Recensione di Priscilla D’Angelo
Autore: Jessica Barry
Traduzione: Teresa Albanese
Editore: Mondadori
Genere: Thriller
Pagine: 312
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Mezzanotte. Cait Monaghan e Rebecca McRae si trovano in macchina su una strada desolata che attraversa il deserto del Nuovo Messico. Non si sono mai incontrate prima. Il lavoro di Cait consiste nel portare al sicuro donne in fuga senza mai fare domande. Come la maggior parte di loro, Rebecca sta cercando di scappare da qualcosa. C’è una ragione per cui Cait sceglie di aiutare delle sconosciute: anche lei ha un passato e sa cosa vuol dire essere inseguite. Entrambe hanno segreti da proteggere e le vite di entrambe sono in pericolo. Quando un camion arriva ad alta velocità alle loro spalle, in un primo momento le due donne pensano si tratti di qualche autista arrabbiato, ma capiscono in fretta che chiunque sia alla guida sta dando loro la caccia. Mentre aumentano i chilometri che si lasciano alle spalle e i pericoli che devono affrontare, il passato tenuto così faticosamente nascosto torna a perseguitarle. Qualcuno vuole morta una di loro, ma quale delle due? E quel qualcuno, considerata la vita che ciascuna di loro ha condotto, potrebbe essere chiunque. Se Cait e Rebecca vogliono sopravvivere, devono imparare a fidarsi l’una dell’altra e di sestesse. Ma la fiducia ha un costo, ed entrambe hanno già pagato un prezzo molto alto.
Recensione
500 chilometri. 6 ore. 2 sconosciute. 1 killer. Troppi segreti.
In Non guardare indietro c’è un viaggio che si può percorrere solo se la mente e le gambe premono allo stremo l’acceleratore per andare avanti; metaforicamente parlando è come raggiungere il Nirvana, una redenzione, un’autorealizzazione personale ma se si volta lo sguardo o se si esita sul pedale, crollano tutte le certezze ed emergono dubbi sul percorso compiuto con sofferenza.
Il lettore si trova con le due donne nei sedili posteriori puzzolenti di una jeep malconcia diretto verso il centro clinico per aborti in Albuquerque, ascoltando i loro dialoghi spezzati dalla stanchezza e respirando il terrore degli agguati nel deserto messicano.
Rebecca è la moglie dell’aspirante politico texano Patrick McRae, lo aiuta nei comizi e gli sta sempre accanto per interpretare la bella moglie aristocratica e devota alla comunità.
Peccato che quando arriva il momento in cui lei è al centro dell’attenzione, Patrick sembra non accorgersene e proibisce alla moglie di compiere scelte azzardate.
In lei si smuove quella ribellione femminile che la porta a chiedere aiuto per proteggere i suoi diritti.
Cait aveva trovato uno scopo nella vita:
“Ecco un gruppo di donne che affrontavano un gruppo di (soprattutto) uomini che pretendevano di dire ad altre donne che quello che facevano con i loro corpi era vergognoso, malvagio e sbagliato. Ecco delle donne che si battevano per altre donne, forti, orgogliose e coraggiose.”.
Spinta dalla voglia di farsi riconoscere, e anche per cambiare la sua vita ormai ridotta al lastrico a causa di un servizio giornalistico contro un artista popolare, accetta di aiutare Rebecca.
A fine viaggio, entrambe si sono aiutate ad affrontare gli orrori del passato, a raggiungere le proprie segrete vittorie e a redimersi per tutti gli sbagli fatti, unendosi anche contro un evento minaccioso che le ha accompagnate per tutto il viaggio.
È un libro carico di tensione e di azione, con momenti di profonda emozione per le sorti sempre a rischio delle due donne.
Consigliatissimo!
Jessica Barry
È lo pseudonimo di un’autrice americana originaria di una piccola cittadina in Massachusetts e cresciuta divorando i libri della biblioteca locale. Ha frequentato la Boston University, dove si è laureata in Inglese e Storia dell’Arte prima di trasferirsi a Londra nel 2004 per conseguire un master al LondonUniversity College. Tra le sue pubblicazioni: Caduta libera (Mondadori, 2020).
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