Isole Niure




AA.VV.


Editore: Algra Editore

Genere: Noir

Pagine: 340

Anno edizione: 2025


Sinossi. Isole Niure nasce come fortunata rassegna letteraria online per collegare, attraverso un ponte di parole scritte, le tre isole maggiori d’Italia: Sicilia, Sardegna e Isola d’Elba. Il progetto negli anni è evoluto in un prodotto editoriale – l’antologia che stringete tra le mani – con dieci autori e nove storie dedicate alla complessa varietà della vita sulle isole. Poliziotti risoluti, carabinieri disillusi, guardie forestali e semplici cittadini si adoperano a indagare il male che si annida nelle terre circondate dal mare. Gesualdo Bufalino sosteneva che esistono “cento Sicilie” e noi crediamo che lo stesso pensiero si possa adattare alla realtà sarda e persino a quella elbana. E anche ogni racconto è un’isola a sé: si va dalle spiagge cristalline della costa dell’iglesiente alle calette selvagge nei dintorni di Nuoro, dai borghi nebbiosi dell’entroterra agrigentino ai sfavillanti centri barocchi accoccolati sui monti Erei. Esistono pure, come nel caso della quasi ligure Carloforte o della greca Ortigia, vere e proprie “isole nell’isole”, a evidenziare ancora una volta le contraddizioni e le contaminazioni ereditate da un mare come il Mediterraneo, che unisce e mai divide. Tra antiche superstizioni, delitti irrisolti, sparizioni improvvise, vendette familiari e leggende arabe “Isole Niure” offre al lettore un mosaico di storie variegate e appassionanti.

 Recensione

di

Salvatore Argiolas


Il giallo italiano è stato sin da subito caratterizzato dalla ricerca della specificità locale e diversamente dai gialli classici all’inglese ambientati in ville sperdute, in dimore avite o in manieri, hanno come scenari privilegiati località ben conosciute e caratteristiche, come del resto accade anche oggi dove i più rinomati giallisti italiani prediligono ambientazioni ben riconoscibili e automaticamente esplicative.

Anche i connotati fondamentali del giallo italiano contemporaneo contemplano l’identificazione “provinciale” delle storie e il “profumo” della provincia si sente in modo particolare in “Isole Niure”, raccolta di racconti pubblicata da Algra Editore e che presenta diverse variazioni sul tema della peculiarità isolana, sviluppandosi sulle tre principali isole italiane, Sicilia, Sardegna e Isola d’Elba e che poi si articola ancora in due storie ambientate in due isole nell’isola, Isola di San Pietro e Ortigia.

Già il titolo, “Isole Niure”, rende bene la temperatura emotiva che pervade la raccolta perché l’isola è un contenitore di storie unico, stratificato nel tempo e che è diversissimo da altri contesti e il nero, il noir è una potente lente che consente di mettere bene a fuoco problematiche e contraddizioni che attraversano la società in cui viviamo.

Disamistade”, il primo racconto di Claudia Aloisi ed Eleonora Carta, si svolge ad Ottana, nella Sardegna più interna, dove il commissario Massimo Foschi si reca per il funerale dell’ex collega  Antonio Ledda e per caso si trova ad assistere al Carnevale di Ottana, un rito che affonda le radici nei secoli e nel mito.

Anche se dapprima pensa di declinare l’invito a partecipare, forse perché la ritiene una festa folkloristica, Foschi si lascia trascinare dalla frenesia del paese e si trova davanti ad una manifestazione di grande complessità, ricca di simbolismi legati alla cultura agro-pastorale precristiana, specchio e testimonianza dell’intimo legame tra uomo e natura.

Anche il razionale commissario arrivato dal continente viene rapito dalla ritmica rappresentazione che ipnotizza tutti i partecipanti calamitandoli in un mondo “altro” dove si assiste a riti e miti che risalgono a tempi dimenticati quando, quasi alla fine del rito viene trovato morto un ragazzo.

La vittima è Matteo Serra, un giovane latitante, condannato per l’omicidio di Ignazio Fenudi padre di Istevene, ragazzo che partecipava al carnevale e che è stato visto scappare non concludendo il suo ruolo, quello di Filonzana, “la filatrice che tiene in mano il destino degli uomini, lo tesse, lo misura… e lo taglia.”

Naturalmente Istevene è il primo sospettato perché il “codice barbaricino” è spietato e ha le sue procedure che tutti conoscono e anche Matteo Serra ne era pienamente consapevole.

Chi era Matteo Serra?” “Era uno come un altro. Nato qui, cresciuto qui, respirando aria e faide secondo un codice antichissimo. (…) Nell’insieme un bravo ragazzo. Sarebbe stato portato per la scuola, in un altro universo. Ma c’era da aiutare la famiglia. Quella del pastore non è una vita comoda, come avrai intuito anche solo dal rito di questa sera…”

“Quindi qui tutti o quasi fanno i pastori?”

“Sono pastori. Non è una sfumatura, è una differenza essenziale: non si fa, si è. Questa è l’identità degli uomini che abitano qui.”

“I Serra e i Fenudi non sono mai andati d’accordo. Sai questioni apparentemente banali, uno sconfino di pascolo, qualche presunto furto di bestie…

Ma qui basta per creare una profonda disamistade.

“Disamistade?” fa eco Foschi, quasi che ripetere quella parola la renda più reale. “Come la canzone?

“Conosci De André, quindi” risponde Daniele con un pallido sorriso e riprende: “Comunque, sì, disamicizia, odio. Come lo direste voi in continente?”

“Il significato è chiarissimo anche senza tradurlo.”

Disamistade” è un racconto di grande impatto dove sullo sfondo di una tragedia scespiriana si staglia la peculiarità di una comunità che ha aspetti di antichissima origine, pre- storica dove il sangue ha una valenza trascendentale, “Questa è la nostra natura. Rinnegarla vuol dire rinnegare il nostro sangue.”

C’è bisogno di cretini in questo mondo” di Rosario Russo è un trasparente omaggio a Leonardo Sciascia e ad uno dei suoi romanzi più noti ed emblematici, “A ciascuno il suo” che finisce proprio con la frase “Il professor Laurana era un cretino”.

Il racconto è totalmente impregnato dallo spirito sciasciano ma inserito in una cornice moderna dove l’indagine è compiuta da un assistente amministrativo che, per caso, si imbatte in uno strano documento che mette in moto la sua curiosità, portandolo a scoprire misfatti che in tanti hanno provato ad occultare.

“Minchia, certo che un romanzo si può mettere di lato davanti a questa storia. Gli scrittori siciliani hanno la funzione di mitigare la realtà, che in questa terra è più atroce della realtà” medita Cantone, assistente amministrativo e scrittore, che trova il bandolo della matassa facendo proprio il cretino.

“Perché un cretino?” mi aveva chiesto Francesco.

“Perché non si faceva i fatti suoi.

“Allora anche noi siamo stati dei cretini.”

“Che ci vuoi fare, viviamo in un’isola dove per troppo tempo ci hanno privato della verità e di conseguenza ne avvertiamo una mancanza atavica.”

Ambientato a Caltagirone “C’è bisogno di cretini a questo mondo” è diversissimo da “Disamistade” ma ne è legato da una sottile linea rossa, da tante “affinità elettive” che ci consentono di gettare uno sguardo penetrante su due ambienti, due visioni del mondo che “Isole Niure” ha il grande merito di mettere in evidenza con tanti altri intriganti racconti di validi autori come Ciro Auriemma, Marco Belli, Antonio Boggio, Erika Carta, Salvo di Caro, Roberto Mandracchia e Gaudenzio Schillaci che con le loro opere apportano delle tessere capaci di creare il mosaico policromo e composito di un mondo “altro”, isolano ma adattissimo a rappresentare in massimo grado il “noir mediterraneo”.

“Noi scrittori siamo demiurghi. Dominiamo il caos con la potenza delle parole.”

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AA.VV.


Antonio Boggio: (1982) è cresciuto a Carloforte, nell’isola di San Pietro, una piccola isola a sudovest della Sardegna. Attualmente vive e lavora a Cagliari. I primi due romanzi con protagonista Alvise Terranova sono stati pubblicati da Piemme nel 2022 e nel 2023. Nel 2025 uscirà il terzo romanzo con il Giallo Mondadori.

Ciro Auriemma: ha lasciato il classico posto fisso per campare di parole. È cofondatore della casa editrice Ischìre, dove dirige la collana di Noir Mediterraneo Lebìc. Collabora come editor per l’Agenzia Letteraria Kalama e scrive per la pagina culturale dell’Unione Sarda. Insegna alla Scuola Baskerville ed è editor per Come si scrive una grande storia di Francesco Trento. Ha pubblicato romanzi e racconti con alcuni dei più grandi marchi editoriali italiani.

Claudia Aloisi: (1974), insegnante, studiosa di storia, ha pubblicato per Condaghes i romanzi Flavia’s End e Controluce. Ha scritto racconti per varie antologie ed è stata premiata ai concorsi letterari Festival di GialloGarda, InMagazine e Turno di Notte.

Eleonora Carta: (1974), laureata in giurisprudenza, ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2014; sono seguiti altri romanzi, racconti e saggi sulla letteratura gialla (Graphe.it). Il suo ultimo romanzo è I giorni del Corvo (Ischire, 2025).

Erika Carta: (1985), nasce e vive a Iglesias, Sud Sardegna. Da sempre dedita alla lettura e alla scrittura, ha partecipato a diverse antologie di racconti. Vincitrice nel 2017 del primo premio al concorso letterario “Donne al traguardo”, è impegnata nell’Associazione Culturale Argonautilus per la diffusione e promozione sociale della cultura.

Gaudenzio Schillaci: è nato a Catania nel 1990. Vive e lavora a Bologna. Nel 2020 ha pubblicato il suo romanzo di debutto, La felicità si racconta sempre male (Dialoghi Edizioni). Nel 2021 ha pubblicato, per Alter Erebus Press and Label, Frasi sporche da insegnare ai pappagallini. Ha partecipato a numerose antologie di racconti. Nel 2020 ha fondato, insieme agli amici e colleghi Sebastiano Ambra, Alberto Minnella e Rosario Russo, il collettivo di scrittura Sicilia Niura, con cui dirige l’omonima collana per Algra Editore.

Marco Belli: (Ferrara, 1975) è insegnante di scuola superiore e direttore artistico del festival dell’editoria indipendente Elba Book. Co-fondatore della Rete Pym, fa parte del collettivo di scrittori ferraresi LAPS. Ha partecipato a varie raccolte di racconti. Con Edicola Ediciones ha pubblicato Uno sbaffo dei cipria (2017), Canalnero (2021) e Suture nella nebbia (2024), romanzi che hanno come protagonista la detective clochard Vivian Deacon. Nel 2021 è uscito per Graphe.it Edizioni il racconto illustrato Storia di A., vincitore del Premio Microeditoria di qualità 2022 a Chiari (sezione narrativa). Sempre nel 2022, come fotografo, ha pubblicato per l’editore Rubbettino, insieme a Sandro Abruzzese, Niente da vedere. Cronache dal Polesine e altri spazi sconfinati. Nel 2023, su invito del festival torinese Dora Nera, ha partecipato alla raccolta di racconti Il destino non è un finale già scritto.

Roberto Mandracchia: (1986) è nato ad Agrigento. Insegna nella scuola pubblica e ha scritto per il cinema, la pubblicità e l’editoria scolastica. I suoi romanzi sono Guida pratica al sabotaggio dell’esistenza (Agenzia X, 2010); Vita, morte e miracoli (Baldini&Castoldi, 2014), Don Chisciotte in Sicilia (minimum fax, 2022) e L’implosivo (minimum fax, 2024).

Rosario Russo: è nato a Catania, vive e lavora ad Acireale. Laureato in Storia, nel 2019 pubblica il romanzo poliziesco Quattordici spine (Algra Editore), mentre nel 2020 è la volta di Effetti collaterali (Algra Editore), raccolta di sei racconti siciliani di genere e prima creatura della collana editoriale SiciliaNiura. Nel 2022 è presente nell’antologia Giallo Siculo (Delos Digital) con il racconto Impressioni di settembre.

Salvo Di Caro: (1973) è nato ad Agrigento. Esordisce con il romanzo Un caso qualunque (Bookabook, 2019), finalista al Festival GialloGarda, Premio Alessio Di Giovanni 2020 per la narrativa. Direttore artistico della rassegna AgrigentoNoir, per i tipi di Augh ha pubblicato il suo secondo romanzo, Il mio posto è altrove, che ha vinto il primo premio come inedito al Festival GialloGarda 2020 ed è stato semifinalista all’EtnaBook – Festival internazionale del libro. Ha partecipato all’antologia Giallo Siciliano con il racconto Il quinto uomo (edita da Delos Digital e curata da Roberto Mistretta).