Recensione di Stefania Ceteroni
Autore: Ross Greenwood
Traduzione di Andrea Russo
Editore: Newton Compton
Genere: thriller
Pagine: 352 pagine
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Una famiglia viene uccisa a colpi d’arma da fuoco in mezzo alla neve, ma uno dei figli sopravvive. Anni dopo, decide di vendicarsi, segnando la nascita del killer della neve. Dopo i primi omicidi, però, l’assassino sparisce dalla circolazione, non seguono altri crimini e il caso resta irrisolto. Cinquant’anni dopo, una crudele scia di omicidi porta a pensare che la sete di sangue del Killer della neve si sia risvegliata. La squadra incaricata delle indagini brancola nel buio in quella che è una corsa non solo contro il tempo, ma anche contro il meteo: ogni volta che nevica, una persona viene uccisa. E mentre il rude e disilluso detective Barton e i suoi collaboratori cercano di venire a capo del mistero, l’assassino si nasconde in piena vista. E continua a uccidere…
Recensione
La vendetta è un piatto che si consuma freddo. Quanto freddo, però?
Possono passare anche cinquant’anni prima che la voglia di vendetta venga soddisfatta?
Ed è davvero vendetta, questa, o con il passare del tempo diventa qualche cosa di diverso?
Me lo sono chiesta leggendo il libro Il Killer della neve nel quale una mano assassina colpisce in concomitanza con le nevicate che rendono l’ambiente soave, ma solo in apparenza. Non è un caso se quella mano agisce proprio con la neve. Ad essere difficile da capire è, invece, se davvero quella mano possa aver lasciato correre cinquant’anni prima di tornare a colpire e cosa abbia determinato questa scelta.
Il detective Barton e la sua squadra non riescono a venire a capo di ciò che sta accadendo loro attorno. Non riescono a mettere insieme i pezzi di quel puzzle che non combaciano affatto. O, almeno, questa è la sensazione che se ne ha. Eppure sono tanti i segnali che potrebbero portare il detective verso una precisa direzione, tanti i dettagli che gli sfuggono o che gli dicono qualcosa ma non riesce a capire bene cosa sia.
Devo ammettere che per gran parte del libro ho avuto la sensazione che Barton e la mano assassina si trovassero su piani destinati a non incontrarsi mai pur essendo sostanzialmente molto vicini, più di quanto si potesse pensare.
Non manca il colpo di scena, questo va detto, ma va anche detto che nel complesso le indagini mi sono sembrate rese in modo tale da dare l’impressione che si girasse continuamente in tondo.
Posta qualche pecca del punto di vista dell’evoluzione della storia, però, devo dire che le vicende mi hanno fatto riflettere molto e non è cosa così usuale in un thriller dove l’obiettivo, in genere, non è certo quello di far riflettere più di tanto.
Innanzitutto i pregiudizi, o i facili giudizi… quanto incidono nelle scelte di ognuno? Siano essere scelte positive che negative (in questo caso sono piuttosto negative e definitive). La convinzione che una persona resti per sempre ancorata al suo passato, agli errori commessi in passato, quanto influenza la capacità di giudizio di ognuno nei confronti dell’altro?
E poi la vendetta. Il “piatto che va gustato freddo”, la voglia di riscatto. Non è vero che il passare del tempo cura le ferite, anche le più profonde. Ce ne sono, di ferite, che non smettono mai di sanguinare e per arrestare il flusso costante di dolore che provocano richiedono scelte drastiche, anche a distanza di tempo.
Per finire, nessuno può dire veramente di conoscere del tutto le persone che ha accanto. Dietro ad un sorriso, ad un paio d’occhiali da miope, ad un bastone per correggere una zoppia può esserciqualche cosa di diverso da ciò che si può pensare. Barton lo scoprirà dopo un bel po’ dall’avvio delle indagini ma alla fine ci arriva.
Posti alcuni errori nel testo (che mi auguro vengano superati nella versione cartacea visto che ho letto l’ebook), la fatica maggiore è stata quella di non poter dare una mano a Barton tutte le volte in cui ho avuto la sensazione che avesse bisogno di un aiutino.
A cura di Stefania Ceteroni
https://libri-stefania.blogspot.com
Ross Greenwood
È nato nel 1973 a Peterborough, in Inghilterra. È autore di numerosi bestseller dalle atmosfere crime. Il killer della neve è il primo della sua serie thriller di maggior successo.
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