Recensione di Maria Sole Bramanti
Autore: Georges Simenon
Editore Adelphi
Pagine 153
Genere: Giallo
Anno di pubblicazione: 2012
Un bel thriller.
Simenon (e anche il suo traduttore, in questo caso si tratta di Marina De Leo) si legge molto molto bene.
Le pagine scorrono via veloci sia per la trama che per la prosa.
Il romanzo è un giallo sullo stile del film “Una pura formalità” di Roman Polanski: assistiamo all’interrogatorio di Tony, ma solo nelle ultime pagine scopriamo l’accusa.
È una frase, una risposta data distrattamente, che determina il destino di quest’uomo.
Come dice lui stesso “Com’è diversa la vita nel momento in cui la si vive e quando la si analizza a distanza di tempo”.
È proprio questo che succede in questo libro: l’interrogatorio spinge Tony a rianalizzare tutta la sua vita, a riflettere sulle sue scelte e le sue motivazioni e finalmente chiedersi:
“davvero c’è gente che passa la vita a guardarsi allo specchio e a interrogarsi su se stesso?”
È sorprendente, Simenon, perché in ogni suo romanzo ci sono spunti di riflessione profonda; mentre ti sembra di essere lì a leggere un giallo, scritto bene, ma leggero, ti ritrovi a pensare alla tua vita, a come la affronti, alle conseguenze delle più piccole azioni che compi.
L’intreccio è costruito in modo tale da non farti mai perdere il filo della storia, nonostante i continui salti tra realtà e ricordi.
Ricordi che portano Tony ad ammettere le sue menzogne al mondo e, soprattutto, a se stesso; ricordi che lo portano ad un’ammissione di colpa “è comunque morta per colpa mia”.
Altro talento di questo meraviglioso scrittore: riuscire a costruire una trama avvincente, a scrivere un romanzo a cui non manca assolutamente niente, in 150 pagine; cosa, ormai, purtroppo, assai rara.
Altra cosa che mi è piaciuta molto in questo libro è come la moglie di Tony, Gisele, pur rimanendo sempre in secondo piano (sia nella trama che nella vita) risulta, alla fine, uno dei principali personaggi, di cui arriviamo a conoscere ogni sfaccettatura del carattere “chissà, con gli anni il sorriso di Gisele si sarebbe addolcito e le sue labbra avrebbero imparato a distendersi del tutto”.
Insomma, che bel libro: un libro scritto con concretezza, senza giochetti letterari, un libro in cui, citando lo stesso Simenon “l’uomo viene alla luce dietro tutte le possibili maschere”.
Georges Simenon
Georges Simenon: Georges Joseph Christian Simenon (Liegi, 13 febbraio 1903 – Losanna, 4 settembre 1989) è stato uno scrittore belga di lingua francese, autore di numerosi romanzi, noto al grande pubblico soprattutto per avere inventato il personaggio di Jules Maigret, commissario di polizia francese. Tra i più prolifici scrittori del XX secolo, Simenon era in grado di produrre fino a ottanta pagine al giorno. A lui si devono centinaia di romanzi e racconti, molti dei quali pubblicati sotto diversi pseudonimi. La tiratura complessiva delle sue opere, tradotte in oltre cinquanta lingue e pubblicate in più di quaranta Paesi, supera i settecento milioni di copie. Simenon iniziò la sua carriera di scrittore a poco meno di sedici anni, a Liegi, come giornalista nella sua città natale. Negli anni venti, trasferitosi a Parigi, divenne un prolifico autore di narrativa popolare. Negli anni trenta raggiunse la fama grazie al personaggio del commissario Maigret, i cui racconti e romanzi furono i primi a essere pubblicati con il suo vero nome; sino ad allora infatti, Simenon aveva pubblicato opere sotto pseudonimo, usandone decine: il più ricorrente era Georges Sim. Nonostante l’enorme successo commerciale, la critica letteraria è sempre stata indecisa riguardo ad una sua possibile classificazione, tanto che, benché la produzione poliziesca di Simenon riguardi una parte relativamente minoritaria della sua opera, egli è ricordato per lo più come un prolifico autore di romanzi gialli. La storia di Simenon è ripercorribile sia nelle sue opere di finzione che nei diversi romanzi autobiografici. La sua vita privata era instabile: a parte i suoi due matrimoni Simenon ebbe numerose relazioni.
Acquista su Amazon.it: