In silenzio si uccide




I casi dell’ispettore Erlendur Sveinsson


Autore: Arnaldur Indriðason

Editore: Guanda

Traduzione: Alessandro Storti

Genere: Narrativa gialla

Pagine: 272

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Il cadavere nudo di una ragazza con il viso truccato vistosamente e una lettera J tatuata sulla natica viene ritrovato sulla tomba di Jón Sigusson, eroe nazionale islandese. A un primo esame l’omicidio sembra avvenuto per strangolamento. L’autopsia, che pare confermare l’ipotesi, fornisce altre risposte: la vittima era anoressica e faceva uso di droghe, su tutto il corpo ci sono chiari segni di violenza. Come mai l’assassino ha deciso di lasciare il cadavere in un luogo così simbolico? Vuole lanciare un messaggio? Le indagini, affidate a Erlendur Sveinsson e Sigurður Óli, si prospettano lunghe e complicate, ma i due investigatori possono contare sull’aiuto di Eva Lind, la figlia di Erlendur, che frequenta le stesse brutte compagnie della vittima. In breve tempo riescono così a risalire all’identità della ragazza, Birta, che aveva solo ventidue anni. Tutte le piste conducono al sottobosco della droga e della prostituzione, un mondo in cui uomini ricchi e spietati si comportano da padroni, senza rispetto per la vita degli altri.

Recensione di Marina Toniolo

L’ispettore Erlendur ritorna in questa gustosa e scorrevole storia noir. E’ un nostalgico e non comprende il desiderio dei suoi connazionali di uniformarsi agli standard americani con i modi di dire e i grossi centri commerciali.

L’Islanda ha una sua storia da raccontare ed il corpo di una ragazza trovata sopra la tomba del Presidente Jón Sigurðsson scatena l’istinto da segugio di Erlendur che, con il fido Sigurur Óli, lo porta verso i Fiordi dell’Ovest. Una terra di piccoli villaggi la cui gente e’ in prevalenza pescatrice.

Con molta pazienza l’ispettore ricostruisce la storia della ragazza: dalla adolescenza fino alla fuga verso la grande citta’ del Sud con un grosso problema, la totale dipendenza dalle droghe. Viene aiutato anche dalla figlia Eva Lind la cui figura rispecchia la generazione dei giovani sconfitti e disillusi.

Indriðason ha una scrittura fluida con dialoghi ben congegnati e sagaci capaci di assecondare anche il lettore piu’ esigente.

L’ambientazione nella Reykjavik di mezza estate con il sole perennemente all’orizzonte rende bene la sensazione claustrofóbica della mancanza di sonno. Ottima l’analisi sociale dello svuotamento dei paesi delle coste con la conseguente crescita ad oltranza delle maggiori citta’.

La figura di Sigurðsson, dimenticata dai giovani, rimane il pilastro a cui Erlendur si aggrappa per risolvere questo caso.

Per gli amanti di Indriðason che lo seguono da sempre. Stuzzichevole.

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Arnaldur Indriðason


Arnaldur Indriðason, Reykjavik 1961, è uno scrittore islandese di romanzi polizieschi che hanno come protagonista il personaggio di Erlendur Sveinsson. Ha lavorato come giornalista indipendente e come critico cinematografico. Laureato in storia, ha scritto il suo primo romanzo nel 1997. Ha vinto numerosi premi fra i quali il Glasnyckeln e Gold Dagger. Tra i suoi romanzi pubblicati da Guanda: Sotto la città (2005), La signora in verde (2006), La voce (2008), Un corpo nel lago (2009), Un grande gelo (2010), Un caso archiviato (2010), Un doppio sospetto (2011), Cielo Nero (2012), Le abitudini delle volpi (2013), Sfida cruciale (2013), Le Notti di Reykjavík (2014), Una traccia nel buio (2015), Un delitto da dimenticare (2016), Il commesso viaggiatore (2017), La ragazza della nave (2018), Quel che sa la notte (2019) e I figli della polvere (2021).

A cura di Marina Toniolo

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