La gabbia dorata




Recensione di Laura Salvadori


Autore: Camilla Läckberg

Traduzione: Laura Cangemi

Editore: Marsilio

Genere: noir

Pagine: 410

Anno di pubblicazione: 2019

 

 

 

 

 

 

Sinossi. Faye ha tutto: un marito di successo, una splendida figlia, un bellissimo appartamento a Stoccolma. Ma sotto questa superficie dorata, la sua vita apparentemente perfetta nasconde crepe profonde. Faye è una donna fragile, ha una bassa autostima e deve fare i conti ogni giorno con i segreti di un passato terribile che sperava di aver seppellito a Fjällbacka, l’isola natale che ha lasciato da ragazza. Nemmeno il marito Jack è adorabile come sembra. Faye cerca costantemente di compiacerlo e di anticiparne i bisogni, ma lui la umilia, la sminuisce. E un giorno, tornando a casa prima del previsto, Faye lo scopre a letto con una collega. Il mondo le crolla addosso. A lui ha dedicato la propria esistenza, ha rinunciato a tutto per aiutarlo a fare carriera, ha destinato ogni energia alla vita coniugale, e ora è tutto in frantumi. Come se non bastasse, dopo essere stato scoperto, Jack chiede il divorzio e lascia Faye senza l’ombra di un quattrino. La depressione è dietro l’angolo, eppure questa svolta drammatica le dà la forza per reagire e per far confluire la sua rabbia in un piano preciso: un piano di vendetta.

 

 

Recensione

La prima qualità che è richiesta per apprezzare questo nuovissimo lavoro di Camilla Läckberg è la pazienza. Non bisogna avere fretta, né cedere a giudizi impulsivi.

Se si è pronti a questo piccolo sacrificio, vi assicuro che trarrete un bel godimento dalla lettura, che parte in sordina e termina con i fuochi d’artificio!

Ma è necessario non essere impulsivi, perché, specialmente nella prima parte del romanzo, ci si può trovare invischiati in un oceano di luoghi comuni e di immagine stereotipate. E ritengo che una scrittrice del calibro della Lackberg possa meritare tutta la nostra indulgenza e tutta la nostra cautela. Quindi, prima avvertenza: pensate prima di giudicare; la fretta, in genere, è cattiva consigliera!

Iniziamo con una piccola ma necessaria premessa.

Possiamo affermare che il lettore medio di Camilla Läckberg sia probabilmente orfano della serie precedente, serie che ha fatto il giro del mondo, procurato fama e fortuna alla sua autrice, creato un personaggio indimenticabile (si, perché nel bene o nel male, di Erica Falk si è parlato, se ne parla e se ne parlerà ancora a lungo, e si continueranno a leggere le sue gesta per diversi lustri!). E infatti, quando si dà vita a una serie tanto azzeccata, non è mai facile cambiare rotta. Più semplice, più naturale, più redditizio è perseverare in quella direzione, accettando, certamente, che una frangia di lettori si stufi, ma beneficiando tuttavia di un successo che probabilmente era ben lungi dall’esaurirsi.

Detto questo, è facile cadere in una dimensione critica riguardo ai nuovi romanzi di Camilla Läckberg. Perché la linea di rottura è nettissima! Ed è proprio qui che il lettore della Lackberg deve mostrare tutto il suo buon senso! Deve, sottolineo deve, resistere alla nostalgia, evitare paragoni, sgombrare la mente dall’ombra del passato. Deve, in altre parole, mostrarsi pronto e ricettivo verso il nuovo.

Perché, pare, questa è la direzione che Camilla Läckberg ha preso e niente fa supporre che ci saranno dei ripensamenti a riguardo!

Già con il suo penultimo lavoro “Donne che non perdonano” l’autrice ci ha chiaramente mostrato dove vuole andare a parare. Affronta qui nuovamente il tema della femminilità violata ma trionfante. L’immagine che traspare è quella di una donna vittima dei soprusi e della violenza di una società fondamentalmente maschilista, in cui subisce continue discriminazioni.

Una società che vuole la donna relegata a una comparsa, sacrificata per far emergere l’uomo, ridotta ad essere unicamente moglie e madre. Una donna che inevitabilmente verrà tradita dal proprio uomo, al quale ha dedicato la propria esistenza (e mi chiedo… ma esistono ancora donne così? Ma questa è un’altra storia!!).

Ma, a risarcire questa poco edificante immagine, ecco che la donna riesce a sciorinare la sua vendetta! Ecco che, aiutata dalla solidarietà di altre donne, risorge dalle sue ceneri!

Il tema della vendetta ricorre dunque anche nell’ultimo lavoro della Lackberg. Una vendetta che, come nel precedente romanzo, è spietata. La vendetta è il mezzo (ma è davvero l’unico mezzo?) con il quale ripristinare una situazione di disparità. La vendetta diventa quindi lecita e desiderata, intesa addirittura come unico veicolo di giustizia.

Come dicevo, il romanzo inizia un poco sottotono. La vita della protagonista, Faye, è l’immagine, un po’ consumata, di una donna che si è messa da parte, che ha rinunciato ad ogni sua velleità per amore di un uomo, il quale, inevitabilmente si rivelerà un pessimo affare per Faye.

Il seguito è un dramma annunciato e la sua necessaria apoteosi: in breve successione incontriamo il tradimento, la disillusione, l’amarezza, la risurrezione e la vendetta.

E fin qui niente di nuovo, se non fosse che Faye non si rivelerà essere quello che sembra. Faye ha un passato fatto di ombre, che solo apparentemente ha nascosto agli altri.

In lei troviamo un opportunismo fuori dal comune, una consapevolezza incredibile della propria forza , un coraggio che sconfina nell’illecito, un’assenza di scrupoli degna di un assassino.

Perché i segreti di Faye sono inconfessabili. Perché la sua audacia è del tutto fuori dalle regole.

Mostra il suo lato debole e ci impietosisce. E non ci si aspetta che sia una guerriera spietata, una calcolatrice finissima. Faye è un passo avanti a noi. Mentre noi vorremmo esortarla a spezzare le sue catene, lei è già giunta ad elaborare un piano diabolico che non esiterà a portare a termine.

Perché se Faye decide di distruggere, sappiate che niente potrà fermarla!

E’ dunque questo personaggio, complesso e poliedrico, ad accendere di una fiamma ardente e subdola tutto il romanzo, che altrimenti sarebbe relegato ad una storia di poco spessore.

Sul finale, quando tutti i tasselli trovano la propria collocazione, il romanzo assume una tonalità paradossale. Il sorriso di Faye, nelle ultime pagine, è quasi un ghigno malcelato. L’atmosfera, seppur idilliaca, nasconde un suo lato macabro. E si è costretti ad ammettere che anche noi stessi la abbiamo sottovalutata e siamo inesorabilemente caduti nella sua trappola!

Ecco dunque che la genialità di Camilla Läckberg esce fuori con prepotenza! Con le sue atmosfere ammorbanti. Con i suoi personaggi inquieti. Con il mistero, con le tenebre di un passato doloroso che va dimenticato e vendicato. E sappiate che Camilla, astutamente, lancia un ponticello verso le sue opere passate; nel romanzo si parlerà anche di Fjallbacka, che ancora una volta si renderà palcoscenico di una terribile ombra.

Quindi, come dicevo, armatevi di pazienza e non siate frettolosi nei vostri giudizi! Faye non è solo l’amaro clichè di una donna ingenua e tradita. Faye è tutt’altro!

Ne “La gabbia dorata” dunque il tema della vendetta raggiunge il parossismo. E cosa c’è di più tremendo di una vendetta ben congeniata? Ben poco, direi!

Vi invito dunque a leggere il nuovo romanzo di Camilla Läckberg.

Sono sicura che attende con ansia un pensiero da parte dei suoi lettori!

 

 

 

Camilla Läckberg (Scheda Autore)


Camilla Läckberg è tra gli autori più letti al mondo. I dieci libri della serie di Fjallbacka, pubblicati in Italia da Marsilio, hanno venduto ventitré milioni di copie in sessanta paesi. Camilla Lackberg è anche imprenditrice di successo e una delle fondatrici di “Invest in Her”, una società che investe nell’imprenditoria femminile ed è impegnata in prima linea per l’abbattimento della disparità salariale tra uomini e donne. “La gabbia dorata” segna un nuovo capitolo nella sua produzione letteraria e presenta per la prima volta ai lettori una protagonista indimenticabile, portavoce di un forte messaggio femminista.

 

Acquista su Amazon.it: