Recensione di Viviana Trifari
Autore: Linda Barbarino
Editore: Il Saggiatore
Collana: La cultura
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 192
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Rosa farebbe di tutto per tornare nella sua casa di bambina, quando volava tra le braccia di suo padre e cantava su un terrazzino profumato di basilico. Ma Rosa non può tornare, perché la casa è in rovina e lei per sopravvivere è diventata la puttana del paese. Ogni sabato Paolo le manda un fischio alla finestra per comperare qualche ora del suo amore. Ogni sabato la porta di Rosa si apre per farlo entrare. Paolo lavora le vigne di famiglia ed è ossessionato da un’altra donna che odia e desidera con uguale ferocia, una donna che dovrebbe tenere lontano, perché è la moglie di suo fratello e dal nome evoca tempesta e sciagura. La Dragunera, così la chiamano, è una femmina sensuale e altera, i suoi occhi ramarri lo visitano in sogno; c’è chi dice che sia una strega. Cammina annaccata sui tacchi fra la basole delle viuzze, il seno che pare disegnato sotto la vestina stretta, il volto senza vergogna e senza paura. La Dragunera è il racconto di una Sicilia ruvida e incantata, in cui si muovono personaggi dolcissimi e brutali, che hanno labbra vermiglie e unghie sporche di terra. Narratrice visionaria e sanguigna, capace di unire l’inventiva dialettale di Camilleri all’intensità emotiva di Elena Ferrante, Linda Barbarino canta una storia d’amore e di magia: la saga di una famiglia a un passo dalla fine, travolta da voracità e invidia. Il romanzo avvolgente di una magara e di una prostituta che conosceva l’amore.
Recensione
Linda Barbarino ci trascina nell’entroterra ennese, pieno zeppo di credenze ancestrali e superstizioni arcaiche, un paese ancora arretrato emozionalmente che sente come bisogno primario l’impulso della carne, percepisce i 5 sensi in modo animalesco, gli odori sono sempre forti, spesso aspri, ci si stringe a lasciare senza fiato, la vista è tanto scioccata da colori disturbanti perchè troppo vividi o offuscata da situazioni cupe.
Nel romanzo l’autrice delinea la storia di un paese “a conduzione familiare”, dove tutti si conoscono e dove ogni fatto, ogni situazione, ogni storia è sulla bocca di tutti, ma dove tutti vivono solo per “farsi scivolare da dosso” ogni questione che non li tocchi personalmente.
In questo contesto si snoda la storia di 2 fratelli e 2 donne. Paolo e Biagio sono molto diversi tra loro, Paolo ha portato avanti il lavoro nei campi della sua famiglia, Biagio ha tentato la carriera al nord nelle forze dell’ordine , voleva fare “il signorino”, poi è tornato e ha incontrato “La Dragunera” , una donna affascinante e carnale, bella come una “magara”, carismatica come una strega e l’ha sposata, il fratello Paolo invece prova tenerezza e trasporto solo per “La Sciandra” la puttana del paese, una donna che vorrebbe tornare alla sua casa “di carusa” e che per questo fa la vita, ma che ama con tutta se stessa solo Paolo, ormai ammaliato e vinto dalla cognata, per la quale perde il sonno e la fantasia.
Questo romanzo è da leggere per la lingua soprattutto, questo siciliano duro e agre, capace di farti sentire addosso la durezza e la drammaticità di ogni singola scena, un’autrice che non conoscevo ma che è riuscita ad affascinarmi proprio come una Dragunera.
Lo consiglio, soprattutto se amate la Sicilia e la sicilianità.
Bel viaggio!
A cura di Viviana Trifari
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Linda Barbarino
Linda Barbarino è nata e vive a Enna, dove insegna italiano, latino e greco in un liceo classico. La Dragunera, suo romanzo d’esordio, è stato finalista al premio Calvino.