Recensione di Laura Salvadori
Autore: Giacomo Ferraiuolo
Editore: Dark Zone
Genere: horror
Pagine: 173
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Doveva essere una vacanza spensierata per Antonio e sua madre, da trascorrere a casa di zia Adele. Si ritroveranno invece prigionieri di una follia che dilagherà priva di freni, facendoli sprofondare in un labirinto senza fine di rancore e vendetta. In questo humus di malvagità, e tormentato dal suo passato, Antonio scoprirà che i suoi incubi sono reali e che non c’è via di scampo quando il male è accanto. Dall’autore di Nora, l’horror che ha terrorizzato e conquistato i lettori, un prequel che riprende le stesse atmosfere claustrofobiche, tramutando le paure più agghiaccianti in terribili realtà.
Recensione
Agli amanti del genere horror Giacomo Ferraiuolo fa dono di un altro piccolo capolavoro. Dopo averci affascinato con la storia di “Nora” e averci lasciato in sospeso con un finale ad effetto, riprende il racconto dove si era interrotto, senza dare al lettore neanche il tempo di riprendersi, di asciugare il sudore e di stemperare l’ansia.
Il Male non cessa di imperare, né si disperde con la morte del corpo. Il male continua a vivere nella nostra ombra, perché il passato prima o poi ritorna a tormentarti e lui non potrà fuggire.
L’autore ci delizia nuovamente con un prologo perfetto, che in poche pagine dà al lettore il termometro per misurare ciò che la lettura gli riserverà. Tanto crudo e ammorbante, quanto avvincente e coinvolgente, l’inizio del romanzo mi ha catturato immediatamente.
Certo, essere fresca di lettura di “Nora” mi ha aiutato da un lato, ma resa molto più dipendente dalla lettura dall’altro. Sapere di leggere un prequel mi ha particolarmente legata alla lettura, anche se devo dire che non si coglie immediatamente il nesso tra le due storie. Anzi, la storia di Anna e del piccolo Antonio appaiono,almeno per i tre quarti del romanzo, slegate dalla storia precedente.
Il filo conduttore però è lo stesso: la presenza di una forza superiore, dotata di intuito, crudeltà, intelligenza, efferatezza, fascino, che tutto sa dell’uomo e delle sue debolezze e che è capace di insinuarsi nei suoi più reconditi desideri, piegandoli al suo volere e al suo vantaggio.
Il tema della maternità ricorre anche in “Stanza 218”, come il nodo cruciale dell’esistenza della donna, capace di essere il culmine della felicità e della pienezza ma anche di essere un oscuro coacervo di emozioni, talmente forte da distorcersi con molta facilità e di far deviare il sentimento da estasi a delirio fino a toccare la follia.
L’uomo appare debole di fronte alle sue emozioni più travolgenti. La bramosia, l’egoismo, la negazione della realtà, sono molle che portano la natura umana a scendere a patti; a volte in modo blando e innocuo, altre invece attraverso un percorso tortuoso che avvicina l’uomo al maligno.
L’inclinazione verso il male regna senza rivali in questo romanzo. Ma è sempre il dolore estremo e perfetto a determinare le azioni dell’uomo e a suggerire soluzioni non ortodosse.
E in mezzo alle anime disperate che si muovono in sottofondo, il Male disegna trama irripetibili e terribili. Ferraiuolo non disdegna anche stavolta di mettere in sesto colpi di scena inauditi e crudelissimi, senza fare sconti al lettore. Come già ho detto per “Nora”, leggete con la luce accesa e le porte sprangate, perché quel che di più crudo abbiate mai immaginato sarà niente! Le descrizioni dell’autore, il modo inusitato di suscitare sdegno, paura, terrore, sono davvero notevoli. Come notevoli sono la sua fantasia e la sua fervida immaginazione, la capacità di toccare i tasti più scabrosi e di stimolare le fantasie più perverse. Perché un po’ di questo, magari sopito, magari ben nascosto, è anche in noi.
Mi ripeto (ma come farne a meno?): come ho già detto per “Nora”, astenersi dalla lettura se deboli di cuore, se impressionabili, se particolarmente sensibili. Perché anche “Stanza 218” non è per tutti.
Perché in “Stanza 218” il confine tra realtà e finzione è così sottile che si finisce per chiedersi se il Male esiste davvero o è frutto dell’immaginazione di una mente malata.
Perchè “Stanza 218” vi toglierà il sonno in due modi diversi e complementari: perché vorrete leggere fino alla fine, senza tregua. E la lettura sarà l’esperienza più terrificante mai fatta!
Giacomo Ferraiuolo
Giacomo Ferraiuolo è nato nel 1986, autore horror e membro della Horror Writer Association, ha pubblicato con la DarkZone Edizioni la raccolta di racconti “Non devi dormire”, “Nora” e l’ultimo uscito, “Stanza 218”.
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