Sette vite come i libri




Indagine per

quattro coinquilini e un gatto


Autore: Serena Venditto

Editore: Mondadori

Collana: Il giallo Mondadori

Pagine: 256

Anno edizione: 2025


Sinossi. Una nuova, rocambolesca caccia al colpevole per gli irresistibili coinquilini di via Atri 36. In una Napoli semideserta all’indomani delle festività natalizie, Malù, archeologa con la passione per i gialli, ha un bel problema da affrontare: il suo dottorato di ricerca è finito e l’università non ha più fondi. In pratica, è disoccupata e senza un soldo. Per fortuna con l’aiuto dei suoi coinquilini trova un lavoretto in una libreria dell’usato, la Second Chance. E di quel posto si innamora all’istante: ogni libro sugli scaffali contiene tracce delle vite di chi l’ha letto, regalato, di chi fra quelle pagine si è perso, ha pianto, amato, sorriso. E alcuni di quei volumi ne hanno avute tante, di vite, prima di arrivare lì: tre, cinque, qualcuno persino sette. Come i gatti, sorride Malù pensando a quanto quel luogo pieno di odori e nascondigli piacerebbe al suo Mycroft. Un giorno le capita fra le mani una copia della Donna in bianco, capolavoro di Wilkie Collins. E sfogliandolo si accorge che alcune pagine sono intrise di sangue. Sangue fresco. Il suo istinto le dice che nel posto da cui proviene il libro è successo qualcosa di molto brutto. Ora sta a lei e alla compagnia dei suoi “Irregolari” – gatto Mycroft compreso – scoprire da dove viene il volume insanguinato, com’è arrivato fin lì e chi è la vittima.

 Recensione di Sabrina De Bastiani


Mi spiegò il piano nei minimi dettagli, e sarebbe stato perfetto. Se fossimo stati in una serie Netflix, ovviamente.

Premessa che apre al rischio, visto che non  siamo in una serie Netflix (anche se i romanzi di Serena Venditto potrebbero diventarlo e sarebbero un successo anche in quell’ambito), ma dentro le pagine di un romanzo che si nutre di romanzi  chissà a chi era passato, quante vite ancora aveva avuto quella copia fino ad arrivare a me. Una, due, tre, cinque, sette, come i gatti, sorrisi. Allargai ancora una volta lo sguardo, mi sembrò di vederle tutte. Di vedere un mare di vite in quelle che sembravano solo pagine rilegate. Tante vite, tante rinascite, tante opportunità di far felice qualcuno. Ancora. E ancora.  Sto divagando, ma in mezzo ai libri mi distraggo facilmente – e che porta i romanzi nel quotidiano, nel reale, nelle dinamiche della vita come la viviamo oggi.

Venditto è autrice intelligente, raffinata, ironica, sensibile, così come lo è il suo  sguardo sul mondo, sul circostante e così come lo è la sua penna, decisamente  una delle più brillanti. 

Come potrebbe dunque non innamorare “Sette vite come i libri. Indagine per quattro coinquilini e un gatto”, nuova uscita per Il Giallo Mondadori?

Non potrebbe, non può. E  i miei sensi di ragno, o meglio l’aver letto i precedenti capitoli delle serie,  me lo avevano preannunciato.

Bentornati e bentrovati dunque, Ariel, Malù – la coinquilina bionda con la faccia di Scarlett Johansson, che si chiama come una coppa panna e cioccolato, ma ha il cognome dell’auto più veloce di tutti i tempi – Samuel, Kobe e anche voi, certo, commissario Timoteo De Iuliis e ispettore Andrea Silvestri.

E, last but not least, Mycroft.

«Meow» si fece sentire, finalmente, Mycroft.

L’io, pardon l’inquilina narrante dell’interno 5 di via Atri 36,  ha la voce di Ariel, che restituisce tutto, miagolii compresi, degli altri protagonisti, con vivida sincerità e con quel filtro che si chiama amicizia, l’unico che non altera o falsa, ma semplicemente illumina. Una voce che ritroviamo cristallina e vera, pacata, determinata a perseguire saggezza eppure pronta a seguire Malù, archeologa di Cantalupo nel Sannio con la passione per il caffè e le investigazioni, letterarie e non, irruente e spericolata. Due anime così diverse e  così ben assortite, imprescindibili l’una per l’altra, sponde  in mezzo al guado di   lavori mancanti o non pienamente soddisfacenti, amori pericolanti e un futuro che, come tutti i futuri degni di questo nome, è fatto di incognite e sorprese.

E pieno di sorprese è senz’altro il caso, e che caso, nel quale, per caso, si imbattono i nostri protagonisti

«Vi risparmio tutto il ragionamento, ma questo libro pieno di sangue viene da un appartamento da queste parti, e dietro tutto questo sangue ci sta di sicuro un morto. O un fatto grave. Sapete niente?»

Seguirono un paio di secondi di assoluto silenzio, finché Massi e Minerva non urlarono in coro: «Che figata!».

«Ma quindi voi siete della polizia?»

«Avete già fatto l’esame del DNA? E le impronte digitali? Che dicono dalla Scientifica?»

«È un sacco di sangue, è morto male! Sgozzato, squartato?»

Comincia tutto da un libro trovato in un cassonetto,   “La donna in bianco” di Wilkie Collins, non solo racchiude una storia carica di mistero e malìa che non smette di affascinare, ma anche  pagine materialmente  imbibite di sangue.

Ed  ecco la domanda: perché disfarsi del libro? Per le impronte? O per qualcos’ altro? Perché dal libro possiamo risalire all’identità della vittima?

A chi appartiene quel sangue? 

«Ditemi, come vi posso aiutare, chi cercate?»

Eh, chi cerchiamo? Qualcuno che è morto male spargendo sangue su un capolavoro di età vittoriana?

Tanti interrogativi che non possono rimanere senza risposta, così come, se a cercare le risposte è Malù, l’idea di informare le autorità e lasciare a loro il mestiere,  arriva sempre in seconda battuta.

E dunque pronti a partire per una vera caccia al tesoro per le  strade di Napoli, seguendo un’intuizione, un affastellarsi di ragionamenti fino ad arrivare esattamente lì, in quella casa, in quel preciso punto del centro storico, in quel preciso palazzo, in quella stanza con quella esposizione.

E trovarvi il cadavere di  una donna. 

Per Malù l’investigazione prevaleva su tutto. Non che non avesse empatia, ma era come se archiviasse immediatamente lo sgomento, la pena, la compassione, la commozione per passare all’indagine, all’esame delle tracce, delle prove. Io, al contrario, non riuscivo a togliermi dalla testa l’immagine di quella donna.

E ora cosa si fa? Certo, scendono in campo il commissario De Iuliis e l’ispettore Silvestri, ma mica si può restare a guardare, giusto?

Una corsa contro il tempo, scoprire chi sia la sconosciuta senza nome e  chi l’abbia assassinata, una scommessa cercare indizi proprio nelle pagine dei libri, non solo quelle insanguinate, ma  quelle dei classici.  

Trovare risposte  già  scritte che possano adattarsi alle esigenze, ai dubbi di oggi è la chiave per risolvere il mistero, i tanti misteri che circondano la vittima, ma, anche e soprattutto,  diventa il senso della lettura in generale.

E di questa lettura che, se è evasione, lo è di quel tipo che spalanca le porte della mente,  non per  svuotarla, ma per  riempirla di suggestioni, riflessioni, sorrisi, spunti.

«eh già, ma i libri mi parlano, non ci sta niente da fare. Mi chiamano, è una questione di affinità…».

“Sette libri come i gatti” mi ha chiamato, mi ha parlato. E mi ha detto tantissimo. Questione di affinità,senza dubbio,  ma, altrettanto senza dubbio,  anche di un grande e sfolgorante talento narrativo, quale è quello di Serena Venditto.

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Serena Venditto 


è nata nel 1980 a Napoli, dove lavora presso il Museo Archeologico Nazionale. Ha esordito nella narrativa con la commedia Le intolleranze elementari (Homo Scrivens, 2012). Nel 2018 ha pubblicato con Mondadori Aria di neve, il primo volume della serie gialla dedicata al gatto Mycroft e ai quattro coinquilini di via Atri 36, seguito nel 2019 da L’ultima mano di burraco, dall’ebook Malù si annoia (2020), da Grand Hotel (2021) e Commedia gialla con gatto nero (2023). Gli stessi personaggi compaiono nell’antologia Gatti neri e vicoli bui (Homo Scrivens, 2022), con Maurizio de Giovanni e Francesco Pinto, e in E cosy sia (Giallo Mondadori Big, 2024). Collabora con Homo Scrivens in qualità di editor e come direttrice della collana dedicata al giallo; per questa casa editrice nel 2020 ha curato Natale, istruzioni per l’uso e nel 2022 il romanzo di Wilkie Collins Mercy Merrick. Cura la rubrica #Barsport per il sito Napoliclick.