Recensione di Laura Veroni
Autore: Colette McBeth
Genere: thriller
Pagine: 388
Editore: Piemme
Anno pubblicazione: 2017
Può una morta raccontare la propria storia?
Normalmente no ed è una cosa che lascia piuttosto sconcertati, ma Eve lo fa.
Se all’inizio si rimane perplessi, man mano che la storia procede, ci si abitua a questa novità letteraria e ci si affeziona al personaggio.
Colette McBeth è abilissima a tessere la trama di questo thriller originale e coinvolgente che vede uno sviluppo parallelo delle vicende di due giovani donne: Melody, miracolosamente scampata alla morte per mano del suo carnefice, e Eve, uccisa dal medesimo aggressore.
Due donne molto simili quanto ad aspetto fisico, entrambe bionde, occhi chiari, minute, entrambi vittime dello stesso uomo.
Melody viene aggredita per prima. Del tentato omicidio viene accusato un amico che sconta cinque anni di carcere ingiustamente. Eve, giornalista tenace, vuole dimostrare l’innocenza del giovane e avvia la propria ricerca personale che la porterà a imbattersi nel vero aggressore.
Si sa sin dall’inizio che Eve non fa più parte di questo mondo. La giovane svolge un ruolo particolare, all’interno della storia, un po’ come se fosse l’angelo custode di Melody che vuole condurla passo a passo verso la verità, un po’ come voce narrante della vicenda, una sorta di narratore onnisciente. Tutta la vicenda si svolge alla ricerca del vero assassino, assassino nel quale Melody si imbatterà una seconda volta, suo malgrado. Riuscirà a sopravvivere o troverà la morte?
Il romanzo è a sfondo psicologico. La McBeth tratteggia molto bene i personaggi, crea la giusta suspance, ci sono i colpi di scena che non possono mancare in un thriller che si rispetti. Tutta la storia è narrata al presente, con un ritmo che si fa via via più serrato man mano che l’intricata matassa si dipana.
Al cardiopalma le pagine finali dove il lettore rivive la morte di Eve, raccontata da lei stessa, e l’incontro tra Melody e il suo aggressore. I capitoli finali tengono col fiato sospeso, incollano letteralmente gli occhi alle pagine.
Bravissima l’autrice a ricreare la situazione di angoscia delle due protagoniste con un ritmo incalzante e travolgente, un parallelo che passa da una all’altra, sospendendo il capitolo sul punto più drammatico, per poi tornare dove l’aveva lasciato.
Un thriller ben congegnato e magistralmente scritto.
Colette McBeth
La vita di prima è il thriller che ha decretato il suo successo, elogiato tra gli altri anche da Paula Hawkins. Nel luglio 2017 arriverà in UK il suo atteso nuovo romanzo, An act of silence, che Piemme pubblicherà nel corso del 2018.
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