Recensione di Ilaria Bagnati
Autore: Ragnar Jónasson
Traduzione: Silvia Cosimini
Editore: Marsilio
Genere: Giallo
Pagine: 256
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Sono passati molti anni dall’ultima volta in cui Ásta ha messo piede a Kálfshamarsnes, la piccola lingua di terra sulla penisola di Skagi, nel Nord dell’Islanda. Ma è come se il tempo avesse congelato il paesaggio: le rocce basaltiche, imponenti e bellissime; le vaste distese con il loro gioco irreale di luci e ombre; la villa signorile non lontana dal fiordo e, soprattutto, il faro. In quei luoghi isolati, Ásta ha trascorso parte della sua infanzia insieme alle persone che ora trova ad accoglierla: il ricco padrone di casa, un fratello e una sorella che, ormai anziani, si occupano della proprietà, e un giovane di bell’aspetto che vive in una fattoria vicina. C’erano tutti anche allora, quando fu costretta ad andarsene. Tre giorni prima di Natale, il cadavere di Ásta viene ritrovato ai piedi della scogliera. Una disgrazia? Oppure si tratta di suicidio? O forse è stato qualcuno a spingerla nel vuoto? Coinvolto dal suo ex superiore, arrivato appositamente da Reykjavík nonostante le feste imminenti, Ari Þór segue le indagini in quella regione sperduta che guarda alla baia di Kálfshamarsvík. È affascinato dall’enigmatica figura della donna venuta dal Sud, e turbato dal suo destino inquietante: Ásta è morta nello stesso identico punto dove, ventisei anni prima, avevano perso la vita in circostanze mai chiarite anche la madre e la sorella più piccola. Mentre la neve continua a cadere, il giovane poliziotto cerca di far luce sulle oscure vicende che gravano su quella penisola incessantemente battuta dal vento, dove qualcuno è rimasto a custodire segreti scomodi, tacendo colpe che non si cancellano.
Recensione
Eccoci di nuovo nel Nord dell’Islanda insieme ai nostri protagonisti, questa volta Ari Þór deve aiutare il suo ex capo Tòmas a risolvere il caso di una donna morta ai piedi di una scogliera. Si tratta di Ásta, una ragazza fuggita da Kálfshamarsnes quando era ancora piccola.
La ragazza ha abitato insieme alla famiglia nella villa signorile vicina ad un faro e alla scogliera dove ha trovato la morte. Insieme a loro vivevano pure due fratelli, ormai anziani e il ricco padrone di casa. Per Ásta purtroppo quei luoghi sono legati a ricordi poco piacevoli, su quella scogliera sono morte, in due momenti diversi, anche la madre e la sorellina, tutti hanno pensato a un suicidio. Può una bambina piccola decidere di suicidarsi buttandosi da una scogliera?
E Ásta può aver deciso di fare la stessa fine decidendo di suicidarsi?
Come mai, dopo tanti anni, ha deciso di tornare in quei luoghi? Ovviamente Ari Þór e Tòmas non si fermano alle apparenze e decidono di indagare e di sentire tutte le persone presenti la sera del decesso della ragazza.
Oltre agli inquilini della casa c’era anche un ragazzo che vive nella fattoria vicino, un ragazzo piuttosto attraente. Ari Þór dimostra ancora una volta di avere un grande fiuto, di sapersi destreggiare tra i vari indizi e pezzi del puzzle che lui abilmente sa mettere insieme.
Dagli interrogatori fatti di frasi a metà, di insinuazioni poco piacevoli, di accuse e di difese emergono elementi molto interessanti che avvicinano sempre più i poliziotti alla verità che sarà sconcertante, chissà se riusciranno a risolvere anche i misteri del passato…
Jònasson ancora una volta ci regala un giallo coinvolgente, attraente per le storie narrate e per i paesaggi suggestivi. Il ritmo è piuttosto lento, i colpi di scena ci sono ma avvengono in modo naturale, non sono mai improvvisi. Rimango sempre molto affascinata dai gialli nordici e questo non fa eccezione, Jònasson ha un grande talento nel tessere le sue storie e nel descrivere i luoghi in cui le ambienta.
Consiglio la lettura di La donna del faro a tutti coloro che amano i gialli, soprattutto a coloro che amano le atmosfere nordiche.
A cura di Ilaria Bagnati
ilariaticonsigliaunlibro.blogspot.com
Ragnar Jónasson
(1976) è avvocato, giornalista e traduttore, insegna diritto d’autore all’Università di Reykjavík. Membro della Crime Writers’ Association britannica e cofondatore di Iceland Noir, festival del giallo nordico, è l’autore della serie Dark Iceland, un successo internazionale, di cui La donna del faro è il quarto episodio. Pubblicato in venticinque paesi, vivie a Reykjavík.
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