PREMIO CAMPIELLO, SELEZIONATA LA CINQUINA FINALISTA




PREMIO CAMPIELLO, SELEZIONATA LA CINQUINA FINALISTA


 

Selezionata stamattina, 27 maggio, nella splendida cornice dell’Aula Magna Galileo Galilei di Palazzo Bo, Università di Padova, la cinquina finalista della 60^ edizione del Premio Campiello, che vedrà proclamato il vincitore sabato 3 settembre al Teatro la Fenice di Venezia, selezionato dalla votazione della Giuria dei Trecento Lettori anonimi.

 

 

A entrare in finale, dunque, alla conclusione di ben 11 turni di votazioni: Fabio BACA’ con “Nova” (Adelphi), Antonio PASCALE con “La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini” (Einaudi), Daniela RANIERI con “Stradario aggiornato di tutti i miei baci” (Ponte alle Grazie), Elena STANCANELLI con “Il tuffatore” (La nave di Teseo), Bernardo ZANNONI con “I miei stupidi intenti” (Sellerio).

350 i libri di partenza, diventati 78, fra i quali la Giuria dei Letterati ha dovuto ulteriormente selezionarne 15, che a detta di molti giurati avrebbero potuto/dovuto essere tutti in finale, ma si è dovuti arrivare ad averne solo 5.

 

Foto di Sara Zanferrari

E difatti non è stata una selezione facile: 11 turni, 4 di ballottaggio. Al primo turno è passato con 7 voti Antonio Pascale, al terzo turno con 8 voti Fabio Bacà, al quinto turno con 7 voti Daniela Ranieri”, al settimo turno con 7 voti Bernardo Zannoni, al ballottaggio con 7 voti Elena Stancanelli.

 

Foto di Sara Zanferrari

 

Assegnato, inoltre, il Premio Campiello Opera Prima a Francesca Valente “Altro nulla da segnalare” (Einaudi) con la motivazione: “Il romanzo di Francesca Valente reinventa letterariamente – a partire da un’esperienza reale degli anni Ottanta – il mondo dei pazienti psichiatrici portando nella vita quotidiana di un reparto ospedaliero uno sguardo straniante e sdoppiato: quello della voce narrante e quello dei rapporti stesi dagl’infermieri, presentati come veri referti documentari. Il risultato è un congegno dalla struttura e dal ritmo inusuali. Sono due punti d’osservazione dei quali l’autrice sa gestire in modo sapiente gli scarti, le convergenze, le perplessità e la dolente e paradossale normalità, aprendo interrogativi profondi sul confine tra salute e infermità, tra disagio e appagamento, tra vicinanza dei curanti e indifferenza del mondo”.

 

 

I giurati hanno evidenziato un’alta qualità dei libri, offrendo chi la propria idea di letteratura, chi i temi preferiti.

Emanuele Zinato ha commentato“Separare, pesare, distinguere è un lavoro controtempo nel mondo dei like. Abbiamo cercato di andare oltre. Di libri se ne sono salvati 30 di 350, ora diventeranno 5. La buona letteratura non è intrattenimento, serve un lavoro di selezione sui temi forti, la lingua, la tradizione letteraria”.

Luigi Matt: “C’è stata molta varietà di temi trattati. La letteratura non lavora sulla verità, ma sul dubbio, non si arrende all’eterno presente”.

Daniela Brogi: “L’orecchiabilità di un testo non vuol dire che sia letterario (e viceversa). Le storie uniche non bastano, non basta l’autoriflessione. Molti libri erano fatti di innesti, abitati da voci e misure molto diverse, ho trovato in alcuni libri modi diversi di essere padre”.

Federico Bertoni: “Ieri sera c’è stata l’ultima riunione di giuria, c’è stata una discussione molto appassionata sull’idea di letteratura, il mainstream, la ricerca. Non c’erano vette, ma una buona qualità media. La letteratura guarda le cose in modo obliquo, non le serve descrivere la realtà, bensì ci mostra cosa potrebbe succedere, cosa succederà”.

 

Foto di Sara Zanferrari

Arrivederci il 3 settembre a Venezia per la proclamazione, dunque, del vincitore!

Sara Zanferrari