Le sette dinastie




Recensione di Salvatore Argiolas


Autore: Matteo Strukul

Editore: Newton Compton Editori

Genere: Romanzo storico

Pagine: 538

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Sette famiglie, sette sovrani, sei città: questa è l’Italia del XV secolo, dilaniata da guerre, intrighi e tradimenti, governata da signori talvolta lungimiranti, ma molto spesso assetati di potere e dall’indole sanguinaria. A Milano, Filippo Maria, l’ultimo dei Visconti, in assenza di figli maschi cerca di garantire la propria discendenza dando in sposa la giovanissima figlia a Francesco Sforza, promettente uomo d’arme. Intanto trama contro il nemico giurato, Venezia, tentando di corromperne il capitano generale, il conte di Carmagnola. Ma i Condulmer non temono gli attacchi: smascherano il complotto e riescono a imporre sul soglio di Pietro proprio un veneziano, che diverrà papa con il nome di Eugenio IV. Tuttavia il duca milanese troverà alleati anche a Roma: sono i rappresentanti della famiglia Colonna, ostili al papa che viene da Venezia e decisi a cacciarlo dalla città. Solo l’aiuto dei Medici riesce a scongiurare la morte del pontefice, costretto però a un esilio forzato a Firenze. E mentre nel sud dell’Italia si fa sempre più cruenta la guerra tra angioini e aragonesi, il destino della penisola italica è sempre più avvolto nell’incertezza…

Recensione

Niccolò Machiavelli nel suo famoso trattato politico “Il principe” scrive che “Il principe è costretto a saper essere bestia e deve imitare la volpe e il leone. Dato che il leone non si difende dalle trappole e la volpe non si difende dai lupi, bisogna essere volpe per riconoscere le trappole, e leone per impaurire i lupi.Coloro che si limitano a essere leoni non conoscono l’arte di governare.”

Proprio di questi condottieri, forti come leoni e scaltri come volpi narra Matteo Strukul nel suo ultimo romanzo storico “Le sette dinastie”.

Sono tanti i giocatori che si disputano il potere nella scacchiera italiana nell’autunno del Medioevo ma sono troppo deboli per poter debellare i contendenti e inoltre sono molto abili nella tattica ma sprovvisti di una visione strategica a lungo termine per curarsi solo del loro “particulare” secondo la lucida analisi di Francesco Guicciardini l’altro grande storico e politologo del periodo.

Le grandi dinastie che si disputano le sorti d’Italia nel periodo che precede di poco la scoperta dell’America, sono Visconti e Sforza che guidano Milano, i Condulmer veneziani che vantano il prestigio di ben tre papi, i Medici fiorentini, i Colonna romani, gli Aragona spagnoli e gli Estensi ferraresi.

Tra questi personaggi si sviluppa un gioco continuo di tradimenti, trattative, intrighi e guerre sanguinose che non portano risultati duraturi ma solo brevi successi parziali perché, come riflette un personaggio del libro, padre di papa Paolo II:

quella continua tensione tra signorie, repubbliche e ducati non faceva che logorare i cittadini e annichilire le potenzialità di crescita di Milano, Roma, Firenze e della stessa Venezia e senza questi contrasti il mondo sarebbe stato un posto migliore e più semplice”.

Sull’intelaiatura storica del periodo Matteo Strukul intreccia trame e situazioni plausibili con un ritmo ben cadenzato e incisivo. Tra tanti Signori, condottieri, pontefici e sovrani spiccano anche le figure di due donne potenti e volitive, Bianca Maria Visconti, figlia di Filippo Maria Visconti, moglie di Francesco Sforza e madre di Ludovico il Moro e Polissena Condulmer sorella e madre di due pontefici.

Queste due donne eccezionali lottano per far prevalere le loro dinastie in quel grande gioco di astuzie e colpi bassi che si svolge in un contesto già duramente stigmatizzato da Dante tanti anni prima nella famosa invettiva:

“«Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,/ non la tua conversion, ma quella dote/ che da te prese il primo ricco patre» che criticava aspramente il potere temporale della chiesa, causa della grande frammentazione politica della penisola. “

Le sette dinastie” racconta queste lotte che richiamano alla mente sia “House of Cards” che “Il trono di spade” e in filigrana si leggono anche temi molto attuali come la minaccia musulmana che in quel periodo era talmente tangibile che si temeva che il sultano, dopo aver conquistato Costantinopoli, potesse distruggere anche Roma. “Cardinale, come vi ho detto dobbiamo proseguire la pace ad ogni costo, oggi più che mai. Non solo per l’ovvio motivo di dare sollievo a questa terra macellata dalle guerre ma anche perché è solo dall’unione dei diversi duchi e signori che riusciremo a ottenere un fronte comune contro l’imminente minaccia ottomana.

Mentre vi sto parlando, Maometto II accarezza il sogno di far sua La Mela Rossa, così chiama la Città Eterna.” afferma allarmato papa Pio II, il grande umanista Enea Silvio Piccolomini. In questi cinquant’anni di storia Matteo Strukul ci presenta con stile agile ed accattivante in una cornice di accettabile aderenza storica, tanti personaggi e situazioni di grande fascino tanto che aspetto con molto interesse il preannunciato seguito.

Tra le città in perenne contesa nel libro Strukul mette in particolare rilievo Venezia, “spregiudicata, mutevole e liquida, come le acque di quella laguna del colore degli smeraldi che riusciva ad affermare la propria indipendenza e autonomia” e Milano, la cui storia costituisce la colonna portante del romanzo dal prologo, con le vicende del Duca Filippo Maria Visconti all’epilogo, con la morte di Galeazzo Maria Sforza per mano di alcuni nobili scontenti del suo governo.

Sono tante le perle nello scrigno italiano rinascimentale ma “Le sette dinastie” pone in primo piano la gemma di Firenze che, grazie ai Medici che sono stati protagonisti di un’altra ottima serie di romanzi di Strukul, divenne la culla della cultura e dell’arte soprattutto in virtù dell’iniziativa di Cosimo de’ Medici, vera e propria eminenza grigia dell’epoca.

E fu tanto grande lo splendore e il pandemonio di quel periodo da giustificare la celebre battuta di Orson Welles nel film “Il terzo uomo”:

Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent’anni hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos’hanno prodotto? Gli orologi a cucù.”

Matteo Strukul


è nato a Padova nel 1973. È laureato in giurisprudenza e dottore di ricerca in diritto europeo. Le sue opere sono in corso di pubblicazione in sedici lingue, pubblicate in trenta Paesi e opzionate per il cinema. Il primo romanzo della saga sui Medici, Una dinastia al potere, ha vinto il Premio Bancarella 2017. La serie (che comprende anche Un uomo al potere, Una regina al potere e Decadenza di una famiglia) è in corso di pubblicazione in 12 lingue e in più di 25 Paesi. La Newton Compton ha pubblicato anche Inquisizione Michelangelo.

 

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