IL GIOCO DELLE MASCHERE
Autore: Daniele Furia
Editore: Mondadori
Genere: Gialli e Thriller
Pagine: 420
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. A Verona il Carnevale è appena cominciato quando, a notte fonda, la polizia decide di forzare l’appartamento del dottor Masiero: da ore, l’uomo non risponde al telefono. La scena che si presenta agli agenti è però molto più terribile di quanto si aspettassero: Masiero giace riverso su una poltrona con indosso un costume tradizionale raffazzonato ma preciso del baccanale veronese. Poche ore dopo, la viceispettore Miriam Sannino viene richiamata in un cascinale diroccato appena fuori città: un altro cadavere, un’altra maschera veronese. Troppe coincidenze per essere un caso, troppa perizia anche per trattarsi di un gruppo di sbandati. Miriam, insieme alla collega e amica di sempre Patrizia, alla giovane recluta Giusy e al nuovo arrivato Giovanni Tassi, inizia a indagare, con tutta la pressione di sapere che in questura nessuno crede che lei sia in grado di chiudere il caso. Presto, altri macabri ritrovamenti si succedono, come mosse di un gioco implacabile. Chi sta dietro agli omicidi? E qual è il loro segreto oscuro? Lo sa forse il misterioso eremita che leggendo dei delitti lascia il cascinale dove vive recluso da vent’anni, e torna a Verona? Miriam dovrà affrontare i fantasmi del suo passato, e in particolar modo quelli che riguardano il padre, ex poliziotto accusato di corruzione: solo allora scoprirà quale verità la unisce all’assassino delle maschere. Tra Seven e Saw – L’enigmista, un thriller serratissimo in una Verona assolutamente inedita, oscura e livida, che regala una nuova, inquietante dimensione alla festa più misteriosa, ambigua e iconica del nostro Paese.
Recensione di Sara Zanferrari
Il Carnevale non è così divertente come può sembrare. Non lo è all’occhio attento di chi si sofferma a studiare con più attenzione le maschere, spogliandole del rumore e la tipica confusione, e concentrandosi in silenzio su volti e vestiti, e ancor più se ci si addentra nello studio antropologico e storico, come ha fatto Daniele Furia.
Non lo è sicuramente in questo thriller ambientato nel freddo febbraio di un carnevale veronese, dove proprio la componente misteriosa, oscura e grottesca delle maschere, nonché la loro doppiezza e ambiguità, risultano perfettamente adatte al suo racconto.
Un esordio, che non è propriamente un esordio, per un autore che in realtà ha già scritto diverse cose, ma “esordisce” solo ora con una casa editrice come Mondadori. E lo fa con un thriller pazzesco, che dimostra la sua maturità ed è sicuramente il punto di arrivo (e di partenza, direi) di un lavoro personale fatto su sé stesso e sulla sua scrittura. E il risultato è ottimo.
Un thriller deve tenere incollati alle pagine e Furia lo fa, o meglio, lo fanno i suoi personaggi, lo fa la sua protagonista l’ispettore Miriam Sannino, donna e professionista dai molti spigoli, le molte risorse, così come le sue ombre e contraddizioni. Proprio come quelle del carnevale.
In una Verona inedita, lontana dai soliti riflettori su Giulietta e Romeo o sull’Arena e la piazza, grigia e fredda, dall’aura misteriosa e inquietante, una domenica di febbraio la polizia rinviene il corpo di un rinomato e ricco dottore nel suo ambulatorio. Lo spettacolo non è dei più allegri, anzi è davvero agghiacciante: il medico è stato strangolato e poi disposto in modo particolare, seduto, con in testa una rudimentale corona da re di cartone e stagnola e in mano uno scettro spezzato sulla sommità.
Non passano che pochi giorni e di nuovo compare un altro cadavere, stavolta in un casolare di Avesa, un poveraccio, un contadino che vive in condizioni molto poco dignitose anch’egli strangolato, anch’egli disposto come un manichino, stavolta in mano una spazzola e un catino di ferro, in bocca un sapone di marsiglia. Poco dopo un terzo omicidio, un altro personaggio in una roulotte, anch’egli in una posa e una guisa che, a questo punto, si è capito avere a che fare con le maschere del Baccanale veronese.
I casi vengono affidati a Sannino, che cerca di trovare i collegamenti fra le vittime, ma la faccenda si rivela da subito molto intricata. Al suo fianco una squadra che definirei variegata, che decide di trasferirsi per ragioni di sicurezza e concentrazione in un sotterraneo del ristorante del fratello di una dei poliziotti, Patrizia, che loro stessi definiranno in modo assai divertente “bat-caverna”.
Gli omicidi continuano e il livello di violenza sale, in quella che usiamo chiamare ‘spirale di violenza’, anche in questo caso richiamando proprio un’altra componente caratteristica del carnevale veronese, il “Bogon”, ovvero il tradizionale corteo a forma di lumaca che si snoda nel centro della città.
Mentre i nostri sono impegnati a cercare tracce utili per inchiodare il killer, affiancati anche da una giovane studiosa di antropologia dell’Università, altri personaggi intrecciano le loro storie per poi, naturalmente, arrivare al culmine, in un crescendo di emozioni, fino alla risoluzione di questi e di altri misteri, anche più antichi e non direttamente legati ai delitti, almeno così sembra.
Troviamo infatti un giornalista che sembra saperne sempre un po’ troppo più degli altri e, oltretutto, è ben conosciuto dalla protagonista. E un altro personaggio dalla storia e dal peso anche più importanti, di cui volutamente non svelerò nulla.
Non vi resta che leggerlo e, fra le varie, scoprire come me che il carnevale storico e famoso non è solo quello di Venezia o a Viareggio (anzi pare che quello veronese sia il più antico in assoluto), ma anche in una città come Verona ha una tradizione tutta da scoprire. Il tutto condito in salsa nero, nerissimo, thriller.
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Daniele Furia
Daniele Furia è nato in provincia di Verona nel 1976. Appassionato di musica jazz, cinema noir e fumetti pulp, si occupa di letteratura nelle ore notturne.
A cura di Sara Zanferrari