MUSEO
DI UN AMORE INFRANTO
Fabrizio Bonetto
DETTAGLI:
Editore: Accento
Genere: Narrativa
Pagine: 160
Anno edizione: 2024
Sinossi. A Zagabria c’è un museo che accoglie i ricordi di chi ha un amore fallito di cui disfarsi. È il Museum of Broken Relationship, e conserva anelli, buste chiuse, bambole gonfiabili, lampade a forma di fragola, creme per il viso, flaconi di veleno… Hanno tutti una storia da raccontare. Anche Giacomo e Veronica hanno una storia da raccontare. Iniziano a farlo nel momento in cui Giacomo torna a casa e trova Veronica seduta sul divano, ad aspettarlo in compagnia di un altro uomo con cui ha intenzione di costruirsi una vita nuova. Un capitolo alla volta, le due «parti del problema» analizzano la loro storia d’amore: è una versione doppia, ambivalente, falsata come solo i ricordi sanno essere; ripercorre cecità e incomprensioni, la noia e l’insoddisfazione delle relazioni stantie, ma anche le dolcezze e i momenti felici. Giacomo e Veronica sono impacciati, crudeli, feriti, orgogliosi, egoisti. Sono anch’essi esposti, come le reliquie amorose del Museo che inframmezzano la narrazione, e aspettano il lettore sul confine invisibile tra prima e dopo, un confine che tutti abbiamo conosciuto, da cui abbiamo osservato con sgomento ciò che ci era parso eterno ed è ora pronto a restringersi fino a diventare un misero spazio vuoto (una porta di casa, l’ultima pagina di un libro) da scavalcare.
Recensione di Laura Bambini
«Alexa, tu almeno mi vuoi bene?»
«Ti voglio bene come un amico.»
Non era la risposta che volevo in questo momento, ma grazie lo stesso.
Le storie d’amore finite – male, bene, in tragedia – sono il terreno in cui sguazzo abitualmente. Alcuni lettori prediligono i morti ammazzati, io le famiglie che si ammazzano tra loro. Ognuno ha il suo.
Detto questo, finalmente torniamo a leggere un romanzo che racconta (e non racconta) le dinamiche che portano una coppia molto sposata, molto felice, molto ordinaria, a scardinarsi.
Sotto la patina con cui assistiamo alle storie di amici, parenti, colleghi, si cela sempre uno dei due partner annoiato e l’altro che ha fatto più o meno finta di non accorgersene. Per quanto sia una vicenda che abbiamo letto tante, tantissime volte, ogni volta è diversa.
Stavolta Giacomo e Veronica, in un rimpiattino a due voci, raccontano la fine della loro storia: Giacomo torna a casa e trova sul divano Veronica con Giovanni, un uomo con cui lei dichiara di voler andare a vivere e ricostruirsi una vita.
Ognuno dal suo punto di vista, i due narratori ci raccontano le ipocrisie e i silenzi che spesso portano a una rottura, facendoci interrogare su quanto a volte basterebbe parlare e non aspettare vent’anni. Si rinfacciano le mancanze, i momenti che a uno sembrano felici e per l’altra erano solo noia, i problemi affrontati insieme e quelli non, come l’amante – che forse lo è o forse no – spuntato a sorpresa.
Ogni due capitoli, troviamo un racconto su un ninnolo o un oggetto abbandonato al Museo degli Amori Infranti di Zagabria, che aggiungono altri punti di vista al tema centrale del libro, nel perfetto stile pop della casa editrice.
La cosa particolarmente interessante di questo testo è che sembra di leggere due storie diverse: da un lato abbiamo Veronica arrabbiata e a tratti crudele che accusa Giacomo della qualsiasi; dall’altra Giacomo che non capisce e va giù di ricordi felici.
Il lettore empatizza e dà ragione a entrambi, finendo per porsi delle domande a cui trovare da solo la risposta, che non è mai né giusta né sbagliata.
Ed è quello che abbiamo bisogno dai libri.
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Fabrizio Bonetto
Fabrizio Bonetto è nato a Valdobbiadene nel 1974, risiede a Crocetta del Montello con la famiglia. È bancario per passione e scrittore per bisogno.
A cura di Laura Bambini