Recensione di Stefania Ceteroni
Autore: Shalini Boland
Editore: Hope Edizioni
Genere: thriller
Pagine: 212
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. “Sei tu la mia mamma?” Quando Tessa Markham torna a casa, trova nella sua cucina un bambino che la crede sua madre. Ma Tessa non ha figli. Non più. Non sa chi sia il piccolo né come sia arrivato lì. Dopo aver contattato la polizia, Tessa viene sospettata di aver rapito quel bambino misterioso. La sua intera vita è stravolta e poi suo marito le svela un segreto… Tessa non è sicura di cosa credere o di chi fidarsi, perché qualcuno sta mentendo. Per scoprire chi, però, dovrà affrontare il suo doloroso passato. Che la verità sia più pericolosa di quanto lei possa immaginare?
Recensione
Tessa è una donna spezzata da un dolore che nessuna madre dovrebbe provare: la morte dei suoi due figli. Due gemelli morti prematuramente, due piccole bare su cui portare fiori: hanno lasciato un vuoto profondo nella sua vita e Tessa fa ancora fatica a trovare un equilibrio dopo quanto è successo alla sua famiglia. Quando, in un giorno come tanti, Tessa trova un bambino in casa sua, lasciato da un misterioso angelo (così dice il piccolo), per lei ha inizio un incubo fatto di sospetti, di ipotesi, dubbi, accuse.
Quel bambino la crede sua madre… Impossibile, impensabile. E come è finito lì?
Nessuno crede che sia finito da solo in quella cucina. Il sospetto è che sia stata lei a rapirlo.
Non ha un passato limpido, Tessa. Dopo la morte dei suoi bambini ha avuto un crollo e il sospetto che possa aver tentato di appropriarsi di quel bambino per riempire il vuoto rimasto nella sua vita serpeggia tra la polizia ma anche nella mente del suo ex marito e della sua attuale compagna. Solo il suo capo, Ben, le crede e la sostiene nel suo viaggio verso la verità.
Tessa vuole capire cosa sta succedendo e decide di farlo usando un metodo tutto suo che può rivelarsi, però, più pericoloso del previsto.
Secondo il mio parere si arriva troppo in fretta all’epilogo. Avrei preferito che la situazione venisse maggiormente sviscerata soprattutto nella prima parte del libro.
Credo che questa sia la pecca di un romanzo che ha una trama interessante e con una protagonista che arriva a chiedersi se non sia davvero stata lei a rapire il bambino, rimuovendo poi il tutto dalla sua mente. L’autrice insinua dubbi nel lettore e lo induce a stare in ansia per un epilogo che non si riesce ad immaginare fino ad un certo punto. Nel momento in cui i tasselli iniziano ad andare al loro posto il finale è facilmente immaginabile, anche se non nei dettagli.
Ho avuto qualche dubbio su Ben, il datore di lavoro di Tessa: l’autrice è stata abile a depistarmi, tanto da farmi pensare che tutta la sua premura nei confronti della protagonista potesse celare altro.
La narrazione è scorrevole, i dialoghi mai pesanti, le descrizioni efficaci anche se non eccessivamente dettagliate. Stonano solo un po’ la modalità secondo la quale il bambino arriva a casa di Tessa e la sostanziale inerzia da parte della polizia che sembra restare con le mani in mano senza il minimo interesse a capire cosa sia realmente successo.
Tessa è la colpevole perfetta, ne ha tutte le caratteristiche e dare la colpa a lei permetterebbe di chiudere il caso in fretta. Ma la polizia non fa nemmeno questo: l’attività investigativa delle forze dell’ordine viene lasciata in secondo, anzi, in terzo piano in una vicenda in cui la vittima è un minore. Ciò sembra interessare poco a tutti, tranne che a lei, a quella donna su cui tanti dubbi si sono annidati.
Per gli amanti del thriller, una storia terribile per i contenuti (perché ogni volta che ci sono dei bambini di mezzo non mi sento di dire che è una bella storia, tantomeno se sono dentro ad una bara) ma interessante come proposta narrativa.
A cura di Stefania Ceteroni
https://libri-stefania.blogspot.com
Shalini Boland
Shalini Boland vive a Dorset, in Inghilterra, con il marito, due figli e Jess, il loro insolente terrier. Prima di avere figli era stata scritturata dalla Universal Music Publishing come cantautrice ma ora trascorre le giornate a scrivere suspense thriller (tra una corsa e l’altra a scuola e infiniti cesti di bucato).
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