Sacro niente




 SACRO NIENTE

di Giovanni Bitetto

Voland 2023

narrativa, pag.256

Sinossi.In un meridione dimenticato da tutti ma non da Dio, la morte, il lutto e l’amore si intrecciano ai piedi di un blocco di marmo: una statua di Padre Pio si fa portavoce delle esistenze di uomini e donne comuni, non assolve, non giudica, può solo ascoltare le storie che gli vengono affidate e restituirne ogni singolo dettaglio. Un padre, un figlio, un’amante, un autista, un barbiere, personaggi ordinari eppure universali, confessano al santo i propri tormenti, le sofferenze, ma anche i peccati e le abiezioni. Il sacro niente delle loro vite diviene un pretesto per scandagliare l’animo umano, per indagare a fondo pulsioni e sentimenti, nell’eterno tentativo di dare un senso all’esistenza.

 Recensione Patrizia Argenziano

Quella sera, dopo un incontro tanto strano, mi sentivo particolarmente sporco, non succede spesso che le suppliche, le preghiere, le ubbie degli uomini mi si appiccichino, ma a volte capita. Perché persino il marmo è poroso, e nella foga delle invettive, che siano urlate o sussurrate, qualche particella di saliva si incista nelle pieghe più nascoste del mio saio. Allora ho accolto con particolare sollievo la pulizia di Antonio.”

Accoglie tutti i pensieri, le parole, i pianti, gli sfoghi, i peccati, le sofferenze, i desideri, i risentimenti. Li accoglie per il ruolo che gli è stato conferito, li accoglie e li custodisce. Osserva con uno sguardo speciale e ascolta con un udito sopraffino perché, in fondo, per questo è stata creata. Per assorbire storie di vita.

In questo piccolo mondo circoscritto si alternano, senza volerlo, grandi e piccoli dilemmi dell’umanità che si annidano nell’ordinarietà di ciascun individuo e ne succhiano la linfa vitale. Passato, presente e futuro si rincorrono di fronte a una statua, i ricordi si sgretolano o riaffiorano con dolcezza, il presente si erge maestoso irto d’ostacoli e il futuro brilla di stelle o lacrime.

Ogni riferimento, ogni affermazione, ogni concetto è legato a un quesito, a un punto interrogativo legato alla nostra vita e proprio per questo è importante parlarne. In queste pagine non esiste una vera storia ma c’è la Storia, la nostra.
La storia che viviamo tutti i giorni, che vivono i nostri amici, la storia che, a volte, ci fa paura affrontare. La storia che è la nostra quotidianità e che ci mette in crisi nei rapporti con gli altri e con noi stessi. Siamo noi con tutto quello che abbiamo nel cuore e abbiamo necessità di restituire al mondo.

L’autore, senza esclusione di colpi, rende tutto più vivo attraverso un girotondo di personaggi, diversissimi tra loro, che confessano il loro vissuto a una statua, nello specifico la statua di Padre Pio.

Con alcuni si instaurano rapporti mordi e fuggi che si presentano come una confessione a scopo liberatorio. Con altri si intravedono, tra le righe ma non troppo, chiacchiere da bar molto materiali. Con altri nascono dei dialoghi da conservare come perle. E sono proprio questi ultimi protagonisti che si fanno largo nel cuore del lettore per la loro innocenza, ingenuità, purezza.

Vorrei raccontarvi di più, vorrei parlarvi di quel ragazzo che ha ucciso il cane dello zio, vorrei descrivervi la tenerezza che mi ha suscitato spesso Antonio, della “doppia dimensione” di un barbiere e di tanti altri episodi ma non posso. Se ve li raccontassi io non sarebbe la stessa cosa. E’un altro il luogo in cui li dovete ascoltare.

Un romanzo che vi stupirà e vi porterà al centro della terra, e dell’anima.

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Giovanni Bitetto


Terlizzi, (1992) Insegnante, scrittore e giornalista culturale. Ha scritto di letteratura e società per numerose testate online. Ricopre il ruolo di editor in “NEA Magazine”, rivista di letteratura e fotografia. Con il suo romanzo d’esordio Scavare (Italosvevo, 2019) ha vinto il Premio POP della Fondazione Mondadori.

A cura di Patrizia Argenziano

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