Il sangue dei baroni




Recensione di Valentina

Autore: Matteo Strukul

Editore: TimeCrime

Pagine: 280

Genere: Thriller

Anno Pubblicazione: 2016

 

Nella Libera Università di Padova, Daniele Capovilla è appena stato giudicato inidoneo per un posto di ricercatore. Gli è stata preferita Carola De Marchi, figlia del barone universitario Carlo Alberto De Marchi, potentissimo preside della facoltà di giurisprudenza che punta al rettorato.
Nel tentativo di fermare la sua marcia trionfale a lui si contrappone solo Enrico Zaramella, astro nascente del diritto internazionale e marito fedifrago. Prossimo al fallimento personale e alla rottura con la moglie, Capovilla decide di architettare il più rischioso dei ricatti ma, così facendo, innesca una spirale di violenza che, un po’ alla volta, coinvolge la massoneria, una coppia di gangster psicopatici e l’amante ninfomane di Zaramella. Mentre la vita borghese di quest’ultimo cade a pezzi e la figlia di De Marchi viene misteriosamente rapita, forse dal serial killer che sta terrorizzando la città con il nome di Cacciatore di scalpi, la situazione all’università precipita fra rivelazioni compromettenti.
Senza contare che è ormai imminente il convegno al quale parteciperà anche il rettore, l’inflessibile professoressa Maria Luisa Rognoni, che sogna di incastrare De Marchi e Zaramella per metterli finalmente al loro posto.

Quando ho conosciuto Matteo Strukul come scrittore mi sono immersa in un mondo totalmente differente, il fantasy storico che mi ha conquistata con I cavalieri del Nord mi ha portata ad apprezzare questo autore e sicuramente ha fatto nascere in me la voglia di esplorare altri scenari creati dalla sua penna, ed è per questo motivo che non appena ho saputo dell’uscita di questo suo nuovo libro ho voluto a tutti i costi farlo mio, conscia del fatto che Matteo non mi avrebbe in alcun modo delusa.
Con Il sangue dei baroni ho scoperto una delle tante sfumature che questo scrittore può vantare di possedere ed ho ritrovato un Noir/Thriller accattivante, ironico e assolutamente travolgente che ha saputo regalarmi momenti di ansia, angoscia e tensione allo stato puro in modo impeccabile.

In una location tutta italiana conosciamo il barone Carlo Alberto De Marchi, preside della facoltà di Giurisprudenza nella Libera Università di Padova, la cui più grande aspirazione è divenire Rettore, in un contesto profondamente menomato da una riforma altamente dannosa per i nuovi giovani ricercatori.
Dall’alto dei suoi poteri, però, il Barone riesce ad assicurare un posto nell’università alla figlia, Carola De Marchi, a danno di una giovane mente molto promettente, quella di Daniele Capovilla che, prossimo al fallimento totale sia a livello umano sia a livello professionale, decide di architettare un piano per stanare, una volta per tutte, le malefatte del Preside.
In suo aiuto accorre Enrico Zaramella, docente di Diritto Internazionale molto dotato che nutre una particolarmente avversione per De Marchi.
I due, però, non sanno assolutamente che conseguenze porterà tutto questo e si ritroveranno, ben presto, in un terribile pericolo.
Nel frattempo in città un Serial Killer sta terrorizzando i cittadini: il Cacciatore di Scalpi, così è stato ribattezzato dalla stampa locale, continua a mietere vittime, ma se in qualche modo le due questioni si ritrovassero a stretto contatto? Se i sotterfugi e gli inganni dell’Università fossero la preoccupazione minore? Se Daniele, Enrico, Carola e Carlo Alberto De Marchi si trovassero in un guaio ben peggiore? In una Padova intrisa di misteri e paura Matteo Strukul ha dato vita ad una commedia nera degna delle migliori menzioni.

Fin dalle prime pagine l’autore riesce a catturare l’attenzione del lettore mettendolo davanti ad una scena particolarmente suggestiva che lo invoglierà a proseguire nella lettura della storia narrata, ed è proprio qui, tra l’altro, che cominciano a farsi strada quelle sensazioni di rabbia, voglia di riscatto e risentimento che si riproporranno più e più volte durante il romanzo.
Molto altro, però, Matteo Strukul sarà in grado di scatenare e l’animo del lettore si ritroverà intrappolato in un vortice da cui rifuggire sarà assolutamente impossibile.

Tutto questo è stato possibile sicuramente grazie ai personaggi creati dalla penna dell’autore che spiccano per la loro originalità e al contempo per la loro grande verosimiglianza: guardarsi attorno e domandarsi se le personalità di questo Thriller in qualche modo ci siano veramente accanto è inevitabile; più volte durante la lettura del romanzo mi sono ritrovata a riflettere sull’ambiente che da qualche anno ormai frequento anche io, ho pensato e ripensato come una situazione simile potrebbe incidere anche su me stessa, in prima persona, e soprattutto ho provato a trovarne una soluzione, mi sono chiesta come si potrebbe uscire da uno scenario simile, cosa farei io se mi ritrovassi nei panni di Daniele Capovilla e, credetemi, le risposte che mi sono data non sono state affatto semplici e nella maggior parte dei casi neanche positive. Immedesimarsi in Carola, poi, non è stato per nulla difficile: anche se alcune delle sue scelte non le condivido pienamente, il suo malessere, il suo stato d’animo è penetrato facilmente in me, la sua insicurezza da un certo punto di vista è diventata la mia, la sua voglia di fare di più e di farlo per se stessa è stato l’elemento, poi, che più in assoluto mi ha fatto rivedere una piccola parte di me in lei e posso assicurarvi che la sensazione che ho provato è stata stranissima, ma sicuramente mi ha aiutata ancora di più ad entrare con tutta me stessa nel romanzo, facendomelo sentire sulla pelle e soprattutto dentro l’animo.

Anche gli altri personaggi citati, ovviamente, oltre ad essere caratterizzati benissimo, sono in grado di rendere il thriller intrigante e travolgente, ma quelli che ho menzionato prima, Daniele e Carola, sono in assoluto i due protagonisti che più mi hanno scossa e toccata nel profondo.

Il mondo di cui ha voluto scrivere l’autore è terribilmente complicato, le dinamiche sono incredibilmente complesse e la mia paura che il romanzo potesse risultare pesante, per nulla scorrevole e noioso o banale fortunatamente non ha mai ritrovato alcun riscontro: l’attenzione del lettore rimane sempre alta, la dinamicità della storia è inconfutabile e soprattutto quello che non scema mai è l’interesse che si prova per tutti gli intrighi e i misteri che popolano il libro, elemento sicuramente di notevole importanza che fa di Matteo Strukul un autore eccezionale.

Parlando di questo, poi, non posso non menzionare l’elemento noir e da un certo punto di vista splatter che permea tutto il libro: devo ammettere che questo genere si addice particolarmente alla penna fresca, ma tagliente dell’autore che è stato in grado di rendere perfettamente l’ansia, l’angoscia e il terrore in ogni situazione provate da ogni singolo personaggio trasmettendole in maniera impeccabile al lettore, per il quale ritrovarsi con una paura irrazionale che lo attanaglia sarà incredibilmente facile (e se fossi in voi comincerei a dormire con la luce accesa!).

Dire di essere rimasta colpita e segnata da questo romanzo è davvero riduttivo, trovare le parole per descrivere tutte le sensazioni che Matteo Strukul mi ha fatto provare è stato davvero difficile, mai prima di questo un libro è stato capace di scuotermi così nel profondo, di farmi emozionare così intensamente, ed è per questo motivo che Il sangue dei Baroni merita, assolutamente, un posto d’onore nella mia Libreria e sono certa che una volta letto sarà così anche per voi.

 

Matteo Strukul


Nasce a Padova nel 1973.

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