Madame le Commissaire




Pierre Martin


DETTAGLI:

Traduttore: Roberta Scarabelli

Editore: Neri Pozza 

Genere: cosy crime

Pagine: 336

Anno edizione: 2024

Sinossi. Non appena ha aperto gli occhi dopo l’operazione che le ha estratto dalla spina dorsale il frammento di una bomba, Madame le Commissaire ha avuto la certezza che da quel momento in poi tutto sarebbe andato bene. Il dottor Lambart gliel’aveva detto – una volta conclusa la riabilitazione avrebbero anche potuto ballare insieme – e ora, dopo cinque settimane di stampelle, Isabelle Bonnet è più in forma che mai. Per distrarsi, risolve cold case di centotrent’anni prima (chi ha davvero tagliato l’orecchio di Vincent van Gogh?) e visita la graziosa cittadina di Saint-Rémy, nelle Alpilles provenzali, che fa da sfondo alla sua convalescenza. La sua vita privata, invece, non è altrettanto placida: Isabelle ha rotto definitivamente con il suo antico amante, il sindaco di Fragolin Thierry Blès. Questo non significa che sia rimasta sola: a farle la corte rispunta, fra uno yacht e una Bentley, un’asta da Sotheby’s e una mostra esclusiva, l’eccentrico collezionista d’arte miliardario Rouven Mardrinac. Tutto bene, dunque, o così sembra, perché su Fragolin la tragedia è sempre in agguato. Solo qualche giorno dopo il ritorno a casa di Isabelle, infatti, Thierry Blès viene ritrovato cadavere al porto di un piccolo villaggio di pescatori, Sanary-sur-Mer. E neppure in circostanze pacifiche: è stato brutalmente assassinato. Il sindaco era molto amato e apparentemente non aveva nemici, tranne forse due viscidi immobiliaristi che da anni cercano di trasformare un’area di grande interesse naturalistico in terreno edificabile. Così la tosta Isabelle Bonnet, ex capo di un’unità antiterrorismo, si asciuga dall’angolo dell’occhio una tanto solitaria quanto inusuale lacrima e, non del tutto autorizzata, comincia a indagare.

 Recensione di Silvana Meloni

Adoro la Provenza e l’ambientazione di questa serie poliziesca, anzi cosy crime per essere precisi, in un paesino al sud della Francia me l’ha resa subito simpatica.
Sento i profumi di lavanda ed elicriso che inondano le strade Marsiglia mentre leggo le avventure della nostra eroina, Isabelle Bonnet, Madame le Commissaire, coadiuvata dal fedele assistente J. Apollinaire Eustache.

Una serie di romanzi ben scritti, con la giusta dose di ironia e glamour, che non disdegnano una trama gialla avvincente e ricca di suspense e colpi di scena.

Siamo al quinto libro tradotto in italiano per la casa editrice Neri Pozza, da sempre una garanzia per la cura dei libri in commercio col suo marchio, per tutta questa serie tradotti da Roberta Scarabelli.

Quindi, dicevo, mi accingo a leggere con la migliore delle disposizioni d’animo.

Sin dalle prime pagine, tuttavia, afferro una nota stonata, una sensazione di disagio sotterranea, quelle che di solito preludono alle brutte notizie. E infatti eccola lì la pessima notizia, che ci aspetta al varco dopo una ventina di pagine.

Brutta, bruttissima cosa l’addio di un protagonista al quale la lettrice (io) si era affezionata.

L’indagine viene portata avanti in una trama non meno bella delle precedenti; più volte l’autore mi conduce dentro al cuore di Isabelle, accompagnandola nelle sue passeggiate rievocative, tuttavia, senza stucchevoli cedimenti al sentimentalismo. 

Che dire, questa volta l’introspezione della protagonista, i suoi sentimenti nell’affrontare l’indagine, hanno in qualche modo velato la leggerezza che mi aspettavo da una lettura “accogliente”, e la risoluzione del mistero è scivolata in secondo piano rispetto alla metabolizzazione del dolore della perdita. Per lei e per me lettrice. Non nascondo che il mio cuore sanguina insieme a quello della nostra Madame le Commissaire.

In ciascuno di noi c’è il vissuto di una perdita particolarmente dolorosa, e devo riconoscere a questo autore un merito importante: l’avermi sbloccato un ricordo; non con strazio, ma con l’affettuosa malinconia di chi sa che le persone care sono sempre lì, in una parte riservata del nostro cuore che preserviamo dagli affanni quotidiani.

Quindi grande merito a colui (o colei?) che si cela dietro lo pseudonimo di Pierre Martin e che riesce, seppure in un cosy crime, a toccare queste corde dell’anima.

Un unico appunto. Nella lettura mi ha disturbato un particolare, che per alcuni potrebbe sembrare insignificante, ma non è così per me che sono insofferente, da giurista e operatrice del diritto per tanti anni, verso qualsiasi imprecisione giuridica nelle pagine di un romanzo, specialmente in un crime. E vado al punto.

Sin dal primo romanzo della serie si precisa che il sindaco, Thierry Blès, svolge la professione di notaio nella zona dove si sviluppano le avventure raccontate, l’immaginaria cittadina di Fragolin o la vicina Tolone. In questo romanzo, magicamente, diventa di professione avvocato (da vecchia data) con frequentazione di Tribunali.

Ora, le due professioni non sono né sommabili né intercambiabili, appartengono a due carriere completamente diverse alle quali si accede con differenti concorsi statali. È vero che un avvocato può, in seguito, diventare notaio, ma in tal caso deve abbandonare la professione nei Tribunali.

Così in Italia, ma anche in Francia e in Germania (Stato d’origine dell’autore). Quindi non comprendo da dove sia nata la leggerezza che ha portato a questa confusione, se in sede di traduzione o nell’originaria stesura del romanzo.

In ogni caso, mi sarei aspettata un intervento “riparatore” dell’errore da parte dell’editor della casa editrice, visto che i romanzi sono editi, come ho detto in apertura, da una casa editrice di pregio.

In conclusione, non posso che consigliare la lettura di questa nuova avventura di Madame Le Commissaire, soprattutto a chi è amante dei gialli cosiddetti soft, che di soft hanno ben poco, a meno che non si voglia definire tale l’assenza di scenari pulp e la sublimazione della violenza fine a se stessa.

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Pierre Martin


pseudonimo di uno scrittore tedesco, ha pubblicato dieci romanzi della serie di Madame le Commissaire. Isabelle Bonnet e il suo assistente Apollinaire sono diventati in Germania dei veri e propri personaggi di culto, degni di figurare accanto alle più celebri coppie di detective della letteratura poliziesca. Presso Neri Pozza e BEAT sono apparsi Madame le commissaire e l’inglese scomparso (2021), Madame le commissaire e la vendetta tardiva (2021), Madame le commissaire e la morte del capo della polizia (2022), Madame le commissaire e la morte in convento (2023) e Madame le commissaire e l’amante assassinato (2024)

A cura di Silvana Meloni

Instagram/silvana.meloni