di Atena Ferraris
Autore: Alice Basso
Editore: Garzanti Serie: Atena #1
Serie: Atena #1
Genere: Narrativa gialla
Pagine: 368
Anno edizione: 2025
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Sinossi. Mi chiamo Atena Ferraris e mi sa che non sono come gli altri, inutile girarci intorno. Mia madre mi ha sempre detto che siamo tutti diversi, e quindi è come se fossimo tutti uguali. Non ne sono convinta, ma mi fido di lei. Ho trent’anni, vesto fuori moda e odio le sorprese. E ho ben ventisette sveglie ogni giorno per ricordarmi di lavorare, di mangiare, di andare a letto, di smettere di pensare. Soprattutto faccio troppe domande, dicono. Perché per me è essenziale che ogni cosa abbia una spiegazione. Per questo dirigo una rivista online di enigmistica dove ogni gioco, rebus o anagramma ha una soluzione univoca. Mi fa sentire al sicuro. So che siamo in pochi a ragionare così. Ora, però, è successo qualcosa che ha scombinato le carte. Tutta colpa del mio fratello gemello. Febo è uno scrittore in crisi e, per ritrovare l’ispirazione, si caccia nei guai più assurdi. Al momento, per esempio, si è iscritto a una scuola di magia. Sembrerebbe una cosa innocua, se non fosse che, fra giochi di prestigio e illusioni, è inciampato in un mistero vero, di quelli che scottano. Mi ha supplicata di aiutarlo, dice che ha bisogno della mia capacità di vedere particolari che gli altri non notano. E così eccomi costretta a uscire di casa, a conoscere persone nuove e ad avere conversazioni normali. Ma forse è quello che ci vuole: forse è arrivato il momento di mettersi in discussione e capire se mia madre ha detto la verità sul mio modo di essere. A volte bisogna uscire dal guscio per capire chi si è davvero.
Il nuovo progetto di un’autrice da mezzo milione di copie vendute, opzionato dalla più importante casa di produzione cinematografica italiana prima ancora della pubblicazione. Dopo averci fatto sognare con le avventure di Vani Sarca e Anita Bo, Alice Basso torna dai suoi lettori con una nuova protagonista: diversa, ma che assomiglia un po’ a ognuno di noi. Perché siamo pieni di fragilità, ma anche di una forza che non sappiamo di avere. E Atena è qui per dimostrarcelo.
Recensione di Loredana Cescutti
Con Alice ogni libro è una sorpresa.
In realtà è sempre una sorpresa ma, la certezza della penna e della delicatezza nel trattare alcuni temi è sicuramente la qualità che dà ulteriore valore ai suoi libri.
Qualità delle storie, sensibilità, la giusta dose di mistero e un’ironia che ti arriva e che fa decisamente bene.
Se con la prima pentalogia con protagonista la ghostwriter Vani Sarca e il commissario Berganza gli eroi assoluti erano indiscutibilmente i libri e, se con Anita Bò e Sebastiano Satta Ascona a farla da padrona è stata la Storia con la S maiuscola, qui il filo conduttore è sicuramente quello delle fragilità.
“Ho paura di tutto, dico, non so bene a chi…
… E ho fame di tutto…
… Ne parliamo domani…
… È un inizio.”
Diverse, ma pur sempre fragilità.
Inutile dire che, seppur Basso si sia premurata di far notare l’accentuata voluminosità del nuovo romanzo rispetto ai precedenti, a me, alla fine, sempre troppo poco è durato.
Le pagine si susseguono, con la bramosia di conoscere nei minimi dettagli Atena, le sue sveglie, le sue abitudini, le sue manie.
Lei.
Oltre a Febo.
E agli altri.
“Mio fratello si chiama Febo, sì. E se ne vanta pure. Io sono Atena. Febo e Atena. Febo e Atena Ferraris…”
Atena e Febo, sicuramente diversi, ma in fondo in parte uguale, dopotutto sono gemelli e soprattutto, il legame che li unisce è ben saldo nonostante le punzecchiature.
Perché il sangue non è acqua e loro hanno avuto la fortuna di crescere in una famiglia alternativa, ma sicuramente unita.
Lei gestisce una rivista online di enigmistica, lui scrive thriller, quando ha l’ispirazione.
“Non sono io che sto inseguendo un giallo: è un giallo vero che sta inseguendo me!”
Ed è così che il mondo perfettamente organizzato di Atena inizia a sgretolarsi con notevoli preoccupazioni da parte dell’interessata, che dell’ordine e della pianificazione ne ha fatto il suo stile di vita o, meglio, l’unico in grado di farla vivere in modo tranquillo senza crearle confusione e sofferenza.
“… non puoi cambiare loro, figlia. Noi non possiamo cambiare gli altri. Possiamo solo tentare di adeguarci noi.”
I cambiamenti si infileranno come i tasselli del domino e questa cosa, assurdamente, da principio vissuta con disagio, poi, inizia a prendere piede nella mente di Anita come un mistero intrigante da risolvere.
“Nei miei gialli non funziona così. Nei miei giochi non funziona così. Nei miei enigmi si applica un ragionamento, si segue un regolamento, si arriva a una soluzione che coincide sempre con quella scritta nell’ultima pagina e che è l’unica giusta e possibile. O giusto o sbagliato. Tutto il resto sono grigi, mezze misure, caos. Io sono il caos.”
Ed è così che prende campo questa storia, che avvicina vite diverse, fragilità diverse, mancanze diverse, solitudini autoinflitte e meccanismi di autodifesa da tempo collaudati.
Ma non è detto che cercare di tenere tutti a distanza sia sempre efficace in egual misura e soprattutto, va tenuto in considerazione il fatto che spesso, ad intrigare è proprio il gesto di scappare, o nascondersi.
Soprattutto se la curiosità viene stuzzicata nella maniera giusta.
E senza averne l’intenzione.
Una penna delicatissima quella di Alice Basso, che riesce nuovamente a stupire e a strappare risate e commozione assieme, essendo in grado di far percepire gli svariati modi in cui i suoi personaggi riescono a “sentire” sé stessi e la loro vita, le loro scelte, le loro millanta difficoltà e nonostante tutto, la determinazione che applicano per cercare di essere diversi da ciò che sono.
Per riuscire a guardarsi con più piacere allo specchio, per riuscire a condividere le loro esistenze anche con chi gli sta a fianco.
Per lasciare spazio, nonostante il timore, agli altri.
Che non è una cosa facile.
Una storia che da subito ti conquista con il suo personaggio Atena, che in fondo è molto facile sentire vicino a noi e che poi, con un mistero misterioso ti catapulta in un giallo alla Agatha Christie e fino alla risoluzione finale, riesce a tenerti con il fiato in sospeso.
“… dentro di me è come nei miei gialli: quando il colpevole finisce in mano alla giustizia, fine. Cella serrata a tripla mandata, chiave gettata nel fossato ai coccodrilli. Il caso è chiuso, il libro è concluso e del colpevole in questione non si hanno più notizie. Scagliato nel vuoto siderale oltre la quarta di copertina. So che non è così, eppure sento che lo è.”
Che poi diciamocelo qui, dove non sente nessuno, ma la soluzione dell’enigma non sarà l’unico mistero perché l’attenzione, in primis, sarà rivolta verso la ricerca e la comprensione di sé stessi.
“E così il giallo è chiuso. È l’ultima pagina, quella in cui i personaggi si salutano.”
Una conoscenza che va oltre etichette e definizioni, e che trova il suo spazio in ognuno di noi, singolarmente, perché ognuno di noi è sempre e comunque diverso dagli altri.
“Io non ho perso solo una mamma: ho perso un filtro che riusciva a mettermi a contatto con il resto del mondo.”
La presa di coscienza di un’assenza che pesa, perché oltre al legame aiutava a capire.
Il feeling è stato totale su tutti i fronti, la voce di Basso qui si fa da parte per lasciar parlare Atena, con i suoi modi e i suoi tempi e per quanto riguarda tutti gli altri, ho apprezzato moltissimo TUTTI, e quando lo dico l’autrice avrà già capito, perché ci sono sensibilità che ti conquistano così, con poco, con un mezzo sorriso, con uno sguardo un po’ così, mostrando rispetto e reale interesse verso di te senza invadere mai il tuo spazio, fisico o emotivo che sia.
Con i tuoi tempi e con i tuoi silenzi.
Ascoltando i segnali, ma riuscendo a darti tutto, o almeno più di ciò che credi di volere, senza toglierti l’aria.
Senza strapparti di dosso te stessa.
“… questa specie di abbraccio forzato mi sembra che mi trattenga l’anima dentro il corpo, e per qualche strana ragione mi conforta.”
Non è facile aprirsi, quando si è da sempre vissuti avvolti dalle proprie sicurezze.
Il tema è importante, molto importante ma Basso lo tratta con rispetto e dimostrando di aver studiato a fondo l’argomento e, soprattutto, evitando giudizi e certezze assolute, perché tutti noi siamo diversi, al di là delle neurodivergenze o della pseudo normalità di cui possiamo farci portatori.
“Ho nostalgia di un’epoca che non ho mai vissuto. Dicono sia un’assurdità. Ma io ho nostalgia anche di una quiete interiore che non ho mai provato, e questo non suona così strano, vero?”
Siamo semplicemente persone che giorno dopo giorno, cercano di trovarsi un loro spazio e che, soprattutto bramano di essere rispettate e lasciate in pace, senza forzature e imposizioni da chi si convince di saperne più di noi.
Su di noi.
Verso la fine del libro, poi, vi è un incontro che mi ha molto emozionata e che mi ha riportata a qualche anno fa, a qualche libro fa, ed è stato bellissimo, a dimostrazione che i libri non si cancellano e, soprattutto, è bello ricordare.
“Non c’è niente da curare…
… Solo da conoscere…”
E varrà proprio la pena di aspettare che Atena decida di conoscere ciò che si è affacciato alla sua vita, senza eccedere per non spaventarla, lasciandole il tempo di prendere atto, che la vita può proprio essere anche uno spiraglio in più a cui non ha voluto lasciare spazio, per paura del caos che potrebbe causarle.
A piccoli passi.
Un po’ al giorno, nonostante i silenzi.
“Tu sai benissimo come sei, anche se forse non hai capito bene cosa sei.”
E noi non vediamo l’ora di vederti sbocciare, restando sempre te stessa.
Buona lettura!
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Alice Basso
è nata nel 1979 a Milano e ora vive in un ridente borgo medievale fuori Torino. Lavora per diverse case editrici come redattrice, traduttrice, valutatrice di proposte editoriali. Nel tempo libero finge di avere ancora vent’anni canta e scrive canzoni per un paio di rock band. Suona il sassofono, ama disegnare, cucina male, guida ancora peggio e di sport nemmeno a parlarne.