Recensione di Loredana Cescutti
Autore: Alessia Gazzola
Editore: Longanesi
Serie: Allieva #9
Genere: Narrativa
Pagine: 304 p., R
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. A dieci anni dal primo romanzo della serie “L’allieva” torna Alice Allevi. Torna Alice Allevi in tutta la sua splendida e perfetta imperfezione. Torna Claudio Conforti, per tutti e tutte ormai solo «CC»: mente brillante, parlantina spesso caustica, cuore solo all’apparenza ruvido. Torna il cast di comprimari che per dieci anni esatti ha entusiasmato lettrici e lettori, facendo innamorare, sorridere, disperare e a volte perfino arrabbiare. Alice è tornata dopo un intenso periodo vissuto a Washington insieme a Claudio Conforti, e c’è una ragione precisa dietro la decisione della coppia più scintillante della medicina legale. Per Claudio, infatti, questa è l’occasione della vita: la Wally sta per andare in pensione e la corsa alla successione in qualità di direttore dell’istituto sembra aperta e subito chiusa: CC appare come la persona ideale per assurgere al ruolo di nuovo «Supremo» dell’istituto. Ma, mentre lo scatto di carriera di Claudio, contro ogni previsione, si rivela tutt’altro che facile, Alice – ora medico legale praticante a tutti gli effetti – si trova coinvolta non in uno ma in ben due casi che presto si dimostrano in grado di mettere alla prova il suo ben noto fiuto investigativo. Da un lato, l’incidente stradale di cui è vittima una giovane studentessa di un prestigioso collegio potrebbe nascondere qualcosa di più terribile della semplice fatalità, anche perché il colpevole è fuggito e sembra impossibile stanarlo. E dall’altro c’è di mezzo un bambino smarrito che non parla e di cui non si sa bene nemmeno l’età. Spinta dalla sua naturale empatia, e da una buona dose di voglia di ficcanasare, Alice si troverà coinvolta dalle due vicende, molto più intimamente di quanto lei (e CC stesso) si potevano mai immaginare.
“Il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora. Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga, di vivere fino al lontano giorno in cui avrai la risposta.” (Rainer Maria Rilke – Lettere a un giovane poeta)
Recensione
Due anni fa salutavo con molta commozione e tante incertezze Alice e Claudio che avevano già la valigia in mano mentre, due mesi circa orsono, l’annuncio di un ritorno a sorpresa e io ero lì, incredula, felice e in trepidante attesa.
Chi ha seguito tutta la serie de L’Allieva non può o non potrà (se ancora non avesse letto il nuovo romanzo) che concordare sul fatto che un ritorno così era necessario, per darci risposte e per farci sognare ancora un po’.
La dottoressa Alice Allevi e il dottor Claudio Conforti sono cambiati, sono cresciuti ma allo stesso modo, sono anche sempre gli stessi, solo che non si nascondono più perché hanno capito, che la cosa più importante sono loro due, assieme.
Per sempre.
Tutto il resto si affronta, ma la certezza è che saranno sempre e solo loro.
Un’entità indivisibile.
“Siamo esseri umani, contraddittori per definizione. È normale sentire la mancanza dei luoghi e delle persone, anche se in cambio la vita mi ha dato quella che amo più di tutte.”
La scrittura di Gazzola ancora una volta mi ha conquistata con questi due personaggi, che nel tempo ho percepito sempre più vicini a me e che, mi hanno fatta ridere e commuovere in più occasioni. Soprattutto dopo “Il ladro gentiluomo”, il legame che c’era fra me e loro si è rinsaldato in modo prepotente e averli dovuti salutare mi era costato parecchio.
“Cosa cerchi Alice?
Di base c’è che non mi rassegno alla morte. Devi accettare questa parte di me.
E tu devi accettare che la morte esiste. Esiste il male, esiste l’ingiustizia. Di questo noi ci occupiamo e non sono le tue indagini amatoriali a rimettere a posto le cose o a far tornare in vita le persone.”
Cresciuti sì, ma ciò che ci portiamo nel cuore da una vita non si può estinguere in quattro e quattr’otto solo perché lo dice un libro e così succede che Alice, su certi fronti è ancora quella di dieci anni fa e cioè pasticciona, curiosa, ma anche dotata di una sensibilità e da un richiamo verso la sofferenza della vittima, vista come una forma di rispetto, un contatto che si stabilisce all’istante e che lei non riesce a chiudere, fino a quando non è riuscita a darle il sollievo meritato, portandole giustizia.
“La ragazza del collegio” è uno specchio che si infrange davanti ad Alice con violenza ma, sarà anche l’occasione per metterla di fronte alle sue priorità, alla sua vita, anzi alla loro vita perché per una volta, sarà lei a dover essere il supporto più grande per il suo compagno, il sostegno nel momento più buio che mai avrebbe potuto pensare per sé il mitico CC.
Ma la vita riserva sempre nuove sorprese e questa volta non sarà diverso.
“Non posso sostituirmi al destino, o a Dio, o insomma, al senso della vita. O meglio, il senso non posso darglielo io.”
La dolcezza nel raccontare di questa giovane autrice ma, allo stesso tempo i tecnicismi con i quali avvengono ricostruzioni, esami e analisi delle scene rende la lettura avvincente e mai noiosa, con quel guizzo brioso che ti spiazza, che racconta ma non dice tutto e che, lascia a te, lettore, il compito di ipotizzare e immaginare il dopo.
Cosa avverrà? Cosa devo aspettarmi?
E niente, io lettrice immaginavo ma allo stesso tempo leggevo e il libro, caspiterina, è finito troppo presto rendendomi ancora una volta orfana, nostalgica ma anche speranzosa per il futuro.
Anzi, a riguardo apro una parentesi.
Mannaggia Alessia, fossero state almeno il doppio le pagine, non mi sarebbe dispiaciuto, anche perché così sarei riuscita a stare assieme a loro almeno un giorno in più.
Ma queste sono mie considerazioni da lettrice vorace e dipendente dai personaggi che mi piacciono e quindi torno alle cose serie.
Questo romanzo, si è confermato come una di quelle letture che fanno bene perché ti alleggeriscono il cuore, non prima, ovviamente, di averti condotto sulle montagne russe delle emozioni mettendoti un po’ d’ansia, naturalmente, sennò che divertimento ci sarebbe stato.
E il finale per noi sorprendente, per loro, insomma, si trasformerà veramente in un salto senza paracadute, e che salto.
Ma d’altronde come c’è scritto nel romanzo:
“… la vita è così, ti porta dove vuole lei…”
Speriamo che veramente, la vita per loro scelga solo il meglio. Io glielo auguro dal cuore.
E speriamo di ricevere almeno una cartolina ogni tanto per sapere che ne sarà di loro.
Buona lettura!
Alessia Gazzola
(Messina, 1982) è laureata in Medicina e Chirurgia ed è specialista in Medicina Legale. Ha esordito nella narrativa con “L’allieva” nel 2011, cui sono seguiti “Un segreto non è per sempre” (2012), “Sindrome da cuore in sospeso” (2012), “Le ossa della principessa” (2014), “Una lunga estate crudele”(2015), Non è la fine del mondo (2016, libro autoconclusivo), “Un po’ di follia in primavera” (2016), “Arabesque” (2017) e “Il ladro gentiluomo” (2018), vincitore del Premio Selezione Bancarella 2019. Dai romanzi della serie L’allieva, tradotti in numerose lingue, è tratta la serie tv di successo in onda su RaiUno e ormai giunta alla terza edizione. Nella primavera del 2019 ha pubblicato il romanzo autoconclusivo “Lena e la tempesta”, edito da Garzanti. A ottobre 2019 è arrivato “Questione di Costanza”(Longanesi), primo libro della una nuova serie che introduce il personaggio di Costanza Maccalè. A ottobre 2020, sempre con Longanesi pubblica “Costanza e buoni propositi”. “La ragazza del collegio” (Longanesi – 2021) è il nono romanzo della serie L’Allieva.
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