Questo sangue che impasta la terra




Recensione di Silvana Meloni


Autori: Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli

Editore: Giunti Editore  

Genere: giallo

Pagine: 320

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Appennino emiliano, 1970. Un ragazzo e una ragazza corrono nel bosco: indossano eskimo e clarks, hanno una macchina fotografica e un mitra. A inseguirli, uomini armati di Kalashnikov. Nella quiete della Ca’ Rossa, l’ex maresciallo Santovito sente delle raffiche di mitra. Non è la prima volta che accade sul monte Spungone, e ultimamente la pace di quei luoghi è turbata da altri strani accadimenti. Inoltre Santovito è sicuro che qualcuno lo stia spiando da tempo. Forse è Sotgiu, un pastore sardo che vive con il suo gregge in un rudere isolato. Oppure potrebbe essere Santissimo, un vecchio alcolizzato col vizio di molestare le donne che incontra. Mentre sopraggiunge la notte, una jeep militare appartenuta ai soldati americani durante la Seconda guerra mondiale si ferma davanti all’ospedale del paese, scarica un uomo gravemente ferito e riparte a tutta velocità. Il malcapitato muore poco dopo senza che si sappia niente di lui. Non ha documenti addosso, solo una tuta mimetica e pesanti stivali da parà. Pur essendo in pensione, Santovito si sente in dovere di indagare, per scoprire se tra i due avvenimenti possa esserci un legame. Un altro avvincente giallo della coppia Guccini- Macchiavelli con l’Appennino emiliano sullo sfondo e il loro tipico mix di suspense e tradizioni popolari.

Recensione

È il terzo libro della serie del Maresciallo Santovito. Già pubblicato nel 2016 ora viene riproposto con una nuova veste, anche in eBook, da Giunti.

Ambientato nel 1970, contiene tutti gli elementi che costituiscono il substrato culturale e di costume del periodo narrato: la protesta giovanile, l’eskimo e le clarks di prammatica, il campo paramilitare e l’attività del SID, il controspionaggio italiano di allora. Lo sgranarsi della trama ci porta attraverso un’indagine complessa, che si svela intrecciata proprio agli elementi che contraddistinguono l’ambientazione.

Le battaglie dei giovani, che propugnano un cambiamento della società, vanno a scontrarsi non solo con le istituzioni e l’acquiescenza al sistema da parte degli adulti, ma anche con le frange eversive che, armi alla mano, portano alla luce il marasma delle contraddizioni, tra passato e presente, che ribolle sotto l’apparenza della vita tranquilla di un borgo antico sulle montagne, dove il protagonista, Benedetto Santovito, si è fermato a elaborare la fine di una storia sentimentale importante.

Tuttavia sono l’amore, l’amicizia, l’affetto i motori trainanti di una vicenda che trova la sua soluzione soltanto perché i protagonisti non si accontentano di ciò che i fatti all’apparenza raccontano.

Molto ben disegnato il personaggio di Benedetto Santovito, un uomo non più giovane ma ancora pronto a mettersi in gioco, che ha imparato, con gli anni trascorsi nel paese, diventato suo per adozione, a vivere seguendo la cadenza delle stagioni, del bosco e della gente di montagna.

Il desiderio di ritirarsi a vita privata, fuori dai ritmi incalzanti dell’attività investigativa, deve fare i conti con la curiosità, insita nel suo carattere così come la disponibilità verso le persone che hanno fatto parte della sua vita. L’amicizia come valore fondante.

Interessanti anche i personaggi femminili di Domenica e Francesca, due donne che, seppur in maniera molto diversa, devono affrontare il dolore e l’inquietudine per il comportamento dei figli. Pur non comprendendo le motivazioni del loro agire, entrambe sono comunque pronte a supportarli, perché prima di tutto madri.

Infine una menzione a parte meritano i luoghi dove le vicende si svolgono, l’Appennino, montagne talvolta aspre come la storia che raccontano, talvolta accoglienti, per coloro che le conoscono e le sanno amare, come solo una dimora può esserlo.

Una lettura stimolante, oltre che piacevole ed emozionante.

A cura di  Silvana Meloni 

https://www.instagram.com/silvameloni/

 

Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli


Francesco Guccini è nato a Modena nel 1940. Cantautore poeta e scrittore, è un mito per generazioni di italiani. Per vent’anni, fino alla metà degli anni Ottanta, ha insegnato lingua italiana al Dickinson College di Bologna, scuola off-campus dell’Università della Pennsylvania. Ha esordito nella narrativa nel 1989 con Cròniche Epafániche per pubblicare poi Vacca d’un cane (1993), Cittanòva blues (2003) e Tralummescuro (2019, premio Selezione Campiello) che insieme sono i pannelli di un’autobiografia e un vasto omaggio letterario ai luoghi delle radici. Da solo e in coppia con Loriano Macchiavelli ha pubblicato molti altri racconti e romanzi, che hanno avuto uno straordinario successo di pubblico. Per Bompiani nel 2018 è uscito il volume delle sue Canzoni con il commento filologico di Gabriella Fenocchio.

Loriano Macchiavelli, nato a Vergato (Bologna) nel 1934. Ha frequentato l’ambiente teatrale come organizzatore e come autore. Sue opere sono state rappresentate da varie compagnie italiane e suoi testi sono stati segnalati in vari premi teatrali sin dal 1963. Dal 1974 si è dedicato al genere poliziesco e ha pubblicato numerosi romanzi. Maestro riconosciuto del noir italiano è il creatore di Sarti Antonio, uno dei più popolari poliziotti della nostra narrativa. Dai suoi romanzi e racconti sono stati tratti radiodrammi, film e serie televisive. Nel 1991, poi replicata nel 1993, è andata in onda la serie televisiva L’ispettore Sarti – un poliziotto, una città, protagonista Gianni Cavina, i cui esterni sono stati girati interamente a Bologna e dintorni. L’esperienza è proseguita con una coproduzione italo tedesca (Rai-NDR) di sei film andati in onda nell’aprile e maggio del 1994, protagonista sempre Gianni Cavina. Il personaggio di Sarti Antonio, è entrato anche nel fumetto (OrientExpress), con disegni di Gianni Materazzo. Numerosi romanzi sono tradotti all’estero. Nel 1997 è iniziata la collaborazione con Francesco Guccini. Da tempo ormai si citano i due autori, come fondatori del cosiddetto giallo appenninico. Con Marcello Fois e Carlo Lucarelli ha fondato il Gruppo 13 e con Renzo Cremante ha fondato e dirige Delitti di Carta, prima rivista che si occupa esclusivamente di poliziesco italiano. Ha all’attivo più di trenta romanzi, oltre alle opere teatrali e sceneggiature per il cinema e la tv.

 

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