Recensione di Sabrina De Bastiani
Autore: Piergiorgio Pulixi
Editore: Mondadori
Collana: Il giallo Mondadori
Anno edizione: 2021
Pagine: 280 p., Brossura
Sinossi. Piergiorgio Pulixi, vincitore del premio Scerbanenco 2019, debutta nel Giallo Mondadori con un noir sulle maschere a cui ricorriamo per preservare le emozioni che ci fanno sentire vivi – anche quando potrebbero esserci fatali. A volte l’unico modo per voltare pagina è andare via. È quello che si rassegna a fare la vicecommissaria Giulia Riva, decisa a chiudere una storia clandestina con un superiore che le procura soltanto dolore. Ha appena chiesto il trasferimento, che al commissariato di Cagliari si presenta Elisa, nove anni e una richiesta che raggela: ritrovare la mamma scomparsa. Giulia non può tirarsi indietro, anche se Virginia Piras era una moglie e una madre serena, e dunque per sparire così probabilmente è stata uccisa. Ma da chi? E perché? Tutti sembrano essersi dimenticati di lei, compreso l’ispettore Flavio Caruso, il partner e mentore di Giulia, a cui l’indagine è affidata. Caruso però non è più il poliziotto di un tempo, e Giulia capisce che potrebbe aver commesso errori fatali. Così si fa assegnare il caso, nella speranza di risolverlo ed evitare una possibile onta al suo partner. Non immagina che la ricerca la spingerà a interrogarsi anche sui propri errori passati: perché il cuore ha due lati, uno con cui si ama e uno con cui si odia.
Recensione
Ogni investigatore ha un proprio metodo d’indagine.
Ed allo stesso modo ogni Autore ha la propria cifra stilistica, la propria firma.
Come faccia Piergiorgio Pulixi, che del proprio talento ha caratteristica piena e riconoscibile, a consegnare ai lettori storie ogni volta diverse, eppure indubbiamente ‘sue’, mi riservo di chiederlo approfonditamente a lui. Posso appena accennare, ipotizzare, azzardare, qui, che le riflessioni che l’Autore mette in bocca alla protagonista di “Per mia colpa”, siano anche un po’ una dichiarazione di intenti, un manifesto artistico di Pulixi stesso:
Ogni investigatore ha un proprio metodo d’indagine.
Il mio va contro tutto quello che insegnano alla Scuola Ispettori, dove ti mettono in guardia dal coinvolgimento emotivo durante le inchieste. Molti riescono a rimanere impassibili e distaccati. Io no. Quando affronto un caso, che si tratti di omicidio, rapimento o stupro, divento la persona su cui sto indagando. Entro nella sua pelle, nei suoi pensieri, nella sua anima.
E come l’Autore si fonde nella storia, così la parabola, ascendente o discendente, avremo modo di farci la nostra idea, di Giulia Riva, la vice commissaria protagonista del romanzo, si fonda proprio su questa mimesi che riesce a mettere in atto sia con il carnefice che con la sua vittima
Solo creando una connessione viscerale posso capire chi ha potuto farle del male. Spesso solo guardando attraverso gli occhi della vittima riesci a farti un’idea del suo aggressore e delle motivazioni che l’hanno smosso.
Tale e tanta, per Riva, questa identificazione, da incidere sulla sua vita privata e condizionarne decisioni e svolte, tanta e tale da farle rischiare in prima persona la propria credibilità e professionalità per dare ascolto alla richiesta di una bambina, quella di ritrovare la madre scomparsa da tempo, troppo tempo, e mai ritrovata, né viva, né’ morta.
Un caso irrisolto, dato per perso, come un po’ si è perso, tra alcool e sensi di colpa, il collega che aveva, al momento, indagato.
Cosa vuole davvero, Giulia? Mantenere la promessa fatta ad una ragazzina? Riabilitare il suo collega? O se stessa? Di certo non ‘solo’, anche se precipuamente, arrestare un colpevole e dare libertà o sepoltura ad una donna.
Per diventare Virginia Piras dovevo sapere tutto di lei. Era necessario comporre il mosaico della sua personalità attraverso i racconti e i ricordi delle persone che la conoscevano meglio. Più persone avessi coinvolto e ascoltato, più dettagli e sensazioni avessi raccolto, più sarebbe stata profonda l’immedesimazione.
Conferendo all’impianto noir l’ossatura del romanzo psicologico e i twist del thriller, Pulixi ci conquista una volta di più per la straordinaria capacità di costruzione della trama e per la magistrale scrittura, qui particolarmente asciutta e, sorprendentemente, proprio in ragione di ciò ancora più evocativa di stati d’animo che si traducono in cocci di vetro, aguzzi, taglienti, tanto da squarciare quel velo che ci separa dalla verità, tali da liberare e ridefinire, non solo il concetto stesso di colpa, ma il pronome possessivo che la accompagna, parola, nel titolo. Annullandolo, forse.
E non per assolverci tutti, perché il colpevole avrà infine il volto svelato, ma per ribadire ancora una volta il nostro essere.
Umani.
Piergiorgio Pulixi
Piergiorgio Pulixi fa parte del collettivo di scrittura Sabot creato da Massimo Carlotto, di cui è allievo. Insieme allo stesso Carlotto e ai Sabot ha pubblicato Perdas de fogu (Edizioni E/O 2008), e singolarmente il romanzo sulla schiavitù sessuale Un amore sporco, inserito nel trittico noir Donne a perdere (Edizioni E/O 2010). È autore della saga poliziesca di Biagio Mazzeo iniziata col noir Una brutta storia (Edizioni E/O 2012), miglior noir del 2012 per i blog Noir italiano e 50/50 Thriller e finalista al Premio Camaiore 2013, proseguita con La notte delle pantere (Edizioni E/O 2014), vincitore del Premio Glauco Felici 2015, e Per sempre (Edizioni E/O 2015). Nel 2014 per Rizzoli ha pubblicato anche il romanzo Padre Nostro e il thriller psicologico L’appuntamento (Edizioni E/O), miglior thriller 2014 per i lettori di 50/50 Thriller. Nel 2015 ha dato alle stampe Il Canto degli innocenti (Edizioni E/O) vincitore del Premio Franco Fedeli 2015, primo libro della serie thriller I canti del male. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati sul «Manifesto», «Left», «Micromega» e «Svolgimento» e in diverse antologie. I suoi romanzi sono in corso di pubblicazione negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito. Altre pubblicazioni: Lo stupore della notte (Rizzoli, 2018), L’isola delle anime (Rizzoli, 2019) e Per mia colpa (Mondadori, 2021).
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