Recensione di Marina Morassut
Autore: Fabrizio Patriarca
Editore: 66thand2nd
Genere: Biografia / Saggio
Pagine: pagg. 160
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Gold’s Gym, Venice Beach, California: in una palestra scabra ed essenziale comincia, alla fine degli anni Sessanta, la leggenda di Arnold Schwarzenegger. Ma è poi giusto chiamarla leggenda? I fenomeni assoluti di ogni sport si sono spesso affermati nonostante le loro caratteristiche fisiche, nonostante i limiti psicologici o caratteriali, Arnold invece si è sempre candidato alla propria grandezza. Lo ha fatto nel bodybuilding, nel cinema e nella politica: al centro di un’avventura umana senza uguali c’è sempre e solo, però, il suo corpo. Un corpo capace di trionfare su ogni mezzo espressivo che abbia provato a ingabbiarlo, ma anche di raccontare qualcosa di più profondo e oscuro del Sogno Americano. Con “Pumping Arnold” Fabrizio Patriarca ci invita a gettare uno sguardo affilato e provocatorio sul periodo di assoluto splendore di Schwarzenegger, tra le vittorie a Mr Olympia e i blockbuster di Hollywood, le foto californiane per «Playboy» e quelle newyorkesi di Robert Mapplethorpe e Andy Warhol, i successi nel bodybuilding e gli incassi milionari di “Conan il barbaro” e “Terminator”: tutto assorbito dal dilemma tra l’umano e l’artificiale di cui Arnold è ancora oggi il segno indiscusso, la citazione continua. Schwarzenegger, figura dominante di una controversa mitologia del corpo maschile che tra sport e cinema ha segnato il nostro immaginario e non smette di affascinare e perturbare.
Recensione
Si fa leggere voracemente questo curioso libro dell’autore di “Tokyo transit”, (candidato nel 2016 allo Strega), e che qui esplora l’uomo e il mondo Arnold Schwarzenegger. Anzi, libro interessante dedicato al marchio costitutivo e riconoscibilissimo di tutto ciò che ha fatto Arnold, con un “as himself” che ha oscurato tutto quanto intorno a lui, sia a livello di bodybuilding che di certo genere di film interpretato dal ns protagonista, che ha fatto della permanenza corporea, appunto, il suo identificativo.
Perché, come il Patriarca ci riporta da Foster Wallace: se gli altri sono “eroi” soprattutto prevedibili e in certo qual modo rassicuranti, Schwarzy rappresenta la scarsa familiarità di fronte ad un corpo potente e glorioso, quasi robotico, e proprio per questo “potentissimo nella percezione del pubblico”. Che sia pubblico di palestra, pubblico di cinema o pubblico politico.
Il libro di Fabrizio Patriarca ci introduce, e ne parla diffusamente, nello storico documentario “Pumping iron” del 1977, sui campioni del culturismo, all’epoca non ancora sport di massa, ma fenomeno di nicchia per fissati. Un gioiello nel suo genere, che narra in videoripresa dei giorni precedenti all’elezione di Mr. Olympia del 1975, mettendo a confronto mentale e fisico il campione Schwarzenegger con il timido e nuovo arrivato Lou Ferrigno (che diventerà poi Hulk)
A metà fra saggio, biografia, ricordi personali in un’autobiografia alla Walter Siti, da lui stesso citato e che nomina più volte, collocando gli episodi personali in una palestra romana “trucida e all’antica”, una sorta di camera di combustione quali sono tutte le palestre, cavalcando per il suo Arnold pressochè tutto lo spettro delle arti, se sostituiamo alla pittura la fotografia. Un viaggio che ci porta da una palestra di Venice Beach, dopo che Schwarzy giunge in America nel 1968, fino alla palestra romana frequentata dall’autore e da macchiette che si allenano in palestra per gli scopi più diversi, i cui curiosi nomi rimarranno indelebili nella mente del lettore: il Pilusch, Manuel, Marcello Pneumatico, la Transessuala
Come si perita di spiegarci con tono colloquiale il Patriarca, curioseremo nella vita di Schwarzenegger sin dai suoi noti e famosi albori. E ciò significa inestricabilmente parlare anche dell’America gloriosa degli anni Settanta del secolo scorso. Dei suoi rivali, ma anche di quel periodo storico, debordando di discorso interessante in discorso curioso. E tenere sempre in mente che lo Schwarzenegger che brilla in qualsiasi attività intraprenda, senza apparentemente nessun tipo di sforzo, è quando di più simile ad un Terminator possiate
All’uscita del saggio, ad esempio, Tuttolibri ne parla come di un
“ultracorpo Arnold, che solleva tutto, anche la Casa Bianca, se non fosse barbaro: perché, dall’icona mondiale in palestra, nell’arte, al cinema, poi il successo arriva anche in politica come governatore della California con record di voti”.
In un eloquio che scomoda scrittori, artisti del periodo d’oro in cui Schwarzenegger gareggiava come bodybuilder e che ci dà conto della cultura e della passione di Patriarca nel parlarci di questo mondo in quel particolare periodo storico, non tralasciando qui e lì punture politiche, si intreccia un parlato romanesco quando l’autore, con gags divertenti, ci racconta della palestra che frequenta, dove naturalmente tutti sono fans di Arnold, palestrati più o meno convinti dalle mille traversie quotidiane, dalle pasticche più o meno legali, dalle rutilanti vicissitudini di borgata.
Come precisato in apertura, è un libro breve ma interessante, con notevoli spunti che pescano a piene mani in letteratura, arte, fotografia, cinema, in un’America che val la pena farsi raccontare da questo autore, che sembra dare nei saggi il meglio di sé.
Ma se Vi state chiedendo dove poter incontrare il mito vivente, il body builder più famoso del mondo, ecco, io l’ho incontrato mentre, novello “Conan”, interpreta nel 1982 il fantastico barbaro nato dalla fantasiosa penna di Robert E. Howard, che purtroppo, giovanissimo, ci lascia già nel 1936.
E dal quel momento, come per gli altri protagonisti interpretati da questo Re Mida, Conan non avrà altro volto e corpo se non quello di Schwarzenegger, nell’immaginario collettivo di tutto il mondo.
Perché Arnold Schwarzenegger non è solamente IL corpo per antonomasia, ma anche un cervello con i muscoli.
E per averne la prova definitiva, non rimane che ammirare la geniale foto del 1977 di Schwarzy in spiaggia a La Croisette, contornato da splendide fanciulle in romantici abiti, mentre lui è in slip nella classica posa del body builder – e in concomitanza al Festival di Cannes, dove il magnifico è in promozione proprio con il documentario “Pumping Iron”.
A cura di Marina Morassut
Fabrizio Patriarca
(Roma, 26 agosto 1972) è uno scrittore e saggista italiano. Laureato in letterature comparate all’Università di Roma Tor Vergata, si è poi specializzato in estetica del Novecento. Nel 2006 ha conseguito il dottorato di ricerca in italianistica presso la stessa università. Nel 2008 ha pubblicato per Gaffi il suo primo libro di saggistica, Leopardi e l’invenzione della moda, Premio Cardarelli per l’opera prima di critica letteraria. Il saggio illustra come Giacomo Leopardi abbia anticipato di circa un centinaio d’anni le riflessioni dei moderni teorici della moda, da Walter Benjamin a Roland Barthes, da Georg Simmel a John Flügel, fino a Gilles Lipovetsky e Jean Baudrillard. Nel 2011 esce, sempre con Gaffi, il volume di saggi Seminario Montale, seguito nel 2012 dal romanzo Qualcosa abbiamo fatto. Nel 2016 pubblica con 66thand2nd Tokyo transit, candidato al Premio Strega da Alessandro Piperno e Raffaele Manica. Nel 2019 esce per minimum fax il romanzo L’amore per nessuno. Nel 2020 esce per 66thand2nd Tropicario italiano, saggio narrativo sul turismo contemporaneo. È del 2022 il volume Pumping Arnold, 66thand2nd, che esplora tra estetica e cinema il tema del corpo di Arnold Schwarzenegger. Ha scritto saggi e articoli per Agalma, Nuovi Argomenti, Alfabeta2, Gradiva e altre riviste letterarie. Dal 2009 al 2014 è stato uno dei conduttori di Carta vetrata, programma radiofonico sui libri e il mondo editoriale di Radio Città Futura. Nel 2011 ha fondato insieme ad altri editor l’agenzia WestEgg Editing & Oltre, poi lasciata nel 2020. Dal 2021 gestisce una nuova agenzia, Editing at large.
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