Recensione di Marina Toniolo
Autore: Johanna Mo
Traduzione: Gabriella Diverio
Editore: Neri Pozza Editore
Genere: Mistery, Thriller
Pagine: 464
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Non c’è fuga dal passato. La detective Hanna Duncker lo comprende davvero solo tornando a öland, l’isola da cui è scappata a diciannove anni e dove aveva giurato di non rimettere mai più piede. Ma dopo la morte di suo padre, l’autunno precedente, Hanna ha capito che è proprio öland il posto a cui sente di appartenere, sebbene viverci significhi confrontarsi ogni giorno col fatto di essere la figlia di Lars Duncker, un nome tristemente noto nella contea. In una piccola comunità, non ci si può nascondere a lungo e, tra le occhiate di sbieco degli isolani e i pettegolezzi dei colleghi, Hanna si ritrova a lavorare gomito a gomito proprio con Ove Hultmark, il poliziotto che quindici anni prima ha arrestato suo padre. A complicare ulteriormente le cose, durante il suo primo giorno di lavoro al commissariato di Kalmar, viene rinvenuto un corpo nella palude di Möckel. La vittima è un ragazzo sui tredici o quattordici anni, con indosso una felpa con il cappuccio e, stretto nella mano destra, un piccolo fiore rosa che sta appassendo. Il cadaveregiace accanto a una pozza di sangue; il volto è completamente tumefatto. Hanna è scossa dalla visione, soprattuttoperchè il ragazzo è Joel Forslund, il figlio di Rebecka, che molti anni prima era stata la sua migliore amica. Si gettaperciò a capofitto in un’indagine in cui la caccia alla verità diventa una resa dei conti con i fantasmi del suo passato, innanzi tutto con gli oscuri eventi che hanno riguardato suo padre anni prima.
Recensione
La detective Hanna lascia Stoccolma e un fidanzato tronfio ed egoista per tornare nei luoghi dell’infanzia. Deve rimettere in carreggiata la propria vita e superare il trauma di un padre morto alcolizzato dopo aver scontato anni di prigione per aver ucciso una donna. E’ un passato pesante quello che si trova ad affrontare; unito ad un cognome ancora più ostico. Lei ha un carattere schivo, timido, è molto introversa. Però allo stesso tempo è caparbia e sagace.
Come primo romanzo che introduce la figura di Hanna Duncker la Mo ha colto il punto ed ha scritto e sviluppato un’ottima storia. Colpisce moltissimo la figura di Rebecka, amica d’infanzia: una donna insicura vittima delle proprie passioni . Come la maggior parte delle madri di adolescenti fa fatica a comprendere e vedere suo figlio Joel come realmente è, senza porsi le necessarie domande e richiederne le conseguenti risposte.
Joel e il fato: anche se morto viene ritratto in tutta l’inquietudine derivante dalla crescita e possiamo seguire passo passoi suoi spostamenti la notte fatidica, i suoi pensieri, i sentimenti e i turbamenti per un’identità sessuale non ben definita.
Il piccolo paese funge da coro alla vicenda con i pettegolezzi presenti, sempre comunque tutto ben calibrato. Il risultato è stato ammirevole: è una storia veloce che tiene incollati alle pagine e ci sono punti di lettura in cui si pensa di aver capito tutto ma che in realtà non è così.
Sicuramente mi piacerà seguire il seguito della storia, perché Hanna è convinta di qualcosa su suo padre e sono molto curiosa di scoprire le prossime avventure.
Consigliato? Sì, perché l’analisi psicologica dei protagonisti è accurata e rimane la sensazione di dover attendere i prossimi libri con trepidazione per proseguire nella vicenda.
A cura di Marina Toniolo
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Johanna Mo
Johanna Mo è nata a Kalmar, in Svezia, e ora vive con la sua famiglia a Stoccolma. Ha trascorso gli ultimi vent’anni lavorando come critica letteraria, traduttrice e redattrice freelance. La morte viene di notte, il suo romanzo d’esordio, è il primo di una serie di gialli con protagonista la detective Hanna Duncker.
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