Recensione di Alessia Diana
Autore: Gianni Antonio Palumbo
Editore: Scatole Parlanti
Genere: Mystery
Pagine: 206
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Che fine ha fatto il giovane insegnante Mattia Landi? Qual è la causa della follia della bella Eleonora, amante dell’uomo? Cosa si cela dietro il misterioso affare di via delle Ortensie? Nell’anno 1978, presso l’immaginaria cittadina di Candevari, nella provincia brindisina, prendono avvio le indagini del commissario Fano e della sua zelante e affascinante collaboratrice Marta. L’obiettivo punta alle due istituzioni scolastiche del posto, il Principe Amedeo e l’Accademia Amaranta. Un accademico manipolatore, fanatico ammiratore di Robespierre, un amore omosessuale fiorito nella clandestinità, un docente scivolato giù dalla torre campanaria della Chiesa della Maddalena, l’angeliismo fasullo di alcuni studenti e infine una misteriosa ragazza che vive nascosta in biblioteca… Sono questi gli ingredienti di una fiaba nera che cattura gradatamente sino al sorprendente finale.
Recensione
Devo ammettere che se dovessi fornire un’opinione complessiva di questo libro, direi che mi è piaciuto e che passa il test, ma non esattamente a pieni voti. Cercherò di spiegarmi meglio durante tutta la recensione. Per quanto riguarda la trama, gli eventi presentati nel complesso non sono qualcosa di così originale: relazioni e parentele inaspettate, trame e intrighi vari per il potere, il tutto sullo sfondo di un paesino del Sud Italia.
La maniera di presentarceli dell’autore, però, tutto attraverso rimembranze, testimonianze alla polizia e scritti vari e quasi mai presentandoci direttamente la scena, mi è piaciuta particolarmente e tutto sommato mi sono gustata il romanzo con piacere e qualche sorpresa sono riuscita a trovarla, in questo intreccio così ingarbugliato.
Ciò che non mi è garbato molto, invece, è stato il finale. Dopo un inizio un po’ lento in cui si fatica leggermente a inserirsi nel contesto, poco prima di metà la storia inizia a prendere benissimo forma e dopo che ha spiccato il volo, ho avuto come l’impressione di riprecipitare un po’ a terra nelle ultime pagine.
Per quanto riguarda i personaggi, nella media sono rimasta soddisfatta dalla caratterizzazione, con alti e bassi. Gli “alti” sono sicuramente Giulio Ancona, Marta e a modo loro Alessandro e Savio, oltre ad un ottimo Arturo. I “bassi”, di cui avrei voluto vedere di più, sono Eleonora, Mattia e, sopra tutti, Irene, personaggio che resta un enigma più di quanto, immagino, fosse nelle intenzioni del lettore, perché la si cita prima di metà romanzo e solo alla fine si dà qualche spiegazione su di lei.
La cosa più pregevole del romanzo, per la quale mi sento di complimentarmi con l’autore, è lo stile di scrittura. Descrizioni di luoghi, persone e sequenze di azioni sono impeccabili e catturano il lettore dalle primissime pagine, e una lode va anche alle numerose e apprezzate citazioni storiche, letterarie e latine che rendono molto più realistica la sensazione di trovarsi il più del tempo in un contesto accademico, con tutte le sue luci e le molto più numerose ombre dietro le quinte.
La sola critica che mi sento di muovere su questo versante riguarda alcuni dialoghi, che certe volte vanno avanti in sequenze di battute troppo lunghe senza un solo gesto a intervallarli. Per il resto, comunque, sono certa di trovarmi davanti a un autore che sa il fatto suo e che con della pratica potrà arrivare molto, molto più in alto, date le premesse eccellenti che ho riscontrato.
Gianni Antonio Palumbo
(Molfetta, 1978, www.giannipalumbo.it), Alfiere del Lavoro, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Italianistica a Messina. È stato docente a contratto di “Letteratura italiana del Rinascimento” presso l’Università degli Studi di Foggia e lo è attualmente di “Metodologia della critica letteraria” e di “Filologia della letteratura italiana” per l’a.a. 2019-2020. Insegnante di materie letterarie nei Licei, è autore di contributi scientifici sull’Umanesimo-Rinascimento e sulla letteratura contemporanea, e delle monografie Vestali in un mondo senza sogni (SECOP, 2011) e La biblioteca di un grammatico (Cacucci, 2012) sull’umanista GiunianoMaio. Per le edizioni Stilo, ha curato la pubblicazione delle rime della poetessa lucana Isabella Morra. Redattore della rivista «La Vallisa» e dei periodici “Quindici” e “Luce e Vita”, è autore di quattro romanzi, della silloge Non alla luna, non al vento di marzo (Schena, 2006), dei racconti di Il segreto di Chelidonia e di numerose pièce teatrali, edite e inedite, tra cui Lena, Il treno, Chi ha paura delle ombre?, La preghiera di Eleonora e Il diavolo a cavallo. La sua opera più recente è il romanzo Per Luigi non odio né amore, edito da Scatole Parlanti.
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