillo Bernasconi, l’amico ed ex appuntato della gendarmeria, rappresenta un ponte tra il passato e il presente, offrendo al delegato Beretta non solo il suo inestimabile aiuto investigativo, ma anche una prospettiva diversa su giustizia e moralità. La loro amicizia è uno degli aspetti più caldi e umani del romanzo, mostrando come la lealtà e il sostegno reciproco possano fare la differenza anche nelle situazioni più buie.
L’intervento della polizia giudiziaria dell’esercito svizzero, con la sua totale giurisdizione sui campi internati, aggiunge una dimensione politica e burocratica all’indagine, riflettendo le complessità e le sfide che la Svizzera ha dovuto affrontare durante la guerra. Questo aspetto del romanzo è particolarmente ben realizzato, mostrando il difficile equilibrio tra sovranità nazionale, obblighi internazionali e le pressioni politiche interne ed esterne.
La rivelazione del misterioso passato di Sterlina e il suo legame con il delitto al centro della storia sono gestiti con grande abilità narrativa, mantenendo il lettore in sospeso fino alle ultime pagine. La sua storia personale è intrecciata con l’indagine in modo tale da arricchire la trama principale, aggiungendo profondità e complessità al romanzo.
“Il dubbio del delegato” è, in ultima analisi, un romanzo che va oltre il giallo storico, offrendo una riflessione sulla natura umana, sulle scelte morali e sulle loro ripercussioni in un contesto storico unico e complesso. La scrittura di Galimberti è fluida e coinvolgente, capace di trasportare il lettore nel tempo e nello spazio, lasciandolo a riflettere sulle sfumature della giustizia e della verità. Un’opera ricca e sfaccettata, consigliata non solo agli appassionati di romanzi gialli e storici, ma a chiunque sia interessato a esplorare le complessità dell’animo umano di fronte alle avversità della storia.
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Dario Galimberti
Dario Galimberti è architetto e vive a Lugano. È stato responsabile del corso di laurea in Architettura della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) e professore in progettazione architettonica. Nel 1991 ha ricevuto per la sua attività di architetto il prestigioso Premio internazionale di architettura Andrea Palladio e nel 2010, per quella accademica, il premio Credit Suisse Award For Best Teaching. Ha pubblicato scritti specialistici su riviste di settore e alcuni testi professionali tra i quali: La Santa casa Lauretana a Sonvico (2003) e Gli strumenti da disegno prima del computer (2009). Nel 2014 esce il suo romanzo d’esordio: Il bosco del Grande Olmo e l’anno dopo Lo chiameremo Argo, entrambi con Robin Edizioni. Con Libromania/Dea Planeta Libri ha pubblicato Il calice proibito (2015), il racconto Augusta Raurica (2016), L’angelo del lago (2017) e Un’ombra sul lago (Vincitore del premio “Fai viaggiare la tua storia” nel 2019, del premio “Laghi” nel 2020, e il secondo premio “Giallo Ceresio” nel 2020). Nel 2021, sempre con Libromania/Dea Planeta Libri, ha pubblicato La ruggine del tempo, finalista nella sezione Giallo Storico al concorso letterario Garfagnana in giallo dello stesso anno. Nel 2021 ha pubblicato il racconto Un testimone inappuntabile sull’antologia Delitti di lago 5, nel 2022 il racconto L’ultimo viaggio su Delitti di lago 6, e nel 2023 il racconto Acque morte su Delitti di lago, a cura di Ambretta Sampietro e editi da Morellini. Sulla rivista Opera Nuova (2019/2) dedicata ai cambiamenti climatici, ha pubblicato il racconto La città nel deserto (2019), e su Opera Nuova (2020/2) dedicata all’Antropocene, l’epoca dell’uomo, La storia di come hanno salvato il mondo (2020). Nel 2022 il racconto Francesco, che narra del periodo giovanile di Francesco Borromini, è stato pubblicato sull’Antologia per le scuole superiori Racconti d’Italia, tante storie e tante curiosità edito col patrocino del Consolato Generale d’Italia a Ginevra.