Recensione di Mirella Facchetti
Autore: Maria Adolfsson
Traduttore: Stefania Forlani
Editore: Sem
Genere: Gialli
Pagine: 444 nella versione a stampa
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. La detective Karen Eiken Hornby si sveglia in una stanza d’albergo senza ricordare molto della sera precedente: ha bevuto troppo. Nel letto, accanto a lei, c’è un uomo che dorme profondamente e non dovrebbe essere li. È il suo capo, Jounas Smeed, comandante della divisione crimini della polizia di Doggerland. Karen pensa che dovrebbe decidersi a cambiare abitudini e darsi una regolata, anche perché la vita le ha già fatto pagare un conto salato. Troppo salato. È un pensiero che la tormentata detective ha spesso e che le si ripresenta con forza quando riceve l’incarico di indagare su un efferato omicidio. La vittima, infatti, è Susanne Smeed, proprio l’ex moglie del suo ultimo amante. Karen Eiken Hornby è tornata a Doggerland per dimenticare il suo passato. Ci prova con l’aiuto dell’alcol, del suo impegnativo lavoro, e di uomini che non le piacciono. Ora però è obbligata a fare i conti con i propri errori e quelli degli altri. Il primo capitolo di una serie di noir ambientati a Doggerland, un arcipelago immaginario situato tra la Gran Bretagna e la Scandinavia, nel Mare del Nord. Le isole, Heimö, Noorö e Frisel, rappresentano ciò che rimane della massa continentale che univa le terre britanniche e il continente europeo.
Recensione
“E brava, brava la Adolfsson”, questo è quanto ho pensato quando ho terminato il libro.
Se da un lato ero molto curiosa di “tenere a battesimo” questa nuova serie noir, dall’altro il punto di partenza della storia (notte passata con il capo dopo bevuta colossale, con annesse e connesse conseguenze), mi lasciava un po’ perplessa (ammettiamolo, come incipit non è proprio dei più originali…).
E, invece, ecco che questo thriller ha spazzato via ogni mia perplessità e mi ha pienamente convinta.
Mi ha convinta per l’ambientazione ma, soprattutto, per il carattere e la storia della protagonista. Perché: ok le indagini, ok la ricerca del colpevole, ma se in un giallo c’è anche l’approfondimento psicologico, se il riflettore viene puntato anche sulla storia personale della protagonista ̶ su un passato che riaffiora a piccole dosi, un passato che dapprima si lascia immaginare, per poi esplodere con tutta la forza di una rivelazione toccante – , ecco… per me quel giallo guadagna il rango di gran bel giallo.
E qui c’è tutto questo. C’è una protagonista tutt’altro che perfetta ̶ direi piuttosto “danneggiata” che, a poco a poco, si rivela in tutta la sua forza, in tutto il suo dolore e per la capacità di non lasciarsi annegare nella sofferenza.
Senza fare spoiler, vi dico subito che amerete il rapporto tra Karen (la protagonista) e Sigrid, giovane e ribelle.
Ma non dovete pensare che il quid in più del romanzo sia “solo” l’approfondimento psicologico, perché il colpo di scena finale è veramente inaspettato e ben congegnato.
Non vedo l’ora di leggere nuovi romanzi di questa serie.
Intanto, vi invito a non lasciarvi scappare questo bellissimo esordio!
Maria Adolfsson
Maria Adolfsson (Stoccolma, 1963), è cresciuta in una piccola isola dell’arcipelago svedese non lontano da Stoccolma, dove ha lavorato nella comunicazione. “Inganno” è il primo, attesissimo libro della serie Doggerland.