Recensione di Loredana Cescutti
Autore: Alice Basso
Editore: Garzanti
Genere: Giallo
Pagine: 368
Anno di pubblicazione: 2018
SINOSSI
Niente può fermarla
Perché scrivere è la sua missione
E solo i libri possono indicarle la strada
Per Vani Sarca fare la ghostwriter è il lavoro ideale. Non solo perché le permette di restarsene chiusa in casa a scrivere, in compagnia dei suoi libri e lontano dal resto dell’umanità, per la quale non prova grande simpatia. Ma soprattutto perché così può sfruttare al meglio il suo dono di capire al volo le persone, di anticipare i loro pensieri, di ricreare il loro stile di scrittura. Una capacità intuitiva innata che fa molto comodo all’editore per cui Vani lavora. Lui sa che solo la sua ghostwriter d’eccezione è in grado di mettersi nei panni di uno dei più famosi autori di thriller del mondo: perché Vani adora i padri del genere giallo, da Agatha Christie a Ian Fleming passando per Dashiell Hammett, e nessuno meglio di lei sa scrivere di misteri. Persino un commissario di polizia si è accorto delle sue doti e ha chiesto la sua collaborazione. E non uno qualsiasi, bensì Romeo Berganza, la copia vivente di Philip Marlowe: fascino da vendere, impermeabile beige e sigaretta sempre in bocca. Sono mesi ormai che Vani e Berganza investigano a braccetto. Ma tra un’indagine e l’altra qualcosa di più profondo sembra unirli: altrimenti Vani non saprebbe come spiegare i crampi allo stomaco che sente ogni volta che sono insieme. Eppure la vita di una ghostwriter non ha nulla a che fare con un romanzo rosa, l’happy ending va conquistato, agognato, sospirato. E il nuovo caso su cui Vani si trova a lavorare è molto più personale di altri: qualcuno minaccia di morte Riccardo, il suo ex fidanzato. Superare l’astio che prova per lui e decidere di aiutarlo è difficile, ma Vani sta per scoprire che la mente umana ha abissi oscuri e che il caso può tessere trame più intricate del più fantasioso degli scrittori.
“Sentirsi così vulnerabili per il fatto di tenere così tanto a qualcosa e a qualcuno. Già è difficile essere felici, accettare che stia succedendo proprio a te e lottare ogni istante contro quel grumo di neuroni che cerca di convincerti che l’essere umano non è fatto per sopportare troppa felicità e che non può trattarsi che di una condizione temporanea o illusoria.”
RECENSIONE
Devo essere sincera, non vedevo l’ora di mettere le mani su questa nuova storia di Alice Basso, quando a Natale, ho letto che ad Aprile ci sarebbe stata una nuova pubblicazione, ma una volta avutane l’opportunità, prima di cominciarlo ho sentito innanzitutto il bisogno di rileggere l’ultimo capitolo del libro precedente (Non ditelo allo scrittore, 2017).
Non fraintendetemi, la storia la ricordavo benissimo e altrettanto bene avevo in mente quest’ultimo capitolo, poiché letto e riletto più volte a suo tempo, tanto mi aveva emozionato.
Ma per essere pronta, volevo partire dalla fine, o forse da un nuovo inizio, con le stesse emozioni provate un anno fa.
Questa volta la storia pone la dottoressa Sarca fondamentalmente davanti a tre situazioni differenti da affrontare simultaneamente, che riguardano il suo passato, il suo presente e il suo futuro, tutte concatenate fra loro in modo magistrale.
L’ex fidanzato Riccardo forse in pericolo che chiede aiuto: la sorella minore di Vani che vive un’altra crisi col marito, e poi la possibilità di un nuovo lavoro per la casa editrice per cui è impiegata, che non sarà proprio così esaltante come vogliono farle credere.
La famiglia è quella che ti ritrovi fino a quando diventa quella che ti scegli.
A fare da cornice a tutta la storia torna la famiglia: da una parte, una madre Sarca più invadente, dispotica e autoritaria che mai, con una visione perennemente negativa della vita di sua figlia; dall’altra la sorella di Vani e il nipote del commissario.
Accanto a loro ritroveremo anche Morgana (la nanerottola dark), la sua amica Laura e la cara Irma, un’arzilla ultra ottantenne conosciuta qualche mese prima, durante un altro lavoro di Vani.
Solo lui può capirmi, solo io posso capire lui e solo l’alcol può capire entrambi.
Ma chi traina la storia?
Il personaggio di Vani, così intelligente, così dark e dalla spiccata abilità oratoria oltre che bravissima ghostwriter. Attraverso i libri ti porta dentro le situazioni, fornendoti con chiarezza le spiegazioni necessarie a capire determinati fatti. Abilità, quest’ultima, che le permette di entrare anche nella testa della gente per farti capire cose che apparentemente non sono così chiare.
Il personaggio del commissario Romeo Berganza incarna l’uomo perfetto: deciso, paterno (di fronte ai suoi giovani sottoposti fa il commissario e il padre, talvolta), dall’intuito infallibile, con abilità culinarie sopraffini e divoratore seriale di gialli e thriller di qualità. Aggiungiamoci anche il fatto che è di una dolcezza schiva e mai invadente, di carattere chiuso e controllato, ma nello stesso tempo non si nasconde quando ne vale la pena… Direi che non serve aggiungere di più.
Lei è ok, lui è ok e, assieme si completano, dando vita a qualcosa di speciale quando collaborano e forse, ultimamente, anche in altre situazioni…
E mi scruta in quel suo modo là, a occhi socchiusi, ironici, pieni di trasporto, che mi fa riannodare le viscere.
Il gioco di sguardi fra il commissario e la dottoressa coinvolge in modo profondo, riuscendo incredibilmente a far sentire anche a noi le farfalle e qualche crampetto nello stomaco. Almeno, per me è stato così!
In questo libro la vera Vani esce allo scoperto (senza smancerie eccessive, ovviamente, sennò non sarebbe lei) e la cosa che più mi è piaciuta è che, al di là del suo essere molto restia nel far trasparire le sue emozioni, da quando decide di farlo va avanti a testa alta, senza paura e con una nuova, ritrovata, serenità.
Quando si giunge al termine di un libro, talvolta capita di sentirsi orfani dei personaggi; beh… questo per me è stato uno di quei casi.
Purtroppo le cose belle sono destinate a finire e tra esse c’è anche questo libro, che ho avuto il privilegio di leggere e recensire per gli amici di Thrillernord in anticipo rispetto alla data d’uscita ufficiale.
Una storia tanto attesa che l’ho letta quasi tutta d’un fiato (ogni tanto dovevo anche lavorare!).
Un’autrice, Alice, nella quale mi sono imbattuta per caso lo scorso anno, iniziando il primo libro con curiosità, per poi arrivare a considerare scontata la lettura dei successivi romanzi.
Ora mi aspetta una lunghissima attesa, fino alla prossima storia della dottoressa Sarca e del commissario Berganza; perché, al solito, sono rimasta lì, in fondo all’ultima pagina, a chiedermi: “E adesso che succederà?”
Non voglio rovinarvi la lettura di questo libro, ma sappiate che io fino all’uscita del quinto (che mi auguro ci sarà) sarò lì a struggermi nei dubbi.
Buona lettura!
Alice Basso
Alice Basso: è nata nel 1979 a Milano e ora vive in un ridente borgo medievale fuori Torino. Lavora per diverse case editrici come redattrice, traduttrice, valutatrice di proposte editoriali. Nel tempo libero finge di avere ancora vent’anni, canta e scrive canzoni per un paio di rock band. Suona il sassofono, ama disegnare, cucina male, guida ancora peggio e di sport nemmeno a parlarne.