Intervista a Jussi Adler-Olsen




A tu per tu con l’autore


Innanzitutto, mi congratulo per questo suo nuovo libro, deve sapere che ho divorato “Vittima numero 2117” in poco meno di tre giorni perché ho trovato impensabile abbandonarlo prima della fine. È riuscito a creare una storia di alto livello e di grande impatto emotivo. Quando ha scritto “La donna in gabbia”, aveva già in mente un progetto così a lungo termine per la Sezione Q, oppure la naturale evoluzione è avvenuta successivamente? Si aspettava un seguito così numeroso di fan per questa serie?

Fin dall’inizio ho deciso di scrivere il thriller più lungo di sempre: dieci “capitoli” dove ogni romanzo è un “capitolo”. E prima di scrivere la prima parola di “The Woman in the Cage” avevo preparato una sinossi della lunga storia e pianificato i personaggi principali. Naturalmente nel corso della stesura della serie ho apportato modifiche, ma la mia intenzione fin dall’inizio era quella di finire con dieci “capitoli”. Non avevo idea se avrebbe funzionato, sono il tipo di scrittore che vuole essere letto, e se nessuno volesse leggere questa serie, non credo che avrei continuato. Ma con mia grande gioia è stato ben accolto e ora sto scrivendo il “capitolo” nove.

First of all, I’d like to congratulate you about your new book, I really dug “Victim 2117” in just three days because I thought it impossible to abandon the book before the end. You managed to create a story of high level and of great emotional impact. When you wrote “The Woman in Cage”, did you already have such a long-term project in mind for Section Q, or did the natural evolution happen later? Did you expect such a great number of fans for this series?

From the very beginning I set out to write the longest crime-thriller ever – ten “chapters” each novel being one chapter. And before I wrote the first word of “The Woman in the Cage” I had set out a synopsis of the long story and planned the main characters.  Of course during the course of writing the series I have made adjustments, but my intention right fron the beginning was to end up with ten “chapters”. I had no idea if it would work, I am the kind of writer who wants to be read, and if no one wanted to read this series, I don’t think I would have continued. But to my great delight it has been well received and I am now writing on Chapter nine.


Le metafore sui cammelli che Assad ci riporta per spiegare determinati concetti, che a noi hanno sempre strappato sonore risate, qui in “Vittima numero 2117” si rivelano per quello che sono, ovvero una maschera dietro la quale trincerarsi e proteggersi. È sicuramente un personaggio chiave che nel tempo ha assunto sempre più importanza all’interno della serie sulla Sezione Q e al quale, noi seguaci ci siamo affezionati da subito, anche grazie all’alone di mistero che lo ha sempre accompagnato. Fin da subito ha capito che Assad avrebbe potuto assumere un ruolo così importante nei suoi romanzi successivi?

Per creare dinamiche in una storia, secondo me non puoi avere solo un personaggio principale. Sapevo fin dall’inizio che Carl aveva bisogno di avere un aiutante e forse anche qualcun altro intorno a lui (Rose e in seguito Gordon) per dare linfa ed energia alla  narrazione. Che Assad avrebbe attirato l’attenzione dei lettori a tal punto (ad esempio in Germania ha il suo fan club) era qualcosa che non avevo immaginato. Ma ho lavorato con grande determinazione per dare credibilità e forza a questo personaggio. Nel corso della stesura della serie ha in molti modi preso in carico la propria “vita”. I miei personaggi non sono esattamente come li avevo immaginati nella mia sinossi originale – come è successo a me con la storia – anche loro si sono sviluppati.

Il mistero sul passato dell’assistente di Carl è durato ben sette libri fra allusioni e mezze verità, prima di venire definitivamente svelato e, quando questo è avvenuto noi lettori ci siamo ritrovati davanti ad una realtà agghiacciante che mai avremmo potuto immaginare. Il “riccetto”, che ormai ha visto crollare gli argini costruiti per proteggersi ci mette a parte di qualcosa di straziante, soprattutto perché seppur consapevoli della finzione che si può trovare nei romanzi, siamo consci di come questi fatti siano meno immaginari di quanto vorremmo pensare. La trama di questa nuova storia denota una ricerca molto approfondita nel reperimento di materiale specifico su alcuni temi. Non voglio entrare troppo nel merito per evitare anticipazioni a chi non avesse ancora letto il libro ma le chiedo: quanto è stato difficile per lei documentarsi e al contempo, riuscire a mantenere quel distacco opportuno, per non venire risucchiato nell’orrore di cui ha parlato in “Vittima numero 2117”?

La ricerca è molto importante per me. So che i miei lettori sono intelligenti e molti hanno una competenza particolare  che io non ho. Questo è il motivo per cui sto molto attento quando scrivo qualcosa che non è finzione, deve essere corretto, indipendentemente dal fatto che sia la descrizione di un luogo, ad esempio Barcellona o le condizioni dei rifugiati. Per me ciò significa che ciò che scrivo come fiction narrativa diventa più credibile. Per quanto riguarda la ricerca sulla crisi dei rifugiati, ho utilizzato le segnalazioni di Amnesty International. E per quanto riguarda l’orrore, a dire il vero, penso che devi esserne risucchiato per poterlo comunicare in modo credibile. Non è stata una gioia scrivere.

The mystery about Carl’s assistant’s past lasted seven books among allusions and semi-truths, before being definitively revealed and, when that happened, we readers found ourselves faced with a chilling reality that we could never have imagined. The “riccetto”, which has now seen the banks built to protect himself collapse, reveals us something heartbreaking, above all because although aware of the fiction that can be found in the novels, we are aware of how these facts are less imaginary than we would like to think. The plot of this new story denotes a very deep research in finding specific material on some topics. I don’t want to go into too many details to avoid spoilers for those who have not yet read the book but I ask you: how difficult was it for you to document yourself and, at the same time, be able to maintain the appropriate detachment, so as not to get sucked into the horror   you  wrote in “Victim  2117”?

Research is very important to me. I know that my readers are clever and many have special knowledge that I do not have.  That is why I am very careful when I write something which is not fiction, it needs to be correct, and that is regardless of whether it is the description of a location eg. in Barcelona or the conditions of refugees.  To me that means that what I write as true fiction becomes more credible. When it comes to research on the refugee crisis I have made use of eg. reports made by Amnesty International. And regarding the horror – to be honest, I think you need to get sucked into it to be able to communicate it in a credible way. It was not a joy to write.


In questo romanzo si affronta il tema dell’immigrazione clandestina con i “viaggi delle speranza”, dei terroristi e del terrorismo in genere, e a contorno (neanche tanto) si parlerà di “hikikomori”. Tanta carne al fuoco che lei, però, è riuscito ad amalgamare con abilità dando vita a questa nuova storia. Mentre leggevo, in particolare alcune parti le ho percepite come molto “partecipate” ovvero, nelle parole c’era un’anima, non erano solo lettere vuote e indefinite nella pagina, tant’è che i brividi che ho provato li ho avvertiti come autentici. Al di là del passato di Assad al quale probabilmente avrebbe potuto dare altre possibilità, perché ha deciso di scrivere proprio questa storia?

Sono sempre stato coinvolto in ciò che accade intorno a me. In gioventù ho lavorato nel movimento per la pace organizzando eventi. Leggendo i  miei romanzi si scopre che c’è sempre qualcosa o qualcuno vittima di un qualche tipo di abuso di potere. Cerco di rivolgere l’attenzione del mio lettore verso qualcosa cui trovo importante prestare attenzione. In questo romanzo è la crisi dei rifugiati, è il terrorismo ed è anche quello che considero un grande problema, i giovani si isolano. Non punto il dito verso nessuno ma cerco di sensibilizzare i miei lettori sui problemi che ritengo importanti. Quando si tratta di Hikikomori, sono rimasto sbalordito nell’apprendere che solo in Giappone circa un milione di persone vivono così. Credo che sia una tendenza della nostra società di cui dobbiamo preoccuparci, alcune di queste persone finiscono con menti contorte e Dio sa solo cosa potrebbero finire uscendo dalla loro zona di comfort.

In this novel you deal with the theme of illegal immigration, the “journeys of hope”, terrorists and terrorism in general, “hikikomori”. So many irons in the fire that you, however, managed to mix skilfully giving life to this new story. While reading, in particular some parts I perceived them as very “participated”: not only empty and undefined letters on the page, so that the chills that I felt I felt them as authentic. Beyond the past of Assad to which you probably could have given other possibilities, why did you decide to write this story?

I have always been involved with what happens around me. In my youth I worked in the peace movement organizing events. If you read my novels you will find that there is always something or someone who is the victim of some kind of misuse of power. I try to turn my reader’s attention to something which I find important to pay attention to. In this novel it is the refugee crisis, it is terrorism and it is what I also see as a great problem, young people isolating themselves. I do not point the finger at anyone but I do try and make my readers aware of issues that I find important.

When it comes to Hikikomori I was stunned to learn that in Japan alone around one million people live like this. I believe it is a trend in our society that we need to worry about, some of these people end up with twisted minds and God only knows what they might end up doing if they go outside their comfort zone.


Questo, a mio avviso si può definire come libro di svolta poiché fino a due anni fa, ovvero prima di “Selfie” si era raggiunto un certo tipo di equilibrio e, già dopo quel romanzo alcune cose erano cambiate (solo leggendo questo nuovo libro però tutto diventerà più chiaro) ma ora, alla luce di tutto ciò che avvenuto in “Vittima numero 2117”, cosa potremmo o dovremmo aspettarci per il futuro? Ho avuto l’impressione che vi fosse qualcosa di apparentemente irrisolto, di cui si fa cenno nelle ultime pagine, finendo così per riportarmi agli inizi, quando ho conosciuto Carl. Potrebbe essere questo uno dei temi possibili?

Sei una lettrice meravigliosa, curiosa e intelligente. Sì, nel prossimo romanzo conosceremo Carl molto meglio. Anche lui ha alcuni segreti oscuri con cui sta combattendo. E poi ovviamente abbiamo il caso irrisolto che è stato alla base dell’intera serie: cosa è successo davvero quando Hardy è stato colpito e il loro collega Anker è stato ucciso. Molta carne al fuoco per gli ultimi due “capitoli” della serie. Quando la serie sarà completa, conosceremo i nostri amici Carl, Assad e Rose in un modo completamente diverso. E poi forse alcuni dei miei lettori troveranno divertente rileggere l’intera serie e vederla sotto una nuova luce.

“Victim 2117”, in my opinion, can be defined as a turning book because  two years ago, before “Selfie”, a certain type of balance had been reached and, already after that novel, some things had changed (only by reading this new book however everything will become clearer) but now, in the light of everything that happened in “Victim 2117”, what could or should we expect for the future? I had the impression that there was something apparently unsolved, mentioned in the last pages and  taking me back to the beginning, when I met Carl. Could this be one of the possible themes?

You are a wonderful reader, you are curious and clever. Yes in the next novel we will get to know Carl much better. He too has some dark secrets that he is battling with. And then of course we have the unsolved case that has been underlying the entire series – what really happend when Hardy got shot and their colleague Anker was killed.  Plenty, I think for the last two “chapters” in the series. When the series is complete we will know our friends Carl, Assad and Rose in a completely different way. And then perhaps some of my readers will find it fun to re-read the entire series and see it in a new light.


Lei è un grande scrittore, e con questo libro secondo me ha raggiunto un livello ancora più alto ma le chiedo, è anche un assiduo lettore? Quanto spazio ha dedicato ai libri in casa e quali sono gli autori che eventualmente occupano un posto di prestigio nella sua libreria? Fra questi, ha lasciato uno spazio sulla mensola, o almeno un angolino, anche per qualche nome italiano?

In passato leggevo molto, soprattutto i classici, penso che siano geniali e che possiamo imparare così tanto da loro. Attualmente, purtroppo, non ho molto tempo per leggere. Ho ovviamente letto Umberto Eco ed Elsa Morante ma non vedo l’ora di trovare il tempo di leggere ad esempio Elena Ferrante. E poi sono curioso di leggere il simpaticissimo Carlo Lucarelli, che ho incontrato a Mantova qualche anno fa. Detto questo, adoro leggere l’assurdo: ho conosciuto questo genere attraverso Harold Pinter, Samuel Beckett e Fernando Arrabal e non da ultimo Dario Fo. Ha dato un’idea di cosa può fare veicolando l’assurdo per iscritto.

You are a great writer, and with this book I think you have reached an even higher level but I ask you, are you also a frequent reader? How much space have you devoted to books in your home and who are the authors that occupy a prestigious place in your library? Among these, did you leave a space on the shelf  for some Italian writers too?

I used to read a lot, especially the classics – I think that they are brilliant and that we can learn so much from them. These days, alas, I do not have much time to read. I have of course read Umberto Eco and Elsa Morante but I look forward to finding the time to read eg. Elena Ferrante. And then I am curious to read the very nice Carlo Lucarelli, whom I met in Mantova a few years ago. Having said this I love to read the absurd – I got to know this genre through Harold Pinter, Samuel Beckett and Fernando Arrabal and not least Dario Fo. He gave an insight into what using the absurd in writing can do.


A nome mio e di Thrillernord ringrazio infinitamente Jussi Adler-Olsen per il tempo che ci ha dedicato e rinnovo i complimenti per il suo nuovo libro, che secondo me colpirà dritto al cuore tutti quelli che lo leggeranno!

Thrillernord and I would like to thank Jussi Adler-Olsen for the time he dedicated us and I renew my congratulations for his new book!

Grazie mille, piacere mio. Jussi

Thank you so much, my pleasure. Jussi

Loredana Cescutti

 

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