Recensione di Giulia Pillon
Autore: Susan Meissner
Editore: Tre60
Traduzione: Elisa Banfi
Genere: narrativa
Pagine: 372
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Oxford, oggi. Kendra è una studentessa americana che si trova in Inghilterra per scrivere la tesi sulla seconda guerra mondiale. È così che conosce Isabel MacFarland, un’anziana pittrice sopravvissuta ai bombardamenti di Londra. Ma quella che sembra una semplice intervista diventerà un racconto pieno di sorprese: Isabel ha infatti diversi segreti da rivelare, a cominciare dalla sua vera identità…Londra, 1940. Mentre la città è ridotta in macerie dalle bombe della Luftwaffe, centinaia di bambini vengono evacuati nelle campagne. È il destino delle sorelle Emmy e Julia Downtree, che si ritrovano in un cottage sulle colline dei Cotswolds, mentre Annie, la loro madre, rimane a lavorare a Londra. Emmy ha solo quindici anni, ma è cresciuta in fretta e si prende cura della sorellina e della casa con quieta determinazione… almeno finché la signora Crofton, proprietaria del Primrose Bridal, non le offre l’opportunità di diventare la sua apprendista. Per Emmy, quel negozio è un autentico paradiso, anche perché disegnare abiti da sposa è da sempre il suo sogno. Ma lavorare lì significa tornare a Londra, di nascosto dalla madre, mettere Emmy in pericolo e rischiare la vita. La guerra non perdona: costrette a separarsi, le due sorelle andranno incontro a destini diversi. E l’unico scopo di Emmy sarà ritrovare Julia…
Recensione
“Ogni passo sembrava cancellare i giorni, le settimane e i mesi che la guerra le stava sottraendo. Con una parola, aveva lasciato che il suo sedicesimo e il suo diciassettesimo anno fossero inghiottiti dal nemico, ghermiti con la rapidità e la sicurezza con cui la guerra aveva ghermito tutto ciò che aveva. Mentre avanzava a testa bassa, era la sola cosa di cui avesse consapevolezza.”
Autunno. La temperatura e il cielo che cambiano. Tempo di plaid, calzettoni, infusi caldi, libri da godersi sul divano. Io ho dato il benvenuto al ritorno dell’autunno con un romanzo malinconico, che fa riflettere. Di quelli che fanno male, che ti entrano nel profondo. Lacerante e indimenticabile.
Un romanzo che parla di scelte e conseguenze, inimmaginabili e distruttive. Dell’impossibilità di far tornare indietro le lancette dell’orologio. Di senso di colpa e non accettazione del proprio diritto alla felicità.
Le forze motrici del romanzo sono tutte donne. Donne forti e indipendenti, donne che sono un porto sicuro in un’epoca di tormentata incertezza, donne capaci di perdonare, gli altri ma anche e soprattutto se stesse e le proprie scelte. C’è Emmy, una ragazzina cresciuta in fretta che, quando scorge uno sprazzo di futuro possibile, in cui non esistono guerra, razionamenti e sirene dell’antiaerea, ma solo amore e speranza, decide di afferrarlo, costi quel che costi. E c’è l’adorabile Charlotte, un’anziana signora che vive in un cottage nella campagna inglese, dove si può assaporare una vita serena, anche in tempo di guerra.
Lo stile della Meissner è fluido, elegante, coinvolgente e soprattutto concreto. Sembra di sentire il sibilo delle bombe, il mondo che esplode tutt’intorno, la cenere e la polvere nelle narici. Ma anche di sentire sulle labbra il sapore dell’Earl Grey, mentre si è seduti in un patio sotto un cielo perlato.
È lampante quanto lavoro di ricerca ci sia stato dietro alla stesura del romanzo. Meissner ha consultato la professoressa Margaret Dyson della University of California di San Diego riguardo la psicologia infantile all’inizio degli anni Quaranta, e la storica e scrittrice britannica Julie Summers riguardo lo sfollamento dei bambini londinesi. Ha esaminato il materiale conservato all’Imperial War Museum di Londra e ha, soprattutto, parlato con i sopravvissuti alla guerra, raccogliendo le testimonianze di chi quegli anni bui e terribili li ha vissuti sulla propria pelle.
“Il segreto di Isabel” è una lettura toccante e meravigliosa, permeata da un senso di attesa dalla prima all’ultima pagina. È un romanzo che fa capire l’importanza del passato e della storia, perché “Se non conosci la Storia, non sai nulla. Sei una foglia che non sa di far parte di un albero”. Ma non si tratta soltanto di conoscere le liste, le date e i numeri, ma anche di comprendere le sensazioni e le emozioni provate da chi certi avvenimenti li ha vissuti in prima persona, perché, come si chiede Kendra “a che serve ricordare un avvenimento, se non ti ricordi quali sensazioni ti ha suscitato, che impatto ha avuto sugli altri, quali sensazioni ha suscitato anche in loro? Non impareresti nulla, nessuno imparerebbe nulla”.
Le prime pagine del romanzo, in cui l’anziana Isabel decide di aprirsi e rivelare il suo passato e la sua reale identità, mi hanno ricordato un’altra meravigliosa lettura, “Io non mi chiamo Miriam” di Majgull Axelsson, edito da Iperborea (se non l’avete letto, fatelo!): le similitudini sono davvero molte e il periodo storico è lo stesso.
Susan Meissner
è nata a San Diego, in California, e si è laureata alla Point Loma Nazarene University. È sposata con un cappellano militare dell’Aeronautica e ha quattro figli. Oltre a scrivere romanzi, tutti di grande successo, organizza gruppi di scrittura creativa e di lettura.
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