Sopravvivi all’amore




Recensione di Francesca Petroni


Autore: Michel de Montaigne

Traduzione: Francesco Ferraguto

Editore: Fazi editore

Pagine: 234

Genere: narrativa

Anno di pubblicazione: 2018

Il titolo di questo libro si immerge senza vergogna negli innumerevoli richiami attrattivi delle parole “amore” e “sopravvivenza”. In realtà l’amore, qui, se proprio vogliamo trovarlo, è in quella passione che emerge, in maniera diversa, in ognuno dei saggi di Montaigne.

Ma anche se non conosceste nulla di questo autore e compraste questo libro pensando che sia un “manuale” per cuori infranti, non ne rimarreste comunque delusi.

La bella e approfondita prefazione è molto elevata nei toni filosofici, ma non c’è da temere: ci troviamo davanti a un’opera molto piacevole da leggere e adatta anche a chi non abbia una preparazione specifica.

Gli aneddoti sono gustosi e sostengono un testo che, nella sua (apparente) semplicità, ci racconta il punto di vista di Montaigne sui molteplici aspetti della vita (ma anche della morte) presi in esame.

Fra Re che impongono di non togliergli le mutande dopo la morte, o quelli che hanno ordinato di bollire il proprio corpo per staccare la pelle dalle ossa da portare in battaglia, o fra i popoli e i loro sacrifici umani, brillano anche le vicende di Catone, Cesare, Carlo V, Annibale e molti altri.

Tutti soggetti punti dalla penna sagace di Montaigne che li racconta attraverso fotografie di poche righe utilizzando brevi eventi come flash. Illumina, infatti, vizi e virtù, aberrazioni e santità di uomini che hanno fatto la storia, ma anche di gente comune.

Ci sono molte parti introspettive, in cui l’autore mette in discussione la propria vita, senza dietrologie, ma con grande onestà e una purezza che colpisce e invita a giudicarci allo stesso modo.

Montaigne offre interpretazioni spesso (o sempre) molto personali delle vicende e dei personaggi che cita. Lo fa perché il punto non è nella vicenda in sé, ma nell’uso che ne fa l’Autore per esporre il proprio pensiero. Il lettore, se fa lo stesso, a volte non sarà d’accordo, altre volte si scoprirà a guardare da un altro punto di vista un argomento a prima vista scontato.

Sono io l’oggetto del mio pensiero, scrive Montaigne, ed è qui la genialità. Che appare evidente quando ci si accorge che un progetto così inusuale per l’epoca, incentrato sulla riflessione personale, coglie l’universale in quella che è la condizione di essere umano.

Leggere questo libro significa allontanarsi dal presente per immergersi in un passato diverso negli odori e negli ardori. Si torna poi arricchiti e forse anche con un sorriso.

Se sentite il bisogno di una lettura diversa, se siete avventurieri curiosi dell’animo umano e se non disdegnate la compagnia di un acuto gentiluomo di altri tempi, non esitate: questo è il libro che fa per voi!

Per quanto mi riguarda è consigliatissimo.

Michel de Montaigne


Attento studioso del genere umano, fu uno dei pionieri del pensiero moderno e uno degli aforisti più apprezzati. Nato a Bordeaux, nel sud-ovest della Francia, e morto a Saint-Michel-de-Montaigne nel settembre del 1592, Michel Eyquem de Montaigne fu educato secondo i principi dell’umanesimo e agli studi di diritto, che lo avviarono alla carriera politica nel Parlamento di Bordeaux. Ritiratosi a vita privata per approfondire i suoi interessi filosofici, raccolse le proprie riflessioni nei Saggi, la sua opera principale, pubblicata postuma nell’edizione definitiva, nel 1580. Secondo Montaigne, le idee nascono dalle sensazioni, che sono limitate e imperfette, rendendo così relative, e non assolute, le conoscenze umane. Di fronte a questo limite, l’uomo deve affidarsi alla ragione e all’istinto. Nel trattato L’Educazione si occupò anche di educazione, amicizia, virtù, dolore e morte. Fiero oppositore della schiavitù, condannò inoltre la caccia e i maltrattamenti a danno degli animali.